Musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia
Gatto, topo e calabrone
MusicAnimalia #4
Dalla musica di alcuni dei più grandi autori del Novecento l’Ensemble dell’Orchestra da Camera di Perugia, con Paolo Grazia all’oboe, raduna una rumorosa schiera di creature: gli insetti di Benjamin Britten e il calabrone in volo di Nikolaj Rimskij-Korsakov, Il gatto e il topo di Aaron Copland, L’Allodola di Sylvano Bussotti e La cicala e la formica di Antal Dorati. Gran finale con il Concertino di Leós Janàček, che torna allo stesso mondo degli animali del bosco – ricci, scoiattoli, civette – cui appartiene anche la Piccola volpe astuta, in programma per l’inaugurazione del Festival.
Musicisti dell'Orchestra da Camera di Perugia
oboe Christian Schmitt
violini Azusa Onishi, Iku Uejima
viola Margherita Di Giovanni
clarinetto Francesco Zarba
corno Paolo Faggi
fagotto Luca Franceschelli
pianoforte Martina Consonni
pianoforte Alessandra Gentile
Benjamin Britten
Two Insects Pieces
per oboe e pianoforte
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Antal Dorati
La cicala e la formica
da “Cinque pezzi per oboe solo”
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Aaron Copland
The Cat and the Mouse
per pianoforte solo
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Sylvano Bussotti
L’Allodola, Il Topino (da Voliera)
per fagotto solo
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Nikolaj Rimskij-Korsakov
Il volo del calabrone
per oboe e pianoforte
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Leós Janàček
Concertino
per pianoforte e sei strumenti
Coppia di insetti molesti quelli che aprono il concerto del 2 luglio: una cavalletta che saltella senza posa e una vespa dal ronzio irritante. Avrebbero dovuto essere cinque gli Insects pieces di Benjamin Britten Invece, chissà come mai, non ne scrisse altri il musicista ventiduenne; allora, nel 1935, ancora ai primi passi in una carriera che lo impegnava soprattutto nel cinema e nella radio. Istigatrice delle due pagine fu l’oboista Sylvia Spencer, già sua compagna di studi al Royal College of Music di Londra, che però non pare le abbia mai suonate in pubblico. La prima esecuzione è avvenuta nel 1979, tre anni dopo la morte di Britten.
Memore della favola di La Fontaine è la Cicala e la formica, primo dei Cinque pezzi per oboe di Antal Dorati, celebrato direttore d’orchestra ungherese del secolo scorso, pure autore fecondo. La raccolta, datata 1980, è dedicata a Heinz Holliger, oboista di riferimento per la Nuova Musica. In questo quadretto lo strumento si sdoppia nelle due protagoniste della storia, mettendo in scena la discussione tra la formica previdente e la cicala scansafatiche, portatrici di visioni opposte dell'esistenza.
Niente chiacchiere, ma un inseguimento tattico in The cat and the mouse. Bisogna immaginare Tom e Jerry che si rincorrono sulla tastiera. Solo che quando, nella Parigi anni ’20, Aaron Copland scrisse questo "scherzo umoristico", il cartone di Hanna e Barbera non esisteva ancora. In Europa, il ventenne Copland ci era arrivato per studiate con Nadia Boulanger, che stava mettendo su la propria “boulangerie”, la scuola da cui per decenni transiterà una marea di compositori d’oltreoceano, fra cui Gershwin, Piazzolla, Philip Glass, Herbie Hancock. Copland fu uno dei primi. E gli dette immediata soddisfazione questo pezzo in cui il gatto pare prevalere sul topo (verso la fine c’è una marcia funebre, anche se poi la preda riesce a venir fuori dalle fauci del felino, seppur zoppicante). Subito, infatti, si offrì di pubblicarlo il più prestigioso editore di Francia, Durand.
Con la Voliera di Sylvano Bussotti ci troviamo al tramonto degli anni ’80. Nella gabbia fabbricata dal poliedrico artista fiorentino trova posto una decina di uccelli grandi e piccoli, tra cui l’Allodola e il Topino (una varietà di rondine). Non è casuale la scelta degli animali né il fatto che la maggior parte vadano suonati con strumenti a fiato, dato che la musica dell’omosessuale Bussotti adora giocare con il doppio senso erotico.
