IL TRADIMENTO DELLE ÉLITES GENERA MOSTRI… TRUMP
Avremo quattro anni della presidenza più spettacolare della storia, al confronto impallidiranno i ricordi di Obama, Reagan, Kennedy... Raccontando le gesta di The Donald, uno spettacolo di "giornalismo teatrale" per offrire agli spettatori un viaggio nei nuovi populismi, le loro cause, le loro conseguenze.
Uno schema a quadri, accompagnato dai musicisti Valentino Corvino e Roberta Giallo, e la colonna sonora su musiche di Bob Dylan i Rolling Stones: perché li ha usati ampiamente Trump nei suoi comizi, ma anche perché i loro testi sono "cattivi", aggressivi, provocatori.
La storia e il ritratto di un affarista controverso, bancarottiere seriale, molestatore di Miss Universo, inventore di un reality-tv di successo, fino alla sua improbabile ascesa alla Casa Bianca. Come l’establishment lo sbeffeggiò fino all’ultimo, quali e quante enormità riuscì a fare in campagna elettorale, risollevandosi sempre.
L’America che lo ha votato, dopo avere eletto due volte Obama, è un’ "altra" nazione? Irriconoscibile, deformata, impazzita? O invece le cause del disagio sociale erano già ben visibili prima, e lui le ha intercettate sconvolgendo tutte le regole del politically correct?
Cosa c’è di "rivoluzionario" nel linguaggio di Trump, e perché ha saputo dire anche delle verità scomode sull’immigrazione, la globalizzazione.
L’Età del Caos. Prima e dopo Trump, dalla vecchia Europa erano nati i movimenti populisti e il fascino crescente dell’Uomo Forte: Putin, Erdogan, Xi Jinping. E dopo Brexit in Europa, le elezioni in Francia e Germania ci offriranno aggiornamenti continui e variazioni sul tema...
Le promesse tradite dalla globalizzazione. Doveva renderci tutti più ricchi, almeno nei proclami del pensiero unico neoliberista. Come e perché si è trasformata in un livellatore delle diseguaglianze Nord-Sud (Cindia) ma al tempo stesso in una feroce macchina di impoverimento dei lavoratori e del ceto medio dentro le nostre società occidentali.
La società multietnica e le sue fragilità. New York e la California come modelli positivi: non hanno guarito però la paura dell’America profonda. L’Europa e la sfida dell’immigrazione islamica. Perché l’ondata di arrivi dal Nordafrica e dal Medio Oriente pone problemi diversi rispetto a immigrazioni precedenti.
Guarire la democrazia, o cedere alle tentazioni autoritarie? Gli anni Trenta ci hanno insegnato qualcosa?
Questi alcuni dei temi trattati e gli interrogativi ai quali Federico e Jacopo Rampini tentano, in teatro, di dare una spiegazione.
di e con Federico e Jacopo Rampini
e con le musiche eseguite dal vivo da
Valentino Corvino violino, elettronica
Roberta Giallo voce
luci, video e regia Angelo Generali
produzione Corvino Produzioni
si ringraziano l’Associazione ABC – Bologna e Alessandro Ruggeri
Dal 2009, da New York racconta l’America nei suoi risvolti economici, sociali e di costume; dalla Grande Mela, infatti, è corrispondente per La Repubblica. Prima è stato in Cina, corrispondente dello stesso quotidiano, e da qui ha raccontato gli scenari asiatici. Segue spesso come inviato i grandi vertici internazionali (G-8, G-20, World Economic Forum di Davos), nonché le vicende della Casa Bianca, essendo giornalista accreditato presso la Presidenza degli Stati Uniti d’America. Oltre alla sua attività giornalistica, Rampini è uno speaker affascinante e competente che spazia dai temi dell’economia (scenari e tendenze globali, prospettive dei mercati finanziari, dinamiche del rapporto Usa-Cina-Europa, innovazione tecnologica, il settore dell’energia, quello manifatturiero e agroalimentare, la cronistoria della grande crisi vista dai massimi esperti americani), a quelli del lifestyle e delle tendenze sociali e di costume (nuovi stili di consumi, salutismo, ambientalismo, la Slow Economy, ovvero i modelli di crescita post-crisi, Internet, la rete e le nuove fonti di conoscenza e informazione), fino agli scenari italiani, raccontando il nostro Paese dal punto di vista dall’America e dalla Cina. Federico Rampini è membro del Council on Foreign Relations con sede a New York e Washington; il CFR è il più importante think tank di geopolitica e geoeconomia americano. È autore di numerosi saggi, tradotti in diverse lingue. Per citare i più recenti: Banchieri. Storie dal nuovo banditismo globale (Mondadori), All you need is love. L’economia spiegata con le canzoni dei Beatles (Mondadori),_ Rete padrona. Amazon, Apple, Google & co. Il volto oscuro della rivoluzione digitale_ (Feltrinelli), L’età del caos. Viaggio nel grande disordine mondiale (Mondadori), Il tradimento. Globalizzazione e immigrazione, le menzogne delle élite (Mondadori). In teatro ha scritto e portato in scena tre spettacoli: Occidente estremo (2012), _L’economia spiegata con i Beatles _(2014) e L’età del caos (2017) tutti prodotti e distribuiti da Promo Music - Corvino Produzioni.
Nato a Roma, si è formato come attore all’American Academy of Dramatic Arts e allo Stella Adler Stdio di New York, oltre che all’American Conservatory Theatre di San Francisco. Ha vissuto a Milano e a Parigi, dove si è laureato in Lettere e Filosofia presso la Sorbonne, per stabilirsi poi a New York dove lavora sia nel teatro che in televisione. Fra gli altri, ha interpretato il giovane Stalin nella serie The World Wars per History Channel (2014), e su Netflix ha recitato in Medici: Masters of Florence (2016), e Brown Nation (2016).