Alessandro Baricco
Tucidide. Atene contro Melo
Alessandro Baricco presenta in prima assoluta il suo nuovo spettacolo Tucidide. Atene contro Melo, di cui è autore del testo e regista. Gabriele Vacis è in scena come voce narrante affiancato da Stefania Rocca e Valeria Solarino e accompagnato dai 100 Cellos, il prodigioso ensemble di cento violoncellisti fondato e diretto da Giovanni Sollima, che per lo spettacolo cura anche le musiche originali. Sul podio anche Enrico Melozzi.
A partire dalle pagine della Guerra del Peloponneso di Tucidide, Baricco racconta le vicende avvenute nel 416 a.C. e dell’ultimatum ateniese agli abitanti dell’isola di Melo, nelle Cicladi: assoggettarsi al loro dominio o perire. Il rifiuto dei melii dà luogo a una punizione esemplare, uno degli episodi più tragici della guerra: la distruzione della città, l’uccisione di tutti gli uomini e la deportazione come schiavi di donne e bambini. La sproporzione delle forze in campo era enorme, lo strapotere degli ateniesi evidente. Ciò nondimeno, prima di dare la parola alle armi, Ateniesi e Meli si incontrarono per negoziare il futuro dell’isola.
«Curiosamente» spiega Baricco «Tucidide racconta questo incontro di ambasciatori come se vi avesse partecipato: riferisce le parole esatte pronunciate dagli ambasciatori, e ricostruisce fin nei dettagli, e in modo drammaticamente vivissimo, lo scontro verbale tra i due schieramenti. Benché fosse uno storico (anzi, il primo degli storici) finì in quelle pagine per scrivere del teatro e del bellissimo teatro. Per questo, portare in scena quelle pagine appare quasi un modo di portarle a compimento, facendole arrivare là dove oscuramente sognavano di andare».
Riascoltare il testo oggi diventa ancor più attuale se si pensa al contenuto: una bellissima e feroce riflessione su cosa rimane della Giustizia e del Diritto quando si trovano di fronte un aggressore e un aggredito, un forte e un debole, un vincitore e un vinto. Nelle parole eleganti ma durissime degli ambasciatori è tramandato uno scontro che continuerà a turbare l’Occidente per secoli: come salvare il valore della Giustizia nell’esercizio della politica e della guerra.
testo e regia Alessandro Baricco
musica Giovanni Sollima
con Gabriele Vacis, Valeria Solarino, Stefania Rocca
e Giovanni Sollima, Enrico Melozzi, 100 Cellos
costumi Giovanna Buzzi, SlowCostume
luci Fabiana Piccioli
produzione Holden Studios, Spoleto Festival dei Due Mondi
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Testo di Alessia Rastelli
“Arrendetevi o vi distruggeremo”. Con questo messaggio nel 416 a. C., mentre era in corso la guerra del Peloponneso contro Sparta, gli Ateniesi si presentarono davanti ai rappresentanti dell’isola di Melo, nel Mar Egeo, che avrebbe voluto sfilarsi da quel conflitto tra le due maggiori potenze dell’antica Grecia e diventare neutrale. L’episodio è raccontato da Tucidide che, nel suo resoconto oggettivo dei fatti, inserisce però a un certo punto, in modo sorprendente, una riproduzione letteraria, quasi drammaturgica, dei negoziati tra gli Ateniesi e i Meli prima dell’assedio. E oggi, nello spettacolo teatrale Tucidide. Atene contro Melo, scritto e diretto da Alessandro Baricco, è come se le parole dell’autore, la musica dei 100 Cellos diretti da Giovanni Sollima, le voci di Valeria Solarino e Stefania Rocca dessero compimento all’intuizione dello storico greco nella sua Guerra del Peloponneso, traghettando quei fatti, così remoti eppure straordinariamente attuali, nel presente e nel futuro.
Alessandro Baricco, come è nata l’idea di Tucidide. Atene contro Melo?