Di nuovo da un capo all’altro del Novecento con il Volo del calabrone di Nikolaj Rimskij-Korsakov, celeberrimo, arrangiato per gli organici più disparati, nato non come pezzo autosufficiente, bensì come pagina sinfonica di un melodramma, La fiaba dello zar Saltan (prima rappresentazione: Mosca, 1900). In calabrone è tramutato lo zarevic sottratto infante al padre che, una volta adulto, vuole ritrovare. Grazie a questa trasformazione ci riesce.
Una foresta di animali è infine raffigurata nel Concertino per piano e sei strumenti di Leoš Janáček (1925). Sono gli stessi animali che il settantunenne compositore ceco aveva portato in scena qualche tempo prima nell’opera La piccola volpe astuta, storia quasi disneyana con creature del bosco che parlano e agiscono come umani. Lì ciascuna era identificata da specifici colori strumentali, da melodie e ritmi sminuzzati ripetuti di continuo, sovrapposti e alternati ad altri ritmi e melodie ugualmente sminuzzati e ripetuti. Lo stesso accade qui: Janáček rivela le corrispondenze tra il mondo naturale (la campagna morava dove era cresciuto) e il loro riflesso in musica nelle lettere agli amici e a Kamila Stösslová, passione senile di quarant’anni più giovane. In tali scritti spiega che nel Concertino circola aria di primavera, che bisogna immaginarsi l'apparire di un grillo, di moscerini, di un capriolo, di un uomo; in particolare parla della presenza di un riccio nel primo movimento (duetto tra piano e corno), di uno scoiattolo nel secondo (duetto tra piano e clarinetto), di tanti animali notturni nel terzo e di un torrente nell’ultimo.
L’Orchestra da Camera di Perugia nasce dalla pluriennale esperienza di giovani musicisti umbri nella diffusione della cultura musicale, soprattutto in relazione alle produzioni musicali rivolte ai giovani delle scuole. Il debutto della formazione avviene nel settembre del 2013 con il Progetto “Penderecki 80”, presentato alla Sagra Musicale Umbra, al Ravello Festival e all’Emilia Romagna Festival, per celebrare l’ottantesimo anno di età del compositore polacco Krzysztof Penderecki, che per l’occasione ha diretto musiche da lui composte. Da quel momento l’attività dell’Orchestra si è intensificata portando la compagine a collaborare con importanti maestri, solisti e complessi corali (Paolo Fresu, Giovanni Sollima, Nicola Piovani, Wayne Shorter, Enrico Bronzi, Angela Hewitt, Stefan Milenkovich, Hugo Ticciati, Jonathan Webb, Nancy Zhou, Hossein Pishkar, Christian Schmitt, Uri Caine, Quincy Jones, Stewart Copeland, Gino Paoli, Gary Graden, Gregory Porter, Danilo Rea, Ares Tavolazzi, Fabio Ciofini, Filippo Maria Bressan, John Patitucci, Andrea Oliva, Francesco Di Rosa, Danilo Pérez, Corrado Giuffredi, Marco Pierobon, Brian Blade, Mark Milhofer, Daniela Dessì, Fabio Armiliato, Desirée Rancatore, Bruno Canino, Gemma Bertagnolli, Kremena Dilcheva, Thomas Indermühle, Karl- Heinz Schütz, Coro da Camera della Filarmonica Estone, Coro St. Jacobs di Stoccolma, Coro del Maggio Musicale Fiorentino, Coro Canticum Novum, Coro della Cappella Musicale Papale di San Francesco e molti altri) e ad esibirsi stabilmente in prestigiose Stagioni, Rassegne e Festival (Festival di Spoleto, Umbria Jazz, Umbria Jazz Winter, Umbria Jazz Spring, Sagra Musicale Umbra, Stagione della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli, Festival Villa Solomei, Expo Milano, Kusatsu Music Festival-Giappone, Amici della Musica di Perugia, Festival delle Nazioni, Festival Internazionale di Musica di Portogruaro). Dal 2018 il Maestro Enrico Bronzi ricopre il ruolo di Direttore Ospite Principale dell’Orchestra da Camera di Perugia.
Musicisti della Budapest Festival Orchestra
Musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia
Musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia
Musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia
Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Antonio Pappano