Scrivere un testo su quanto è avvenuto a Utoya, in Norvegia, nel 2011 è un’impresa impegnativa. Il Teatro non è il luogo della documentazione e dell’informazione in primis, è la sede di una riflessione. E la riflessione su un avvenimento del genere sconcerta: non è un gesto di follia, ma contemporaneamente lo è. Non è cospirazione politica, ma contemporaneamente la è. Non è un esempio di inefficienza dei sistemi di difesa, e tuttavia lo è. Non è un caso di occultamento dell’informazione, però lo è.
Quando ero un ragazzo e aprivo il giornale avevo una griglia, forse un po’ rozza ma funzionale, per classificare quel che succedeva. Pareva che in tutto il mondo alcune semplici categorie bastassero per inquadrare un avvenimento, e dessero la possibilità alle persone di trovare un modo per reagire. Ma dopo il 1989 il mondo è diventato un posto molto più complicato da interpretare, e dopo il 2001 capire un evento è come entrare in un labirinto.
Ciò che il Teatro, anzi la mia scrittura teatrale, può fare dentro questo labirinto è trovare dei personaggi che lo percorrano e che ce lo restituiscano attraverso il filtro della loro personalità e dei loro rapporti. Così con Arianna, Mattia, Serena e Luca, compagni in questa avventura, abbiamo scelto di tornare là, in Norvegia, quel terribile 22 luglio del 2011, a osservare tre coppie coinvolte in modo diverso in quello che stava accadendo. Attraverso di loro ho spalancato una finestra di riflessione, che se non ci da tutto il filo per uscire da quel labirinto, per lo meno a sprazzi, ne illumina alcune zone oscure con la luce della poesia.
Edoardo Erba
Tutto è cominciato con un libro, "Il silenzio sugli innocenti" di Luca Mariani, un giornalista che non si arrende alle prime risposte, che insiste.
È il 22 luglio 2011, in Norvegia. Anders Behring Breivik, "il mostro", scatena l’inferno. Otto morti con un’autobomba a Oslo, un diversivo e poi il vero obbiettivo: 69 ragazzi laburisti uccisi uno a uno nell’isola di Utøya, il ‘paradiso nordico’, sede storica dei campeggi estivi dei giovani socialisti di tutto il mondo.
Avevo rimosso quei fatti. Come avevo potuto dimenticare una strage tanto grave e recente avvenuta nel cuore di un’Europa in pace e unita? Perché avevo dimenticato? La risposta non ha tardato ad arrivare.
La narrazione restituita dai media era distorta, faziosa e arbitraria: una delle tante tragedie causate da "pazzi" armati, come quelle che succedono spesso in America. Insomma quel genere di fatti per cui scuoti la testa e passi oltre fino a dimenticartene.
Niente di più sbagliato. Scoprivo che la strage era stata pianificata per anni, con lucidità e coscienziosità al limite del maniacale, e che non era contro un obbiettivo a caso ma contro il cuore delle giovani "promesse" del socialismo europeo. Era una strage politica.
Quando ho finito il libro, ho sentito forte il desiderio che probabilmente ha animato l’autore stesso: bisogna parlare di queste cose, rifletterci, farle risuonare nelle nostre vite che non scrivono la Storia ma la vivono.
Utoya è il tentativo di fare memoria e denuncia senza fare "teatro civile", è a pieno titolo una tragedia contemporanea.
Guardare ad essa è come guardare a Medea, a Edipo, a Baccanti, con la sola differenza che quanto qui viene narrato è accaduto davvero.
E, forse, potrebbe ancora accadere se non facciamo attenzione a chi siamo, a quale società stiamo contribuendo a costruire, al mondo che vogliamo lasciare in mano ai nostri figli.
Serena Sinigaglia
esto **Edoardo Erba **
con la consulenza di Luca Mariani, autore de Il silenzio sugli innocenti
regia **Serena Sinigaglia **
scene Maria Spazzi
luci Roberto Innocenti
con Arianna Scommegna e Mattia Fabris
produzione **Teatro Metastasio Stabile di Prato **
in collaborazione con **Teatro Ringhiera ATIR **
con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia in Italia
È nato a Pavia e vive a Roma. È considerato uno dei maggiori autori italiani viventi. Maratona di New York è il suo titolo più conosciuto insieme a Muratori e Margherita e il Gallo. _Maratona _è stata tradotta in diciassette lingue e rappresentata in tutto il mondo. Muratori è un cult alla quattordicesima stagione. Margarita e il gallo è stata presentata nei maggiori teatri italiani. Le altre commedie da segnalare sono: Italia anni dieci con la regia di Sinigaglia, _Nove _con la regia di Avogadro, _Vera Vuz _e Dramma italiano dirette da Lorenzo Loris, _Tante Belle Cose _messa in scena da D’Alatri, Senza Hitler da Pugliese, Animali nella nebbia da Magelli, Vizio di famiglia da Solari. E ancora: Venditori, Michelina, Trote, In treno con Albert, Parete Nord, Buone notizie, L’uomo della mia vita, Vaiolo, Curva Cieca, Tessuti umani, Porco Selvatico, La notte di Picasso e Ostruzionismo radicale. All’estero - oltre a Maratona - La notte di Picasso è stata presentata a Hollywood e Rio de Janeiero. Vizio di Famiglia a Londra e Buenos Aires, _Dejavu _a Londra e Amburgo, Muratori a Frankfurt Oder e Varsavia, _Venditori _a Wilhelmshaven, Barcellona, Amsterdam e Budapest, Animali nella nebbia a San Pietroburgo. Gli adattamenti per la scena comprendono: Nudi e Crudi di Bennet, Il nipote di Rameau di Diderot, Nemico del Popolo di Ibsen, Die Panne su Durrenmatt, La notte di Maggio di Yeoshua, Prima Pagina e L’Appartamento di Billy Wilder, L’apparenza inganna, Festen, Quando la moglie è in vacanza. Erba ha tradotto l’intero repertorio teatrale di Agatha Christie pubblicato da Mondadori. È pubblicato in Italia da Ubulibri e Titivillus.