È un episodio che frequento da almeno quindici anni, sul quale ho tenuto diverse lezioni. Mi ha sempre affascinato. Innanzitutto, per la forma, proprio perché Tucidide si mette di fatto a comporre un play teatrale nel mezzo di una narrazione storica, tanto che c’è anche l'ipotesi che non l'abbia scritto lui, che lo abbia incastonato dentro… In ogni caso, ho sempre pensato che bisognasse portarlo a teatro e, un paio d'anni fa, mi sono detto: provaci. Ne è venuto fuori questo spettacolo che in realtà è una forma mista, una lezione-concerto. A produrlo, gli Holden Studios, appunto la costola produttiva della Scuola Holden a Torino, un gruppo giovane nato da qualche anno, formato da diversi ex allievi che hanno prima di tutto la specificità di essere narratori e la declinano in vari ambiti, fino alla pubblicità, i podcast o le antologie per gli studenti...
In Tucidide. Atene contro Melo la musica è fondamentale. Perché ha coinvolto Giovanni Sollima e l’orchestra dei 100 Cellos, composta da circa cento violoncellisti?
Ho scoperto i 100 Cellos un paio d'anni fa e sono stati molto importanti nella nascita di Tucidide. Atene contro Melo. In origine li ho immaginati come una scenografia: i violoncelli possono assomigliare ad armature e mi sembrava un’immagine forte avere questa specie di falange sul palco. Poi naturalmente gli strumenti vengono suonati e il loro colore mi è sembrato adatto, così come il sound che creavano con le voci di Valeria Solarino e Stefania Rocca. Infine, Giovanni Sollima, con cui avevo già fatto l'Iliade nel 2004, è uno dei musicisti più interessanti del mondo in questo momento. Insieme a Enrico Melozzi, anche lui sul palco, è il padre dei 100 Cellos, e quindi tutto quadrava.
Come ha scelto le attrici Valeria Solarino e Stefania Rocca?
Se metto in scena gli eroi greci, fatico a farli interpretare da uomini. Quando ho lavorato sull'Iliade molti attori vestivano i panni dei personaggi maschili ma, per Achille, l'eroe per eccellenza, ho scelto un'attrice. Questo consentiva di entrare meglio nel mondo trasfigurato, mitico, di un tale personaggio: un'interprete femminile aveva subito l’effetto di sganciarlo dal realismo. E questo vale anche per altre figure simili. Ovviamente poi devi scegliere bene l'attrice, un tipo di bellezza un po’ astratta, una forza fisica nel corpo, una voce che funzioni. Valeria Solarino aveva già lavorato con me nello spettacolo teatrale Palamede. L’eroe cancellato (2015) e Stefania Rocca nella versione televisiva di Totem (1998), spettacolo teatrale che avevo scritto e curato con Gabriele Vacis. Sarà proprio lui, nella rappresentazione di Tucidide. Atene contro Melo a Spoleto, a prestare la sua voce al narratore.
“Sappiamo bene che da qui usciremo schiavi, se vi staremo a sentire, o costretti a combattere, se ascolteremo il nostro cuore” dicono tra l’altro i Meli agli Ateniesi. E, tra le osservazioni di questi ultimi, resi arroganti dalla loro superiorità bellica, c’è la frase: “Ha senso parlare di ciò che è giusto o non è giusto solo quando le forze in campo si equivalgono”. Ci sono richiami alla guerra tornata di recente in Europa?
Ho deciso di fare questo spettacolo prima che scoppiasse il conflitto in Ucraina, anche se mi rendo conto che ci sono passaggi sorprendenti per la loro attualità. Tuttavia, ciò che ci può arrivare dall’episodio tramandato da Tucidide – la riflessione sugli uomini e la guerra, sull’idea di giustizia quando combattono – credo vada al di là dello specifico del conflitto in corso.
Nel finale, viene evocato un altro episodio nell’ambito della guerra del Peloponneso: la rivolta di Mitilene contro Atene e il ripensamento da parte di quest’ultima, che sconfisse la città ribelle, sul tipo di punizione da impartire. Se in un primo momento fu inviata una nave verso Mitilene con l’ordine di uccidere gli uomini e ridurre in schiavitù donne e bambini, il giorno dopo ne fu spedita un’altra, al suo inseguimento, con un verdetto più mite. Un’immagine, secondo il narratore, che è anche un invito a non smettere mai di pensare, a metterci sempre in discussione e correggere gli errori.
