Antonio Latella
Uffa che barba!
Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico
Il Festival dei Due Mondi prosegue nella valorizzazione e promozione del talento delle nuove generazioni grazie alla collaborazione con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico.
Antonio Latella, che lo scorso anno ha firmato la regia del Male Sacro di Massimo Binazzi, torna quest’anno come supervisore artistico del progetto Uffa che barba ! che vede quattro giovani registi italiani impegnati nella messa in scena di altrettanti spettacoli: Risveglio di primavera di Franz Wedekind con l’adattamento e la regia di Giovanni Ortoleva; Freaks liberamente tratto dall’omonimo film di Tod Browning per la regia di Federica Rosellini; Quando noi morti ci risvegliamo di Leonardo Manzan e Rocco Placidi per la regia di Leonardo Manzan; Romeo e Giulietta di William Shakespeare, con la regia di Paolo Costantini.
Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico
supervisione artistica Antonio Latella
con gli allievi del Corso Accademico di II Livello in Recitazione Eva Cela, Pietro Giannini, Fabiola Leone, Irene Mantova, Riccardo Rampazzo, Daniele Valdemarin
29, 30 giugno
Risveglio di primavera
di Franz Wedekind
adattamento e regia Giovanni Ortoleva
3, 4 luglio
Freaks
liberamente tratto dal film Freaks di Tod Browning
regia Federica Rosellini
7, 8 luglio
Quando noi morti ci risvegliamo
di Leonardo Manzan, Rocco Placidi
regia Leonardo Manzan
12, 13 luglio
Romeo e Giulietta
di William Shakespeare
regia di Paolo Costantini
Si avvisa che le date e gli orari potranno subire variazioni.
Per aggiornamenti consultare il sito www.festivaldispoleto.com
“Uffa, che barba! Uffa, che noia!”
Con questa frase si concludevano gli episodi di Casa Vianello, la sit-com televisiva che vedeva protagonisti Sandra Mondaini e Raimondo Vianello; dopo una giornata condita da episodi rocamboleschi, equivoci, comici litigi, la coppia si augurava la buonanotte con questa frase pronunciata dalla Mondaini, che diventò quasi uno slogan capace di entrare nel gergo degli italiani. Una frase che ormai associamo naturalmente a qualcosa di noioso, ripetitivo; i ragazzi spesso la utilizzano quando vengono chiamati dagli adulti a fare qualcosa che non vorrebbero fare, come ad esempio studiare. Per gli adulti, forse, è invece diventata una sorta di sentenza da applicare alla politica, quando continua a riproporci lo scenario di sempre senza alcuna novità o addirittura speranza. È una frase buffa che ci aiuta a sdrammatizzare, a volte, le miserie della vita, il non-senso del quotidiano.
È possibile che continuare gli studi dopo un triennio di Accademia, prolungarli per altri due anni, potrebbe essere un percorso da liquidare con un perentorio “Uffa, che barba!”. Eppure lo studio ricercato, scelto e voluto, che accresce ulteriormente il nostro bagaglio di conoscenze, può prepararci davvero alla prova del lavoro. Intitolare un biennio “Uffa, che barba!” non vuole essere una provocazione, ma una tematica su cui orientare due anni di studio, confronto e verifiche; due anni dedicati al tema della “barba” declinato in tutte le sue varianti: la noia, certo, ma anche le infinite barbe che popolano i testi teatrali o letterari, le favole, le barbe di personaggi realmente esistiti o quelle dei protagonisti della settima arte. Una frase ironica, quindi, che possa accompagnarci offrendo la possibilità di indagare più linguaggi e più mondi di espressione artistica.
Antonio Latella
Regista, drammaturgo e pedagogo di fama europea, vive a Berlino dal 2004. Studia recitazione presso la scuola del Teatro Stabile di Torino diretta da Franco Passatore e la Bottega Teatrale di Firenze fondata da Vittorio Gassman. Ma è il lavoro di regista, che inizia nel 1998, a conferirgli fama nazionale ed europea, portando i suoi spettacoli nei massimi teatri e festival internazionali. La sua carriera da regista gli conferisce innumerevoli premi tra cui: nel 2001 il Premio Ubu per il Progetto Shakespeare e oltre; nel 2005 il Premio Nazionale dell’Associazione Critici di Teatro per La cena de le ceneri, miglior spettacolo dell’anno; nel 2007 il Premio Ubu per Studio su Medea miglior spettacolo dell’anno; nel 2012 il Premio Hystrio alla regia; sempre nel 2012 il Premio Ubu per la miglior regia per Un tram che si chiama desiderio; nel 2013 il Premio Ubu per la miglior regia con Francamente me ne infischio; nel 2014 è finalista del Nestroy Prize di Vienna per Die Wohlgesinnten; nel 2015 vince il Premio le Maschere del Teatro per Natale in casa Cupiello; nel 2016 il Premio Ubu per Santa Estasi, miglior spettacolo dell’anno; nel 2019 il Premio Ubu per Aminta; nel 2021 il Premio Ubu per Hamlet, spettacolo dell’anno. È il primo regista di formazione italiana e autore ad essere selezionato per il Theatertreffen del Berliner Festspiele, selezione dei dieci migliori spettacoli di lingua tedesca nel 2020. Nel 2011 fonda la sua compagnia “stabilemobile”. La Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta lo ha nominato direttore del settore Teatro per il quadriennio 2017/2020. Dal 2010 è docente e pedagogo presso le più importanti Scuole di Teatro italiane: Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma, Teatro Stabile di Torino, Piccolo Teatro di Milano, Scuola Civica Paolo Grassi di Milano.
Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico
Uffa che barba!
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