Torna la fortunata rassegna dei concerti di mezzogiorno, che l’anno scorso ha fatto registrare sempre il tutto esaurito. Per tre settimane, attorno ai grandi titoli del cartellone, da Ariadne auf Naxos a Orfeo fino a Baubò, otto appuntamenti di musica da camera all’Auditorium della Stella e alla Chiesa di Sant’Agata guidano il pubblico alla scoperta del rapporto tra il mito e la musica, con quell’attrazione che ha accompagnato quest’ultima per tutta la sua storia, tra la ricerca di modelli e il loro superamento.
Come da tradizione, due appuntamenti sono affidati ai musicisti della Budapest Festival Orchestra in residenza. La rassegna prosegue con la presenza a Spoleto di uno dei più interessanti ensemble dei nostri tempi: l’americano JACK Quartet è un’ospite d’eccezione con i suoi quattro giovani musicisti conosciuti in tutto il mondo come i più innovativi interpreti della musica contemporanea.
Raffaele Pe, già protagonista nel ruolo del titolo dell’Opera Orfeo ed Euridice di Gluck al Teatro Nuovo, fa la sua apparizione anche nel concerto del suo ensemble La Lira di Orfeo, collettivo di musicisti, artisti e ricercatori con i quali sta rivoluzionando il modo di eseguire musica barocca, proponendo un repertorio in continua riscoperta.
Grande ritorno per i musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia, eccellenza assoluta del territorio, che nei concerti successivi si esibisce con programmi dalle combinazioni originali e sempre innovative.
Si avvisa che le date e gli orari potranno subire variazioni.
Per aggiornamenti consultare il sito www.festivaldispoleto.com
Mitologie.
Un gioco di sottili corrispondenze attraversa da sempre il mito e la musica, rendendo affini questi due potentissimi «metalinguaggi della nostra civiltà».
Il primo attinge dall’altro un ventaglio di suggestioni sonore e un ampio corollario di strumenti; il secondo attinge contenuti narrativi esemplari e un infinito bagaglio di simboli, da poter adattare (o demistificare) a piacimento lungo l’asse cronologico, a seconda delle esigenze. Come leggere nella maniera più corretta un mito? Di certo non da sinistra a destra, semplicemente. Piuttosto procedendo in senso verticale, per così dire da cima a fondo. Proprio come si farebbe con una qualsiasi partitura musicale, «sapendo che è necessario cogliere il senso dell’intera pagina».
Ogni volta alterato e diverso, eppure ogni volta riconoscibile, il mito ama abitare luoghi anfibi, e sfuggenti: annuncia la verità producendo finzioni (artistiche). I mondi mitologici sembrano allora essere stati costruiti solo per essere nuovamente disgregati: nuovi mondi possono così essere edificati a partire da questi frammenti. Per coglierne il senso profondo è necessario rovesciare il proprio sguardo critico... e tenerci in ascolto.
Questa piccola rassegna di concerti prova a farlo con una domanda: sono eterni questi miti e dobbiamo farci i conti o possono essere ricaricati di sempre nuovi significati?
Marco Ferullo
Musicisti della Budapest Festival Orchestra
Musicisti della Budapest Festival Orchestra
Musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia
JACK Quartet
La Lira di Orfeo
Musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia
Musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia
Musicisti dell’Orchestra da Camera di Perugia
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