Musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia
Opus Number Zoo
MusicAnimalia #7
A un certo punto della loro carriera, sia Luciano Berio che Maurice Ravel sentirono il bisogno di riappropriarsi di fiabe e racconti, di animali parlanti e mondi incantati, e di misurarsi con la scrittura musicale per un pubblico giovane. Opus Number Zoo di Luciano Berio parte da quattro poemi di Rhoda Levine (in questa occasione presentati nella versione in italiano di Vittoria Ottolenghi) sulle vicende di diversi animali, Ma mère l’oye (Mamma oca) di Maurice Ravel nasce dall’omonima raccolta di fiabe di Charles Perrault. Ad eseguirli è il Quintetto di Fiati dell’Orchestra da Camera di Perugia, con Francesco “Bolo” Rossini come voce narrante.
Musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia
voce Francesco “Bolo” Rossini
flauto Claudia Bucchini
oboe Simone Frondini
clarinetto Francesco Zarba
corno Stefano Berluti
fagotto Luca Franceschelli
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Luciano Berio
Opus Number Zoo
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Maurice Ravel
Ma Mère l’Oye (Mamma oca)
trascrizione per quintetto di fiati di Joachim Linckelmann
Programma assemblato per i più piccini il 9 luglio. A loro si indirizzano entrambi i pezzi della mattinata. In Opus number zoo per quintetto di fiati, con il mondo dell’infanzia si confronta un compositore tra i più eclettici e meno dogmatici dell’avanguardia del secondo dopoguerra, Luciano Berio. Che qui non teme di chinare il suo linguaggio all’immediatezza, all’affabilità giocosa. Del resto i quattro panelli di questo lavoro – scritto nel 1951, ripensato vent’anni dopo - proprio ai bimbi si rivolgono: ciascuno incentrato su una poesiola in lingua inglese di Rhoda Levine (di cui Vittoria Ottolenghi curò l’adattamento italiano) che dovrebbero leggere i cinque strumentisti, alternandosi durante l’esecuzione. Le favole, a sfondo moralistico, raccontano di una volpe scaltra che fa volteggiare in una danza un pulcino ingenuo, di un cavallo - cerbiatto nella versione inglese - che riflette sulla follia umana mentre sta in ascolto di una battaglia in lontananza, di un topo che medita sul fuggire del tempo, e della lotta fra due gattacci.
Dentro la fiaba barocca francese (di Perrault, di Madame d’Aulnoy, di Madame Leprince de Beaumont) conduce invece la suite Ma mère l’oye di Maurice Ravel, composta attorno al 1910. Destinatari della prima versione, per pianoforte a quattro mani, i fratellini Mimi e Jean Godebski, musicisti in erba figli di amici. Poi il pezzo è stato reso per orchestra e anche trasformato in balletto; stavolta lo si ascolta in una trascrizione del flautista tedesco Joachim Linckelmann, classe 1964, specializzato in arrangiamenti di grandi classici per gruppi di fiati. Ravel, orafo di suoni che venerava l’artificiosità della musica sei-settecentesca, in Ma mère l’oye la ricrea, irrorandola d’aurata nostalgia. Perché il Novecento alle soglie della Grande Guerra non può che dolersi dell’infanzia perduta, di un tempo di grazia che l’età adulta, insieme alla modernità, ha spazzato via. La scrittura raveliana rifulge nitida, trasparente: culla il sonno della Bella addormentata a ritmo di una antica danza, la pavana; rivela a Pollicino (attraverso il cinguettio degli uccelli del bosco) che la strada di casa è smarrita; evoca l’oriente ora giocoso ora enigmatico di Laideronnette, sovrana in una terra di pagode che si sta svestendo per un bagno; fa danzare il valzer alla Bella e alla Bestia; infine si spalanca su un giardino incantato, rigogliosissimo.
L’Orchestra da Camera di Perugia nasce dalla pluriennale esperienza di giovani musicisti umbri nella diffusione della cultura musicale, soprattutto in relazione alle produzioni musicali rivolte ai giovani delle scuole. Il debutto della formazione avviene nel settembre del 2013 con il Progetto “Penderecki 80”, presentato alla Sagra Musicale Umbra, al Ravello Festival e all’Emilia Romagna Festival, per celebrare l’ottantesimo anno di età del compositore polacco Krzysztof Penderecki, che per l’occasione ha diretto musiche da lui composte. Da quel momento l’attività dell’Orchestra si è intensificata portando la compagine a collaborare con importanti maestri, solisti e complessi corali (Paolo Fresu, Giovanni Sollima, Nicola Piovani, Wayne Shorter, Enrico Bronzi, Angela Hewitt, Stefan Milenkovich, Hugo Ticciati, Jonathan Webb, Nancy Zhou, Hossein Pishkar, Christian Schmitt, Uri Caine, Quincy Jones, Stewart Copeland, Gino Paoli, Gary Graden, Gregory Porter, Danilo Rea, Ares Tavolazzi, Fabio Ciofini, Filippo Maria Bressan, John Patitucci, Andrea Oliva, Francesco Di Rosa, Danilo Pérez, Corrado Giuffredi, Marco Pierobon, Brian Blade, Mark Milhofer, Daniela Dessì, Fabio Armiliato, Desirée Rancatore, Bruno Canino, Gemma Bertagnolli, Kremena Dilcheva, Thomas Indermühle, Karl- Heinz Schütz, Coro da Camera della Filarmonica Estone, Coro St. Jacobs di Stoccolma, Coro del Maggio Musicale Fiorentino, Coro Canticum Novum, Coro della Cappella Musicale Papale di San Francesco e molti altri) e ad esibirsi stabilmente in prestigiose Stagioni, Rassegne e Festival (Festival di Spoleto, Umbria Jazz, Umbria Jazz Winter, Umbria Jazz Spring, Sagra Musicale Umbra, Stagione della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli, Festival Villa Solomei, Expo Milano, Kusatsu Music Festival-Giappone, Amici della Musica di Perugia, Festival delle Nazioni, Festival Internazionale di Musica di Portogruaro). Dal 2018 il Maestro Enrico Bronzi ricopre il ruolo di Direttore Ospite Principale dell’Orchestra da Camera di Perugia.
Musicisti della Budapest Festival Orchestra
Musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia
Musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia
Musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia
Musicisti della Budapest Festival Orchestra
Orchestra da Camera di Perugia