by JAMES JOYCE
15: THE DEAD - Part 1
"Ogni vita è una moltitudine di giorni, un giorno dopo l’altro. Noi camminiamo attraverso noi stessi, incontrando ladroni, spettri, giganti, vecchi, giovani, mogli, vedove, fratelli adulterini. Ma sempre incontrando noi stessi."
James Joyce
Il progetto de_ I 4 DUBLINESI _(Wilde, Beckett, Joyce, Yeats) ha avuto inizio nel 2012 con la ripresa di Favole di Oscar Wilde ed ha avuto un secondo appuntamento con Beckett in camera da letto, due grandi successi, ora siamo a questo particolarissimo esperimento sullo spazio con The Dubliners/by James Joyce/15: The Dead - Part 1. L’anima della ricerca, secondo me, è proprio legata allo spazio scenico che ne condiziona ritmi e visioni, e certamente la meravigliosa chiesa di San Salvatore avrà la sua parte in questo allestimento. Niente palcoscenico come solo riferimento visivo, niente tribuna per il pubblico, solo una sorta di itinerario virtuoso che farà incontrare tutti i personaggi di Joyce come in una lunga panoramica, dove conosceremo le famose Epifanie dell’autore, che nella mestizia delle piccole storie di piccoli uomini, caverà dall’apatia e dalla immobilità del quotidiano quella luce poetica che alimenta un popolo privo di qualunque stimolo e qualunque proiezione. Joyce fugge da quella paralisi emotiva dei suoi concittadini, che nella serata dell’Epifania si celebra intorno ad un’enorme tavola per festeggiarsi, ipocritamente, tra canti e balli. Qui i morti, dice l’autore, sono più vivi dei vivi, loro hanno lottato fino all’ultimo…
Giancarlo Sepe
ideato e diretto da Giancarlo Sepe
con (in o. a.)
Giulia Adami, Lucia Bianchi, Paolo Camilli, Federico Citracca, Manuel D’Amario, Enrico Grimaldi, Ivan Marcantoni, Annarita Marino, Bruno Monico da Melfi, Caterina Pontrandolfo, Giannina Raspini, Federica Stefanelli, Guido Targetti
e con la partecipazione speciale di Pino Tufillaro
scene e costumi Carlo De Marino
musiche a cura di Harmonia Team
con la collaborazione di Davide Mastrogiovanni
organizzazione Teresa Rizzo
ufficio stampa Maya Amenduni
si ringrazia per la collaborazione Teatro La comunità di Roma, Unisider S.r.l., Fonolight S.r.l., Move & Show Service Future S.r.l., Irfe colore S.r.l., Francesco Lo Pinto, Petali di Sabrina Proietti
produzione Bis Tremila srl
1914 / 2014, a cento anni dalla pubblicazione di Gente di Dublino.
Inizia giovanissimo la sua attività teatrale formando una sua compagnia e allestendo testi comici del teatro russo e di narrativa contemporanea italiana e straniera. Sono moltissimi gli allestimenti di autori italiani e stranieri che ha curato nel corso della sua carriera registica, tra i più importanti: Williams, Brecht, Sartre, Vitrac, Gogol, Fonvizin, Jarry, Weiss, Pirandello, Fabbri, Cechov, Ibsen, Arrabal, E. De Filippo, Lorca, Strindberg, Rosso di San Secondo, Euripide. Fonda il Teatro La Comunità nel 1972 e dopo 10 anni di lavoro di ricerca e di laboratori teatrali raggiunge il successo con la Triade: In Albis, Zio Vania, Accademia Ackermann. Con quest’ultimo spettacolo debutta al Festival di Spoleto nel 1978 conseguendo un successo straordinario. Determinanti sono gli incontri con Romolo Valli, Lilla Brignone, Uberto Bertacca, alla fine degli anni ’70. Vince il premio UBU nel 1983 per Così è se vi pare con la grande Lilla Brignone. Nelle stagioni teatrali successive amplia i suoi progetti, confrontandosi con altri artisti della scena "ufficiale" quali Mariangela Melato da cui scaturiscono: Vestire gli Ignudi, Medea, Anna dei miracoli, e con Aroldo Tieri e Giuliana Lojodice con i quali allestisce: Marionette che passione, Le bugie con le gambe lunghe e Care conoscenze e cattive memorie, Il Marito Ideale. Dal 1985 e per tre stagioni consecutive progetta e realizza tre spettacoli in cui definisce il suo linguaggio teatrale e il rapporto fra testo non drammaturgico e narrazione scenica. Si avvale a tale scopo di S. Fitzgerald, D’Annunzio, e l’opera omnia di Beckett. Nel 1992 realizza Pazza, con Ottavia Piccolo ed_ Edipo Re_ al teatro greco di Siracusa, con Giancarlo Sbragia; nel 1993 La storia di Zazà, con Milva; nel 1994 Macbeth, con