Alexandre Tharaud
Benjamin Millepied
Unstill Life
Da quando nel 2012 ha fondato il L.A. Dance Project, Benjamin Millepied – fra i danzatori e coreografi più talentuosi del panorama contemporaneo – si è dedicato principalmente alla creazione artistica. A rendere esclusiva la sua presenza al Festival dei Due Mondi è il ritorno in palcoscenico come ballerino, dopo oltre dieci anni, per il nuovo progetto con il pianista Alexandre Tharaud – figura unica nel mondo della musica classica e esponente di punta della scuola francese.
Direttore dell’Opéra National de Paris dal 2014 al 2016 e consacrato sul grande schermo dal film Il cigno nero con l’attrice Natalie Portman, divenuta poi sua moglie, Millepied condivide con Tharaud il palcoscenico del Teatro Romano in Unstill Life, una serata eccezionale che porta ai vertici la relazione tra danza e musica.
«Da bambino volevo diventare un ballerino – racconta Alexandre Tharaud – irresistibilmente attratto dall’Opera di Parigi, mentre Benjamin sognava di fare il pianista, prima di diventare il grande ballerino e coreografo che conosciamo. Per mancanza di talento, non ho proseguito con la danza classica. Ma il pianoforte mi ha accolto a braccia aperte. Benjamin e io ci siamo incontrati qualche anno fa in Place des Vosges a Parigi. Quel giorno si è accesa l’idea di una residenza all’Opera, durante la quale avrei tenuto dei concerti e partecipato ad alcuni balletti ispirati al repertorio pianistico. Il tempo è passato e oggi le nostre strade si incrociano di nuovo in un progetto più intimo, quello di un incontro faccia a faccia tra le nostre arti. Se tutta l’opera di Benjamin è profondamente legata alla musica, credo di poter dire che il mio modo di suonare non sarebbe stato quello che è senza i miei anni di danza da bambino, la mia disciplina del corpo e la mia passione per la danza, che si rinnova continuamente».
diretto, coreografato e interpretato da Benjamin Millepied
pianoforte Alexandre Tharaud
coprodotto da L.A. Dance Project, Nuits de Fourvière
collaboratore artistico Olivier Simola
drammaturgo Loïc Barrère
costumi Camille Assaf
PROGRAMMA MUSICALE
Jean-Philippe Rameau
da Suite in la minore RCT 5
Gavotte
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Erik Satie
Gnossienne n. 5
Pièces Froides: Danses de Travers, I
Gnossienne n. 3, Lent
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Johann Sebastian Bach
Partita in do minore BWV 826
(registrato)
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Franz Schubert
Quattro Improvvisi per pianoforte, op. 90, D. 899 n. 3
in sol bemolle maggiore Andante mosso n. 2
in mi bemolle maggiore Allegro
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Ludwig van Beethoven
Sonata per pianoforte n. 32 in do minore, op. 111
Testo di Maria Luisa Buzzi
Due traiettorie d’arte e vita allo specchio Unstill Life. Quella di un pianista di fama, Alexandre Tharaud, iniziato al balletto classico dalla madre con il sogno nel cassetto di diventare danzatore, e quella di un ballerino fuoriclasse, Benjamin Millepied, così profondamente legato alla musica da pensare da bambino un futuro come pianista.
Eppure, nella specificità della loro arte, nel loro essere entrambi francesi e quasi coetanei, oggi cittadini del mondo per via del mestiere con cui hanno raggiunto le più alte vette, hanno deciso di incrociare i loro sogni mancati in un progetto artistico che è un intrigante gioco di sinestesie e risonanze, di parole, gesti e musica. Leggero come l’aria, profondo, ironico e imprevedibile come la vita.
Principal dancer del New York City Ballet, Benjamin Millepied è cresciuto artisticamente nel tempio di George Balanchine e sotto l’ala di Jerome Robbins nella grande mela. Inaspettatamente nel 2011, all’apice della carriera, ha annunciato di voler lasciare le scene attratto dalla coreografia e da nuove esperienze. Il cinema, innanzitutto, il cui successo planetario dell’hollywoodiano Black Swan di Darren Aronovksy, film sui lati oscuri del balletto di cui ha firmato le coreografie, lo ha balzato al centro delle cronache e dei rotocalchi di mezzo mondo. L’amore per la coreografia lo ha poi proiettato nella fondazione del polimorfo L.A. Dance Project con il quale da dieci anni produce spettacoli e diffonde la cultura di Tersicore anche attraverso programmi di educazione al movimento in quartieri disagiati. Passato nel 2022 alla regia in prima persona con una nuova versione cinematografica di Carmen, dall’opera di Bizet, a sorpresa è riapparso sulle scene come danzatore a quarantasei anni compiuti e dopo una lunga pausa durata tredici anni.
