Musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia
Il Giardino delle delizie
MusicAnimalia #3
Un programma ispirato dall’opera Il Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch combina virtuosistiche suggestioni barocche di brani di Marco Uccellini, Carlo Farina e Heinrich Biber e musiche di Olivier Messiaen eseguite dal gruppo di musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia, con Simone Vallerotonda solista alla tiorba e Fabio Ciofini al clavicembalo. Gatti, cani, galline e cucù si mescolano agli Uccelli esotici del più celebre appassionato di ornitologia del mondo musicale.
Musicisti dell'Orchestra da Camera di Perugia
clavicembalo Fabio Ciofini
tiorba Simone Vallerotonda
primi violini Azusa Onishi, Matteo Di Iorio
secondi violini Iku Uejima, Silvia Palazzoli
viole Riccardo Savinelli, Elga Ciancaleoni
violoncelli Gianluca Pirisi, Mauro Businelli
contrabbasso Alessandro Salvatore Schillaci
Marco Uccellini
Sonate, correnti et arie, op. 3
Aria nona a tre “l’Emenfrodito”: Maritati insieme la Gallina e il Cucco fanno un bel concerto
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Olivier Messiaen
L’alouette Lulu
da Catalogue d’oiseaux
(rielaborazione a cura di Alessandro Annunziata)
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Carlo Farina
Capriccio Stravagante
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Olivier Messiaen
Chants d’oiseaux
da Livre d’orgue
(rielaborazione a cura di Alessandro Annunziata)
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Alessandro Annunziata
Danza del colibrì
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Heinrich Ignaz Franz von Biber
Battalia à 10
Mattinata eccentrica quella del 1° luglio, idealmente ispirata all’immaginario surreale di Hieronymus Bosch. Prima stranezza del programma è – fin dal titolo - l’Aria “l’Emenfrodito”: maritati insieme la Gallina e il Cucco fanno un bel concerto che il romagnolo Marco Uccellini inserì fra le Sonate, arie et correnti edite a Venezia nel 1642 con dedica al duca di Modena, suo datore di lavoro. Lo partitura richiede tre parti strumentali, due violini e il basso continuo, che nei tre minuti di durata pigolano assai; ma è un pigolio mescolato a qualche cuccù, come se l’animale ritratto in note fosse frutto di una strampalata ibridazione.
Ancor più visionario il Capriccio stravagante di Carlo Farina, violinista di origine mantovana che nella breve vita servì corti e chiese di mezza Europa, lasciando un’eredità musicale duratura, specie ai colleghi tedeschi. Nel 1627, data di composizione di quest’opera, era primo violino dell’orchestra di Dresda, presso il principe elettore Johann Georg I di Sassonia. Il Capriccio è plasmato sulle dimensioni di un ensemble di archi, complesso che allora, sotto l’influenza dei consort inglesi, stava prendendo piede nella Germania centro-settentrionale. Nella moltitudine di sezioni che lo compongono, incastonate tra brevi episodi lenti o svelti a carattere di danza, gli strumenti sono chiamati a contraffare altri strumenti (lira e pifferi d’ogni sorta, chitarra spagnola, trombetta, clarino, nacchere, tamburo) e versi di animali (gallina, gallo, gatto, cane), spesso utilizzando tecniche d’esecuzione d’effetto sorprendente, come il pizzicato, il glissando, il tremolo, il legno dell’archetto sbattuto sulle corde. Effetti non meno sbalorditivi sono presenti pure nella Battalia di Heinrich Iganz Franz von Biber, virtuoso del violino tra i più eminenti del Seicento che per decenni servì il principe-arcivescovo di Salisburgo. Del 1673 è questa “battaglia” (genere descrittivo frequentato parecchio dai musicisti, fin dal Rinascimento) suddivisa in otto parti, forse concepita come pantomima per una mascherata di carnevale. Dapprima c’è una “Sonata”, in un passaggio della quale gli strumentisti devono, anche qui, sbattere l’archetto sulle corde e/o battere i piedi in terra. Per seconda viene la parte intitolata “La dissoluta compagnia di ogni sorta di umorismo”, in cui Biber sovrappone melodie popolari tedesche, ceche e slovacche producendo una grande cacofonia, giustificata dal fatto che vi si immaginano a cantare soldati completamente brilli. Poi un “Presto” introduce la battaglia (chiamata “Marte”), dove al violone basso viene prescritto di inserire un foglio di carta tra le corde per emulare il rullo dei tamburi di guerra. Segue un altro “Presto”, poi un’“Aria” che potrebbe essere una preghiera delle truppe e finalmente la “Battaglia” vera e propria nella quale gli strumenti gravi devono far schioccare le corde contro la tastiera, a simulare colpi di cannone. Infine il “Lamento dei moschettieri feriti”, lacrimoso.