Nata a Milano, nel 1996 si diploma in regia alla Civica Scuola di Arte Drammatica "Paolo Grassi" e fonda A.T.I.R. (Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca) di cui è anche direttore artistico. Dal 2008 è direttore artistico del Teatro Ringhiera di Milano. Insegna regia al Naba, Nuova Accademia di Belle Arti Milano, e recitazione alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano. Si è dedicata a riletture di classici, a partire dal Romeo e Giulietta, passando per le Baccanti e le Troiane di Euripide fino alle Donne al Parlamento di Aristofane, per poi arrivare a individuare e affrontare molte voci emergenti della drammaturgia europea. Ha diretto e dirige opere liriche tra le quali Tosca per il Teatro La fenicie di Venezia e Carmen per lo Sferisterio di Macerata, Il Giasone per l’Opèra di Ginevra. Ha pubblicato un romanzo per Rizzoli E tutto fu diverso. In vent’anni ha stabilito rapporti profondi e collaborazioni importanti coi principali teatri italiani e i migliori artisti del panorama teatrale contemporaneo. Tra le sue regie troviamo produzioni del Teatro Stabile di Torino (6Bianca di Stephen Amidon, 2015) e del Piccolo Teatro di Milano (La bellezza e l’inferno di e con Roberto Saviano, 2009; La cimice di V. Majakovskij, con P. Rossi e M. De Francovich, 2008; o ancora Il grigio di G. Gaber, con F. Russo Alesi, 2003). Tra gli ultimi lavori, Nudi e crudi di Alan Bennet con Maria Amelia Monti e Paolo Calabresi, produzione Artisti Associati e Utoya di E. Erba con Arianna Scommegna e Mattia Fabris, produzione Teatro Metastasio di Prato. Numerosi i riconoscimenti tra i quali il recente premio Hystrio per la regia (2015), Premio ANCT alla carriera fin qui vissuta (2014), Ambrogio d’oro al Teatro Ringhiera (2012).
Nata a Milano si laurea in scenografia nel 1995 all’Accademia di Belle Arti di Brera. Dal 1996 lavora come scenografa firmando l’allestimento di spettacoli di prosa per diverse realtà teatrali fra le quali il Piccolo Teatro di Milano nel 2015, 2012, 2009, 2007, il Teatro Stabile di Torino nel 2015 e 2002, del Friuli Venezia Giulia nel 2016 e 2011, della Toscana nel 2015 e della Sardegna nel 2010; per la lirica lavora con la Fenice di Venezia (2014), il Macerata Opera Festival (2012), il Rossini Opera Festival (2003), il Landestheater di Salisburgo (2008, 2006), il Teatro Lirico Petruzzelli (2004), il Circuito Lirico Lombardo (2004, 2005), l’Aslico (dal 1996 al 2014). Dal 2008 conduce seminari di scenografia presso la SUPSI di Lugano. Nel 1996 partecipa alla fondazione della compagnia teatrale ATIR che produce e distribuisce spettacoli di prosa con la regia di Serena Sinigaglia, di cui firma la scenografia, nei maggiori teatri italiani ed esteri e che dal 2007 gestisce il Teatro Ringhiera di Milano. Accanto alla stretta collaborazione artistica con la Sinigaglia iniziata nel 1996, collabora anche con artisti come G. Dall’Aglio e G. Vacis. È direttore creativo per l’immagine del Teatro Ringhiera per il quale crea e promuove il progetto di arte partecipata La Piana (2015). Progetta l’allestimento di festival teatrali quali IT festival (2015) e Granara Festival (2000) e partecipa alla fondazione di VDC allestimenti (2010). Lavora anche come designer (Salone del Mobile di Milano 2013) e creatrice di installazioni artistiche site specific (Castel del Monte 2005).