Lo spettacolo_ NESSUNO torna ad Itaca “Si non se noverit!”_, annunciato lo scorso Festival in continuità con NESSUNO analizza le condizioni di origine famigliare e sociale dei reclusi, i motivi e gli sviluppi delle devianze, gli ambienti della propria crescita, la relazione con le vittime dei reati commessi. La drammaturgia è basata su una tessitura di testi che trattano: la condizione carceraria, la pena, la pena di morte, il carnefice e le vittime, su adattamento e testi composti dagli stessi interpreti.
Come ampiamente dimostrato gli interventi scolastici, culturali e teatrali hanno elevato il livello di consapevolezza intorno alla necessità di questi strumenti nella gestione dell’esecuzione penale, l’attività teatrale è considerata oggi fondamentale nel potenziamento della formazione culturale e della crescita personale.
La dirigenza scolastica dell’IIS Sansi Leonardi Volta e i docenti, favoriti dall’indirizzo di studio, hanno investito risorse umane ed economiche, congiuntamente all’amministrazione Penitenziaria di Maiano, alla Polizia Penitenziaria, all’Ufficio di Sorveglianza e ai tanti professionisti del teatro che generosamente, per sei anni di attività teatrale aperta al pubblico esterno, hanno contribuito a rendere gli spettacoli di Maiano un appuntamento al Festival dei Due Mondi.
Personalmente ritengo la preparazione dello spettacolo come la parte più importante del processo creativo e compositivo; più dell’esibizione, è l’ambito dove si sviluppano la necessità dei ristretti di comunicarsi, l’esigenza di emozioni, di crescita e di affermazione del sè.
“L’intero è molto più della somma delle parti”, il percorso che porta allo spettacolo è dunque parte fondamentale per il percorso personale e di gruppo nell’ambiente detentivo.
“Con il teatro”, ha detto un detenuto dopo lo spettacolo, “puoi essere tutto, dietro le sbarre non sei niente, un rifiuto umano... ma in teatro puoi interpretare chiunque, in teatro puoi valere, in teatro rivivo”.
L’attività teatrale restituisce identità, personalità, pensiero, il palcoscenico è il transito, diventa il nodo di scambio tra dentro e fuori tra persona libera e detenuto, dove lo spettatore si immerge nello spazio detentivo e si confronta con il condannato.
Giorgio Flamini
Une cage – une piège où se déroule une siège: una gabbia, una trappola dove si svolge un assedio.
Questo lo scenario di Victims NESSUNO torna ad Itaca “Si non se noverit”. Uno spazio scenico ridotto all’essenziale: una cella che sprofonda nel terreno posta al centro della platea, circondata dal pubblico, rigorosamente diviso in settori di sorveglianza, a sua volta circondato da cancelli.
In apparenza più un ring che una cella, ad ospitare l’agone, la contesa di corpi, di sguardi, di parole. Una gabbia destinata a inabissarsi.
Attori e Attori-detenuti chiamati a confrontarsi con Personaggi la cui identità di condizione con l’Attore (più personaggi sono, a loro volta, detenuti) illumina la massima distanza sul piano dell’esperienza personale, mettendo a dura prova la capacità attoriale.
Testi asciutti fino alla non-rappresentabilità, la cui esiguità sul piano degli accadimenti rappresentati demanda la propria attrattività alla fisicità degli interpreti, alla loro capacità di tenuta dello sguardo e dello spazio scenico. Un assedio in una trappola, si diceva, un assedio a cerchi concentrici: di Maurice a Yeux Verts, il perno di un gioco a tre (o a quattro, se si considera il non secondario ruolo della guardia) giocato sulla seduzione e la sottomissione; l’assedio di Lefranc a Maurice per arrivare a Yeux Verts, per impossessarsi, attraverso un omicidio compiuto a freddo – da intellettuale – della capacità di crimine vissuta con forza primigenia; ma, alla fine, nonostante il doppio sacrificio che Lefranc celebra (di Maurice, ma anche della propria imminente libertà) la messa in scena di una disfatta: quella dello sguardo intellettuale fascinato dalla detenzione, respinto e allontanato da chi il crimine l’ha vissuto come accadimento e ora lo respinge con orrore rievocandolo “come un treno che mi è passato sopra”.