«Torno a danzare» – confessa – «consapevole del mio corpo e del suo cambiamento, non per sfida ma per necessità». Così convinto da telefonare entusiasta all’amico Alexandre Tharaud, illustre esponente della scuola pianistica francese, per dar vita a un progetto congiunto in cui il dialogo tra musica e danza fosse protagonista. «Per risentire ancora una volta (“se non ora quando?” racconta intervistato) quell’ebrezza irripetibile del rapporto ravvicinato con il pubblico». Un ulteriore giro di vite a cui il titolo Unstill Life richiama.
Apparentemente più lineare la carriera di Alexandre Tharaud, concertista fin dalla tenera età senza battute d’arresto. Una carriera arricchita con collaborazioni inedite «per non restare prigionieri del proprio mestiere e diventare negli anni una caricatura di sé stessi». Sulla scena ha affiancato il cavaliere equestre Bartabas, la voce dell’African pop cinque volte Grammy Award Angélique Kidjo e l’attrice Juliette Binoche nello spettacolo teatrale Barbara. Mancava l’appuntamento con la danza, suo grande amore, tra le incursioni esterne all’attività concertistica, coronata da oltre quaranta incisioni pianistiche, inframmezzata dalla scrittura del libro autobiografico Montrez-moi vos mains in cui parla con la modestia che lo contraddistingue del suo mestiere: dai riti più intimi prima di affrontare il pubblico, al rapporto con le valige, la numerologia, la tastiera, le sue mani e quell’imponente creatura nera di più di cinquecento chili da tempi immemorabili a lui antistante.
«Sebbene le collaborazioni con altri artisti riguardino una dimensione omeopatica della mia carriera, faccio in modo che avvengano sempre perché per me sono fondamentali», spiega Tharaud «intermezzi al mio mestiere, che adoro. Guardiano di opere d’arte, l’interprete solo così si reinventa ogni volta di pari passi con l’evoluzione del mondo».
Per nulla stupito dalla telefonata ricevuta da Millepied – i due avrebbero dovuto collaborare ai tempi della direzione del Ballet de l’Opéra de Paris del ballerino, ma non andò in porto – Tharaud accetta con entusiasmo la proposta: «Mi disse che desiderava tornare in scena e lo voleva fare con un pianista classico, con me. Trovavo bellissimo unire sulla scena un pianista che voleva diventare danzatore e un danzatore che avrebbe voluto diventare pianista».
Da qui muove Unstill Life, duetto di poetica raffinatezza su partiture di Jean-Philippe Rameau, Eric Satie, Johann Sebastian Bach, Franz Schubert, Ludwig van Beethoven, scelte di comune accordo dai protagonisti: pezzi pianistici che ispiravano il coreografo tra le hit del repertorio del pianista, a partire da quel Rameau la cui incisione, risalente a più di venti anni fa, fu galeotta per la conoscenza reciproca. Sulla Gavotte et ses doubles della Suite in La minore del compositore barocco, Millepied e Tharaud, dopo un fugace sguardo al centro del palcoscenico, iniziano il loro gioco tra passato e presente, infanzia e maturità. Come fagocitato alla Corte del Re Sole, le mani a ricordare le posture barocche, i piedi leggiadri in vivaci saltelli, il corpo di Benjamin visualizza la musica con presenza magnetica. Il flusso dei ricordi demandati narrativamente al supporto video in un montaggio curato dallo stesso Millepied, è una sequenza di immagini in bianco e nero: aspirazioni e confessioni, desideri e riflessioni si intrecciano in un racconto serrato dove le voci di entrambi si alternano. «La danza ha forgiato il mio corpo, ma è il piano solo a farmi sentire libero» esclama Alexandre, mentre Benjamin ribatte: «la musica mi ha portato alla danza molto presto».
