Liv Ferracchiati, Alice Raffaelli
La morte a Venezia
Guardare ed essere guardati: la percezione dello sguardo sugli altri e su di noi.
Cosa significa guardare qualcuno e qual è l’effetto del nostro sguardo su chi lo riceve?
Ne La morte a Venezia di Thomas Mann, tra le spiagge di una Venezia ammalata e mortale, c’è la polarità della vecchiaia rappresentata da Aschenbach, che tende fino a consumarsi verso quella della giovinezza e del potenziale, rappresentata da Tadzio. Chi è oggi Tadzio per noi? Perché Aschenbach sembra ricordare la nostra incapacità di vivere, di creare, di agire?
Perché ci sediamo davanti a uno schermo a guardare indolenti, senza afferrare l’oggetto di bellezza e la vita, fino ad ammalarci dell’assenza e dell’inazione?
Guardare ed essere guardati, dunque, in una trazione perenne tra dionisiaco e apollineo, spinta creatrice dell’arte e mantenimento dell’ordine.
Lo sguardo dello scrittore si trasforma in flussi di pensieri fuori e dentro la scena, mentre l’Opera d’Arte, Tadzio, si esprime attraverso la danza, in un conflitto insolubile tra parola e corpo, tra carne e pensiero.
Tadzio è una possibilità di bellezza, una via di fuga e di immaginazione, forse persino di azione, ma è intoccabile e inarrivabile. La metafora della malattia di Gustav Von Aschenbach indagava per Mann la crisi dell’uomo contemporaneo e per noi significa esplorare le passività di oggi, le decadenze vere o presunte.
Parola e danza, allora, si incontrano e scontrano sullo sfondo di una Venezia ambigua, pericolosa, pestilenziale, come l’epidemia di colera che pare dilaghi misteriosamente nella laguna.
liberamente ispirato a La morte a Venezia di Thomas Mann
drammaturgia e regia di Liv Ferracchiati
con Liv Ferracchiati, Alice Raffaelli
movimento Alice Raffaelli
dramaturg Michele De Vita Conti
aiuto regia Anna Zanetti
assistente alla drammaturgia Eliana Rotella
scene Giuseppe Stellato
costumi Lucia Menegazzo
luci Emiliano Austeri
suono spallarossa
produzione Spoleto Festival dei Due Mondi, MARCHE TEATRO, Teatro Stabile dell’Umbria, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano -Teatro d’Europa
Prima assoluta
Si avvisa che le date e gli orari potranno subire variazioni.
Per aggiornamenti consultare il sito www.festivaldispoleto.com
Autore e regista italiano. Debutta nel 2016 con la sua prima scrittura e regia, Todi is a small town in the center of Italy. Nel 2015 fonda la compagnia teatrale The Baby Walk e inizia a scrivere e dirigere la Trilogia sull’Identità, esplorando il tema della strutturazione del genere: Peter Pan guarda sotto le gonne (Capitolo I, 2015), spettacolo premiato al Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro, Stabat Mater (Capitolo II, 2017) con cui vince il Premio Hystrio Nuove scritture di Scena 2017, Un eschimese in Amazzonia (Capitolo III, 2017), vincitore del Premio Scenario 2017. Nel 2017 Antonio Latella seleziona tre suoi lavori alla Biennale di Teatro. Ancora alla Biennale di Teatro 2020, una menzione speciale è stata attribuita dalla giuria a La tragedia è finita, Platonov, sua riscrittura dell’omonimo testo di Anton Čechov. È tra gli autori selezionati a partecipare all’edizione speciale École des Maîtres 2020, dedicata ai drammaturghi europei. È attualmente artista associato presso il Piccolo Teatro di Milano, per il quale ha realizzato Hedda. Gabler. Come una pistola carica (2022) da Ibsen e Come tremano le cose riflesse nell’acqua (2024), tratto dal Gabbiano di Čechov. Nel 2021 Marsilio Editori ha pubblicato il suo esordio nella narrativa: Sarà solo la fine del mondo. Con la produzione di MARCHE TEATRO, CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia, Teatro Metastasio di Prato ha messo in scena nel 2022 il testo Uno spettacolo di fantascienza _quante ne sanno i trichechi.
Nata a Rovereto nel 1991, nel 2010 si sposta a Milano per frequentare il corso di formazione per danzatori della scuola civica Paolo Grassi. Oltre al percorso triennale partecipa a vari workshop internazionali. Negli anni lavora come interprete per Enzo Cosimi e collabora con autrici/autori con percorsi e linguaggi variegati come Cristina Rizzo, Luca Veggetti, Francesco Marilungo, Irene Russolillo, Camilla Monga, Ariella Vidach. Dal 2015 si affaccia al mondo della prosa grazie alla collaborazione con la compagnia The Baby Walk (nel progetto Trilogia sull’identità). Nel 2018 è tra le finaliste del Premio Ubu in categoria miglior performer under 35. Fa parte di alcune realtà milanesi accumunate dall’interesse per la transdisciplinarietà (in campo performativo) come Kokoschka Revival, Fragile Artists e muovimi.
Davide Enia
Leonardo Lidi
Isabelle Adjani
Luca Marinelli
Fabian Jung