Roberta Galassi
regia e scene Giorgio Flamini
aiuto regia** Sara Ragni, Calogero Rocchetta, Pina Segoni**
coreografie e movimenti coreografici Laura Bassetta e Mariolina Maconio
coreografia flamenco Lorena Salis
direttore del coro Francesco Corrias
luci **Laura Bassetta **e Alberto Iacarella
costumi Pina Segoni
scenotecnica Michele Zualdi
direttore di scena Calogero Rocchetta
interpreti e personaggi
**Luisa Borini **madre di J. Genet
**Elisa Costantini **la Santa
**Antonietta De Santis **madre di J. Genet
Roberto Di Sibbio Garcin, Lefranc
Francesco La Forgia Maurice
**Beatrice Leonardi **ragazzina, Eco
**Cosimo Marino **Occhi Verdi Narciso
Pasquale Marino Sorvegliante
**Peter Osadaye **Palla di neve, San Giovanni
**Loredana Paggi **Estelle
**Antonio Piemonte **Valletto
Sara Ragni Ines
**Lorena Salis **Salomè
danzatrici
Anna Borini, Luisa Borini, Margherita Costantini, Valeria Di Loreto, Giulia Melchiorri, Manuela Milone, Maria Serena Perna, Chiara Veronesi
figuranti
Eugenio Balducci, Francesca Sarra
flamenco
Lorena Salis (Sangre, poja, Salomè)
con danzatori detenuti
coro Adcantus Ensemble Vocale
diretto da Francesco Corrias
solista Lucia Napoli
soprani Paola Andreani, Sabrina Bartoloni, Norma Boncompagni, Maria Chiara D´Oronzo, Maria Beatrice Goretti, Barbara Palcani, Rita Pallucca, Cristiana Peppoloni, Stella Visciola
contralti Alessandra Angelini, Marta Perugini, Valentina Ranucci, Tiziana Santoni, Francesca Venturini
tenori Giuseppe Benedetti, Andrea Franchini, Fabio Lima, Gianni Martina, Giacinto Montenovo, Alessandro Panchini, Giuseppe Pippi, David Sciacca, Paolo Scipio, Federico Tonioni, Vittorio Zanon
bassi Aldo Messina, Feliciano Nalli, Alessandro Pedrazzi, Marco Pimpinicchi, Claudio Sarrini
arpista Rachele Spingola
e con i detenuti attori, cantanti, danzatori, drammaturghi, scenografi, costumisti della compagnia #SIneNOmine:
Calogero Rocchetta, Roberto Di Sibbio, Cosimo Marino, Francesco La Forgia, Pasquale Marino, Antonio Piemonte, Peter Osadaye, Mario Abbatiello, Bilali Amed, Cuni Bardok, Massimo Bevilacqua, Jacob Owusa, Piero Pavone, Vito Monno, Vincenzo Mazzone, Angelo Cacisi, Davide Granato, Silvestro Indelicato, Luigi Imparato, Pietro Trubia, Carlo Zizzo, Pietro Tondo, Antonio Romito, Pasquale Scafo, Rodolfo Caforio, Salvatore Vigorito, Giosuè Perrelli, Rosario Pizzone, Attilio Surace, Leonardo Grippi, Giuseppe Furina, Francesco Talia, Ivan Mattia, Mario Siniscalchi, Giuseppe Fabiano, Natale Caterino, Giuseppe De Felice, Cosimo Cecconi, Alessandro Arcabascio, Abramo Saulino, Michele Cannatà, Salvatore Maddiona, Vincenzo De Falco, Alessandro Di Simone, Francesco Ferraioli, Vincenzo Di Maio, Mario De Miro, Giuseppe Buonerba, Biagio Rapicano, Patrizio Corcione, Salvatore Silenzio, Gino Montalto, Carmine Caso, Vincenzo Pignatiello, Giuseppe Zacometti, Angelo Perna, Sebastiano Petrone, Girolamo Montalto, Giovanni Bartolucci, Salvatore Fanulli, Angelo Mondella, Vincenzo Tripodi, Francesco Gravagna, Antonio Galeone, Armand Arapi, Roberto Calidonna, Vincenzo Balsamo Castrese, Carlo Zizzo, Orazip Ficarra
collaboratori Sabrina Cardinali, Rita Cerioni, Diletta Masetti, Michele Zualdi
musiche di Fiorenzo Carpi, Ramberto Ciammarughi, Francesco Corrias, Georg Friedrich Händel, Zoltán Kodály, Igor´ Fëdorovič Stravinskij, Barbara Strozzi, John Tavener, Gian Maria Testa
arrangiamenti originali di Francesco Corrias
Richard Strauss Salomè, Edith Piaf La Foule, **Cocorosie **Beautiful Boyz
testi Ovidio Le metamorfosi, Oscar Wilde Salomè, Ballata del carcere di Reading, Albert Camus Riflessioni sulla pena di morte, **Jean Genet **Sorveglianza speciale, Dario di un ladro, Jean Paul Sartre _Santo Genet, Porta chiusa, _Mattia Esposito _Nascere in carcere, _**Bertold Brecht **Canzone di una puttana
adattamento testi attività di alternanza scuola lavoro e Pon inclusione #SineNomine
fotografi #SIneNOmine, Vincenzo Porfilio, Kim Mariani, Luciano Grasso, Giancarlo Capozzoli
trailer e riprese #SIneNOmine e Videomaker di Giovanni Barchi
service Alberto Iacarella, Alberto Savarese e tecnici della polizia penitenziaria
scenotecnica e opere in ferro realizzate dai detenuti della Mof con gli agenti responsabili
sponsor di servizio Sistema Museo, Publi 2M, Mariangela Profumeria, F.lli Carciofi, Cinema Sala Pegasus, Gioielli Miriam Nori, Accademia delle Belle Arti di Perugia
lo spettacolo sostenuto da:
Casa di Reclusione di Maiano di Spoleto,
IIS Sansi Leonardi Volta,
Fondazione Francesca, Valentina e Luigi Antonini
Associazione Teodelapio
produzione di** #SineNomine**
si ringrazia Roberta Galassi dirigente scolastico dell´IIS Sansi Leonardi Volta, Grazia Manganaro magistrato di sorveglianza di Spoleto, Luca Sardella direttore CdR Spoleto, Marco Piersigilli Comandante CdR Spoleto, il personale della direzione della Casa di Reclusione Spoleto, gli educatori, il personale dell´ufficio di Sorveglianza di Spoleto, i docenti del Liceo artistico CdR e il personale dell´IIS Sansi Leonardi Volta, i tecnici della Polizia Penitenziaria, il personale di polizia penitenziaria addetto alle scuole, alla mof, alla sicurezza, il prap Umbria Toscana, il Dap, il Polo interistituzionale umbro carcere - scuola, il Cesp, il coordinamento nazionale teatro in carcere
_lo spettacolo ospita gli iscritti al Convegno/seminario di aggiornamento/formazione, "La Giornata nazionale de il Mondo che non c’è-Territori di riflessione" organizzato dal CESP centro studi per la Scuola Pubblica del 6/7/8 luglio _