Con Olivier Messiaen si passa dall’imitazione della natura alla transumanazione del creato. Infatti il compositore francese, profondamente religioso e per decenni titolare del grande organo della chiesa parigina della Trinità, credeva nell’immanenza di Dio e, come un moderno san Francesco ornitologo, amava gli uccelli. Nell’Alouette-lulu, “tottavilla” in italiano, registra il canto di questo volatile sbarazzino da lui ascoltato negli anni '50 nella provincia francese del Forez. Canti di diversi altri uccelli, tra cui merlo, usignolo, pettirosso, riproduce con identica minuzia in Chants d’oiseaux (1951), allo scopo di celebrare degnamente la Pasqua. La loro voce, che Messiaen dice “modello e fonte per tutta la musica”, allude alla “fuga mistica, alla gioia religiosa e alla libertà spirituale”, e risuona “purificante, pacificante, confortante”. Il compositore romano Alessandro Annunziata ha tradotto queste due pagine per archi, dagli originali per tastiera; e vi aggiunge una sua Danza del colibrì tratta dal Trio del 2004.
L’Orchestra da Camera di Perugia nasce dalla pluriennale esperienza di giovani musicisti umbri nella diffusione della cultura musicale, soprattutto in relazione alle produzioni musicali rivolte ai giovani delle scuole. Il debutto della formazione avviene nel settembre del 2013 con il Progetto “Penderecki 80”, presentato alla Sagra Musicale Umbra, al Ravello Festival e all’Emilia Romagna Festival, per celebrare l’ottantesimo anno di età del compositore polacco Krzysztof Penderecki, che per l’occasione ha diretto musiche da lui composte. Da quel momento l’attività dell’Orchestra si è intensificata portando la compagine a collaborare con importanti maestri, solisti e complessi corali (Paolo Fresu, Giovanni Sollima, Nicola Piovani, Wayne Shorter, Enrico Bronzi, Angela Hewitt, Stefan Milenkovich, Hugo Ticciati, Jonathan Webb, Nancy Zhou, Hossein Pishkar, Christian Schmitt, Uri Caine, Quincy Jones, Stewart Copeland, Gino Paoli, Gary Graden, Gregory Porter, Danilo Rea, Ares Tavolazzi, Fabio Ciofini, Filippo Maria Bressan, John Patitucci, Andrea Oliva, Francesco Di Rosa, Danilo Pérez, Corrado Giuffredi, Marco Pierobon, Brian Blade, Mark Milhofer, Daniela Dessì, Fabio Armiliato, Desirée Rancatore, Bruno Canino, Gemma Bertagnolli, Kremena Dilcheva, Thomas Indermühle, Karl- Heinz Schütz, Coro da Camera della Filarmonica Estone, Coro St. Jacobs di Stoccolma, Coro del Maggio Musicale Fiorentino, Coro Canticum Novum, Coro della Cappella Musicale Papale di San Francesco e molti altri) e ad esibirsi stabilmente in prestigiose Stagioni, Rassegne e Festival (Festival di Spoleto, Umbria Jazz, Umbria Jazz Winter, Umbria Jazz Spring, Sagra Musicale Umbra, Stagione della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli, Festival Villa Solomei, Expo Milano, Kusatsu Music Festival-Giappone, Amici della Musica di Perugia, Festival delle Nazioni, Festival Internazionale di Musica di Portogruaro). Dal 2018 il Maestro Enrico Bronzi ricopre il ruolo di Direttore Ospite Principale dell’Orchestra da Camera di Perugia.
Musicisti della Budapest Festival Orchestra
Musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia
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Orchestra da Camera di Perugia
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