Sulla magnetica Gnossienne n. 5 le mani corrono sulla tastiera, sospendono, si distendono mentre il video riporta i due protagonisti in scorribande infantili. Fino al momento in cui Tharaud abbandona inaspettatamente il suo sgabello, posa un LP sul giradischi e procede verso il centro del palco. Mentre il gracchiante disco, incisione leggendaria del genio di Toronto Glenn Gould della Partita 2 di Bach si diffonde, i due cominciano a danzare insieme manifestando un respiro comune negli incroci di braccia, nelle giravolte e persino nei sollevamenti. La veridicità della scena ancora una volta esalta l’interprete, creatore indiscusso di sé, che tutto trasforma. Potere intrinseco anche delle nuove tecnologie, della telecamera-occhio delle meraviglie che in presa diretta inquadra, ingrandisce, definisce dettagli di mani inarrestabili sulla tastiera. Ma anche riprese con effetti di duplicazione e slow motion del corpo del danzatore nello spazio.
Difficile descrivere cosa renda un interprete come Millepied così radioso e ammaliante negli impeccabili passi accademici e nei dettagli delle mani e del volto. Niente sembra off limits per lui anche se scherza con l’amico sulla mancanza di fiato dopo un’impegnativa variazione. L’età, una condanna per la professione del ballerino, in Unstill life felicemente bypassata dal ritrovamento di un fanciullino di pascoliana memoria nei corpi e nelle menti di entrambi. E di cui il giubilo improvvisativo del danzatore sulla conclusiva Sonata n. 32 di Beethoven, ultimo componimento per piano del gigante tedesco, già avvolto nell’isolamento della sordità, si fa felice visualizzazione della magniloquenza, combinata alla semplicità virtuosa, dell’arte di Tharaud. Tanto da stemperare con l’Arietta e le sue variazioni il profuso sentimento di angoscia beethoveniano in un desiderio di rinascita.
In 25 anni di carriera, Alexandre Tharaud è diventato una figura unica nel mondo della musica classica e un esponente di spicco del pianismo francese. La sua straordinaria discografia di oltre 25 album da solista, la maggior parte dei quali ha ricevuto importanti riconoscimenti dalla stampa musicale, presenta un repertorio che spazia da Couperin, Bach e Scarlatti, passando per Mozart, Beethoven, Schubert, Chopin, Brahms e Rachmaninov fino ai maggiori compositori francesi del XX secolo. L'ampiezza del suo impegno artistico si riflette anche nelle collaborazioni con teatranti, ballerini, coreografi, scrittori e registi, nonché con cantautori e musicisti al di fuori della musica classica. Tharaud è un solista ricercato, che suona con molte delle orchestre più importanti del mondo: i prossimi appuntamenti includono concerti con la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, l'Orchestre de Paris, l'Orchestre National de France, la Nederlands Philharmonisch Orkest, l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Tokyo Metropolitan Symphony, la São Paulo State Symphony Orchestra e la Cincinnati Symphony. Tra i recenti impegni concertistici figurano il Royal Concertgebouworkest, le orchestre di Cleveland e Philadelphia, la London Philharmonic e la hr-Sinfonieorchester di Francoforte. Come recitalista, Alexandre Tharaud è ospite regolare delle più prestigiose sale del mondo. Negli ultimi anni ha eseguito recital alla Philharmonie de Paris, alla Wigmore Hall, Muziekgebouw Amsterdam, Alte Oper di Francoforte, Teatro Colon Buenos Aires, Sala Sao Paulo e partecipato a numerose tournée in Giappone, Cina e Corea. Tharaud è un artista esclusivo di Erato Records. Nel 2019 è uscito il suo album Versailles che rende omaggio ai compositori associati alle corti dei re francesi Luigi XIV, XV e XVI. In precedenza, nel 2018, ha pubblicato un album con le tre ultime sonate di Beethoven. La sua discografia riflette un'affinità eclettica con molti stili musicali, con registrazioni recenti che includono un tributo alla cantautrice Barbara, un album di Brahms in duo con Jean-Guihen Queyras (partner abituale di musica da camera da 20 anni) e il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Rachmaninov. Nel corso della sua carriera ha realizzato registrazioni acclamate dalla critica di Rameau, Scarlatti, le Variazioni Goldberg e il Concerto Italiano di Bach, i 24 Preludi di Chopin e l'integrale pianistica di Ravel. Nel 2017 Tharaud ha pubblicato Montrez-moi vos mains, un racconto introspettivo e coinvolgente della vita quotidiana di un pianista. In precedenza, era stato coautore di Piano Intime, con il giornalista Nicolas Southon. È il soggetto di un film diretto dalla regista svizzera Raphaëlle Aellig-Regnier: Alexandre Tharaud, Le Temps Dérobé, ed è apparso nel ruolo del pianista "Alexandre" nel celebre film Amour di Michael Hanneke del 2012.