Franco Branciaroli; nel 1996 Il re muore, con Paolo Ferrari. Nel 1997 debutta al Festival "La Versiliana" con E ballando… ballando che girerà per più di quattro anni in Italia e all’estero (in Sud America). Nel 1998 Sepe realizza Puccini, lavoro dedicato alle Opere e ai Personaggi del Grande Musicista e Lezioni di canto, con Paolo Ferrari; nel 1999 con Aroldo Tieri e Giuliana Lojodice L’amante inglese di Marguerite Duras. Sempre nel 1999 mette in scena Madame Bovary spettacolo di grande successo, ed allestisce Marathon - la città della musica, in prima al Festival "La Versiliana" e poi in tournée a Roma, Firenze e Napoli. Nel 2001 allestisce nel suo spazio del Teatro La Comunità, lo spettacolo Cine H approfondendo ancor di più la sua ricerca di un linguaggio teatrale che preveda una forte interazione tra parola e gesto, questo percorso è alla base anche del nuovo spettacolo con Monica Guerritore che debutta sempre nel 2001, Carmen, secondo capitolo di una ideale trilogia al femminile che si concluderà nel 2003 con La signora dalle camelie. Nel frattempo la sperimentazione dà vita, sempre nel 2001, ad un nuovo spettacolo al Teatro la Comunità: Favole di Oscar Wilde, lavoro di grande successo che proroga per quattro stagioni consecutive arrivando a toccare le 400 repliche e vincitore nel 2004 del premio ETI "Gli Olimpici Del Teatro" come miglior spettacolo d’innovazione. Riprende come attore sostituendo Aroldo Tieri nella stagione 2005 ne L’amante inglese. Nel 2006 crea per il Teatro la Comunità un ultimo gioiello: La casetta, disperato appello perché il teatro non chiuda e un nuovo omaggio a uno dei suoi autori preferiti durante la Notte Bianca: Cento anni in una notte: Beckett a palazzo Altemps. È in scena al teatro Eliseo di Roma con Shakesperaelow. Tra gli spettacoli che Sepe ama ricordare: Vienna, Atto senza parole, Iliade (Festival di Spoleto 1980), Casa di bambola, tutti presenti in festival di importanza internazionale quali il Festival di Nancy, il Festival di New York, La Versiliana Festival ed il Festival dei Due Mondi di Spoleto. Per la lirica ha curato nel 1979 per il Comunale di Firenze: Lucrezia Borgia di Gaetano Donizetti con Alfredo Kraus e la direzione di Gabriele Ferro. La Traviata per La Fenice di Venezia, direttore Marcello Viotti, rappresentata all’opera di Pechino in Cina. Cura spettacoli per Andrea Giordana di grande successo, quali Otello, Un ispettore in casa Birling e_ Il Bell’Antonio_. Nel 2010 idea e realizza per il Teatro Eliseo NAPOLETANGO, un successo che replica per 2 stagioni e porta anche al Coliseum di Londra. Poi nelle ultime stagioni: Il dr Jekyll e mr. Hyde – Morso di luna nuova (premio Le Maschere 2011) – Molto Rumore per nulla. _Beniamino _– Beckett in camera da letto, infine il grande successo di quest’anno: AMLETO (ovvero gravi incomprensioni all’Hotel du Nord) da lui scritto, ideato e diretto. Quest’anno ha allestito lo spettacolo _La professione della signora Warren _di George Bernard Shaw all’Eliseo di Roma.
Nata a Urbino nel 1985, frequenta il Corso propedeutico e biennio di pedagogia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica "Silvio d’Amico" e partecipa al Progetto di Alta Formazione presso Pontedera Teatro. Si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo presso La Sapienza di Roma. Prende parte agli spettacoli:_ Il canto di amore di Oreste_ di S. Cardone, _Inquietudine _di R. Bacci, _Amleto _di P. Borowski, Carillon cadere di R. Latini, _Il paese lontanodi _R. Corradino, _Fuori sede _di L. Pizzurro, Molto rumore per nulla di G. Sepe.
Nata a Urbino nel 1985, frequenta il Corso propedeutico e biennio di pedagogia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica "Silvio d’Amico" e partecipa al Progetto di Alta Formazione presso Pontedera Teatro. Si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo presso La Sapienza di Roma. Prende parte agli spettacoli:_ Il canto di amore di Oreste _di S. Cardone, Inquietudine di R. Bacci, Amleto di P. Borowski, Carillon cadere di R. Latini, _Il paese lontano_di R. Corradino, Fuori sede di L. Pizzurro, Molto rumore per nulla di G. Sepe.