“Guardavo le macerie e immaginavo il futuro”
Quando il design, quello che emoziona, incontra il territorio umbro.
Si chiama Canapa Nera “Guardavo le macerie e immaginavo il futuro” l’installazione realizzata dalla Regione Umbria, un progetto che vede l’Accademia delle Belle Arti Pietro Vannucci diretta da Paolo Belardi lavorare con l’atelier milanese dell’artista Daniela Gerini.
Un algido muro bifronte per raccontare la storia di un popolo coraggioso la cui economia è pronta al rilancio. C’è il grigio, memoria della pietra urbana della Basilica di San Benedetto a Norcia, e poi ci sono i colori esplosivi della fiorita di Pian Grande. Due lati di una stessa opera legati da un sottile ed emozionante filo comune. Un’installazione che viene dalla ricerca non solo scientifica, ma anche artistica.
Canapa Nera è la crasi perfetta tra il fiume Nera e la resistente fibra, la cui lavorazione fa parte dei saperi del territorio umbro. In particolare, la dorsale appenninica che attraversa il territorio, è da sempre una realtà italiana tra le più dedite alla coltura della pianta. Non a caso proprio qui ha sede il Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco che, oltre ad una vasta documentazione storica sul suo utilizzo, ospita un centro produttivo dove viene materialmente lavorata la canapa per dare vita a prototipi innovativi e sperimentali. Con le materie prime della canapa si possono produrre, in modo pulito ed economicamente conveniente, tessuti, carta, plastiche, vernici, combustibili ed anche un olio alimentare di altissime qualità. Oggi, ad esempio, si fa largo impiego della canapa nella costruzione di casa nell’ambito dell’architettura ecosostenibile. Se è vero che la ricostruzione dell’Umbria post sisma impone un cambio di passo dal “dov’era, com’era” ad una riflessione sulla qualità architettonica e sulla necessità di una nuova cultura dell’uso dei materiali da impiegare nel futuro, perché non affrontare la ricostruzione, risollevando l’economia locale, grazie alla canapa? Non solo una riedificazione di case e chiese, ma anche la riaffermazione della fiducia nelle persone. In questo processo così delicato che è quello della ricostruzione, bisogna ritrovare le condizioni affnché una comunità, dopo aver subito un trauma, torni a guardare al futuro con rinnovata energie e speranza. Abitare non è solo un atto materiale (“house in motion”), ma è anche un atto immateriale (“house in emotion”). Allo stesso modo, il compito della ricostruzione non è solo quello di restituire una casa, ma è anche quello di custodire un’identità. Traghettando i ricordi e le speranze oltre l’emergenza.
informazioni:
committenza
Regione Umbria
coordinamento generale
**Accademia di Belle Arti "Pietro Vannucci" di Perugia **
concept e progetto dell’allestimento
_Accademia di Belle Arti "Pietro Vannucci" di Perugia _
Paolo Belardi, Paul H. Robb, Matteo Scoccia
concept e realizzazione opere d´arte su tela di canapa
Studio Daniela Gerini
Daniela Gerini
supporto tecnico
Museo della canapa di Sant´Anatolia di Narco
testi delle pubblicazioni a cura di
Cristiana Mapelli