Benjamin Millepied è coreografo, regista ed ex primo ballerino del New York City Ballet. Nato a Bordeaux, in Francia, cresce in Senegal fino all'età di 5 anni, dove si avvicina alla danza. A undici anni inizia a ballare con Vladimir Skouratoff al Grand Theatre de Bordeaux. Dal 1990 al 1993 frequenta il Conservatoire National Superieur de Lyon, dove studia con Marie-France Dieulevin e Michel Rahn. Nel 1993 si trasferisce a New York per frequentare la School of American Ballet, dove studia con Stanley Williams e Adam Luders. Nel 1994, Millepied prende parte a un nuovo balletto di Jerome Robbins intitolato 2 and 3 part inventions. Nel 1995 entra a far parte del New York City ballet e nel 2001 ne diventa primo ballerino. Durante la sua permanenza al NYCB si esibisce in un vasto repertorio di opere di George Balanchine e Jerome Robbins. Al New York City Ballet interpreta ruoli in balletti di Jerome Robbins, Alexei Ratmansky, Christopher Wheeldon, Mauro Bigonzetti, Angelin Preljoçaj e Peter Martins.Millepied inizia a coreografare nel 2001. Nel 2002, mentre lavora al New York City Ballet, fonda la compagnia Danses Concertantes. Nel 2006 è coreografo in residenza presso il Baryshnikov Arts Center. In quell'anno crea l'assolo Years Later per Mikhail Baryshnikov. Dal 2005, Millepied coreografa per molte compagnie di danza, tra cui New York City Ballet, Paris Opera Ballet, San Francisco Ballet, American Ballet Theatre, Berlin Staatsoper, Mariinsky, Pacific Northwest Ballet, Lyon Opera Ballet. Nel corso degli anni, Millepied collabora con artisti come Mark Bradford, Christopher Wool, Barbara Kruger, Liam Gillick, Rodarte, Nico Muhly, e U.V.A. Nel 2010 interpreta e coreografa il pluripremiato film Black Swan di Darren Aronofsky, di cui è stato anche protagonista. Nel 2012 si trasferisce a Los Angeles e co-fonda il L.A. Dance Project. Dalla sua nascita, la compagnia tiene centinaia di spettacoli in sedi prestigiose in tutto il mondo e performance site-specific in luoghi non tradizionali. Nel 2018 Millepied apre 2245, una nuova sede per le prove e gli spettacoli del LADP a Los Angeles. Nel gennaio 2013, il Balletto dell'Opera di Parigi lo nomina nuovo direttore. Durante la sua direzione, Millepied crea un Dance Medicine Program all'Opéra di Parigi, lancia un palcoscenico digitale, commissiona nuovi lavori a William Forsythe, Jerome Bel, Wayne McGregor, Justin Peck, Crystal Pite, Tino Seghal, ripropone opere di Anna T. Keersmaeker e Maguy Marin e invita Batscheva per la prima volta all'Opéra. Si dimette nel 2016 per dedicarsi alla sua carriera di coreografo e regista. Un documentario sul periodo di permanenza di Millepied all'Opera di Parigi, intitolato Reset, può essere visto su Amazon. Nel corso degli anni, Millepied dirige anche film di danza. Recentemente ha realizzato del suo primo lungometraggio da regista, Carmen per Sony Pictures Classics. Millepied ha ricevuto in passato la prestigiosa borsa di studio "Bourse Lavoisier" del governo francese, ha vinto il Prix de Lausanne, ha ricevuto il premio SAB Mae. L. Wien Award for Outstanding Promise e United States Artists Wynn Fellow in Dance. Nel 2010 viene insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere dal Ministero della Cultura francese.
Marco Goecke
Sharon Eyal
Gai Behar
L–E–V
Marie Chouinard