LE MILLE E UNA NOTTE - IV ORA
Raccontare storie può ancora salvare una vita? Una donna che racconta storie, può finalmente condividere anche la propria?
Un re, dopo essere stato tradito dalla regina, decide di sposare una donna ogni sera, per poi ucciderla il mattino seguente. Shahrazàd, si offre come moglie e, insieme alla sorella Dunyazàd, escogita un piano per sopravvivere al sultano: prima di addormentarsi, Dunyazàd chiede a Shahrazàd di raccontarle un’ultima storia che non deve finire prima dell’alba e se il sovrano desidera conoscere la fine del racconto dovrà accordarle un nuovo giorno di vita. Shahrazàd, raccontando storie meravigliose, mette fine così alla catena di esecuzioni. Questa è la storia in cui si inquadrano i racconti de Le mille e una notte. Il progetto è ambientato la notte prima del matrimonio. Cinque donne provano a raccontare una storia, sempre la stessa, la loro, quella di Shahrazàd. Interrogano l’oggi per scoprire l’inaspettato nascosto nel quotidiano, riscoprendo il sentimento della meraviglia come principio vitale. Lavorano alla creazione di un personaggio che si è sempre nascosto dietro le parole. Portano alla luce la complessità del femminile, dall’infanzia alla vecchiaia, mettendosi in gioco in prima persona. E lo fanno attraversando molti linguaggi: partendo dalla letteratura, utilizzano strumenti dell’antropologia, giocano a mischiare elementi del teatro di figura (burattini, ombre, pupazzi, marionette) e sperimentano nuovi mondi sonori. Le meraviglie dei racconti de Le mille e una notte si materializzano in immagini fuori dal comune, costruite da oggetti fantastici in una loro personale Wunderkammer. I gabinetti delle meraviglie del ‘700 erano collezioni di oggetti che raccoglievano la ricchezza della natura e delle attività umane; mondi esotici per interrogarsi sul proprio posto nell’universo, perdendo sé stessi nella contemplazione, aprendo le porte all’utopia e al paradosso enigmatico.
Note di regia
Lo spettacolo esplora il rapporto con la morte. Shahrazàd, immersa nel suo studio, ha paura, vorrebbe trovare un modo per evitare di essere il prossimo anello della catena di uccisioni. Insieme alla sorella ripercorre la storia che ha scatenato la sequenza di morte in uno spettacolo che fonde musica dal vivo, ombre, pupazzi, marionette e parole de Le mille e una notte. In scena le sorelle animano con la musica un uomo/pupazzo per sperimentare il rapporto con il maschile; perdono il controllo e sono costrette ad ucciderlo. Come in uno studio anatomico, le ossa circondano la protagonista e rimandano alla ricerca delle proprie origini e della conoscenza dell’uomo. Le loro ombre rimandano a un mondo trasfigurato che si contrappone alla realtà. Ossa di animali compongono una marionetta, una creatura magica che simboleggia il ricordo e l’eredità che Shahrazàd lascerà alla sorella.
Il pubblico è accompagnato in sala da un’installazione sonora nel foyer che trasmette voci di donne in varie lingue. Voci che s’intersecano con quelle delle protagoniste, riproponendo il rapporto tra singolare, duale e plurale presente nella lingua araba e immerge il pubblico in un mondo femminile e conturbante.
Spettacolo finalista alla Biennale Teatro College - Registi under 30 - 2018 _
concept, regia, drammaturgia **Silvia Rigon **
regia, scenografia, ideazione e realizzazione figure **Lucia Menegazzo **
attrice, performer **Barbara Mattavelli **
sound design, musicista, performer **Federica Furlani **
producer **Christina Lidegaard **
sartoria Silvia Collavizza
con il sostegno di** RAMI - Residenza Artistica Multidisciplinare Ilinxarium e di Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello - CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro) **