L'immagine delle due navi mi colpì per la bellezza già la prima volta che la lessi in Tucidide. Per Melo invece non ci furono ripensamenti: gli uomini furono uccisi, donne e bambini fatti schiavi. La sua storia lascia interdetti, desolati. Così ho pensato che la chiave potesse essere trovata nella vicenda di Mitilene, che le due storie potessero viaggiare insieme, o almeno farlo in uno spettacolo, permettendo a tutti di portarsi a casa il calore di un insegnamento.
Nel 2022 lanciò Novecento. The Source Code. Ovvero, la lettura ad alta voce del suo celebre monologo teatrale divenuta un Nft (Non-fungible token), un pezzo unico digitale certificato dalla tecnologia. Anche Tucidide. Atene contro Melo diventerà un Nft? E, più in generale, come si colloca questo spettacolo all’interno della sua opera che spazia dalla Grecia antica alla civiltà digitale?
Al momento non credo che Tucidide. Atene contro Melo diventerà un Nft. Ma nella parte del mio lavoro che attinge al passato, ho sempre tentato di recuperare qualcosa di vitale e traghettarlo nel futuro. Non ha a che fare con la divulgazione, per cui ho grande rispetto. Quanto faccio è più affine al suonare Bach con il gusto di oggi, e al farlo perché non sparisca. Cerco di emozionare più che insegnare. Anche quest’ultimo spettacolo è studiato per far lavorare la mente, ma insieme, e molto, il cuore e le viscere. E infatti ricorro a un’orchestra gigante… Se non riesco a infondere al passato una vibrazione, non ho fatto niente, ho traghettato solo del vuoto sapere.
Il teatro è efficace a questo scopo?
Potrebbe sembrare obsoleto, invece è adatto a far accendere energia ed emozioni. Specie davanti a grandi platee, quello che si fa in un contesto come Spoleto diventa una sorta di rito attorno al quale la città si raccoglie e vive un’esperienza quasi politica, laicamente sacra.
Alessandro Baricco è uno tra i più versatili scrittori contemporanei in Italia. Conosciuto per i suoi romanzi bestseller Castelli di rabbia (Premio Selezione Campiello e Prix Médicis Étranger nel 1991), Oceano Mare (Premio Viareggio nel 1993) e Seta (1996, tradotto in 16 lingue), Baricco ha avuto una prolifica carriera anche come conduttore televisivo di programmi culturali, come drammaturgo e saggista. Il suo quarto saggio I Barbari (2006) ha affrontato il rapporto tra la scrittura e la rivoluzione culturale digitale. Nel suo ultimo libro The Game (2018), Baricco è tornato su questo tema allargando la riflessione all'impatto della rivoluzione digitale sul pensiero umanistico e sulla cultura in generale. Il libro rappresenta la prefazione intellettuale ai principi che Baricco ha applicato al programma Academy della Scuola Holden da lui fondata nel 1994 a Torino.
Violoncellista e compositore di fama internazionale, collabora con artisti del calibro di Riccardo Muti, Yo-Yo Ma, Iván Fischer, Viktoria Mullova, Ruggero Raimondi, Mario Brunello, Kathryn Stott, Giuseppe Andaloro, Yuri Bashmet, Katia e Marielle Labeque, Giovanni Antonini, Ottavio Dantone, Patti Smith, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Elisa e Antonio Albanese e con orchestre tra cui la Chicago Symphony Orchestra, Liverpool Philharmonic, Royal Concertgebouw Orchestra, Moscow Soloists, Berlin Konzerthausorchester, Australian Chamber Orchestra, Il Giardino Armonico, Cappella Neapolitana, Accademia Bizantina, Budapest Festival Orchestra. Per il cinema, il teatro, la televisione e la danza ha scritto e interpretato musica per Peter Greenaway, John Turturro, Bob Wilson, Carlos Saura, Marco Tullio Giordana, Alessandro Baricco, Peter Stein, Lasse Gjertsen, Anatolij Vasiliev, Karole Armitage, e Carolyn Carlson. Si è esibito in alcune delle più importanti sale in tutto il mondo, tra cui la Alice Tully Hall, la Knitting Factory, la Carnegie Hall (New York), la Wigmore Hall, la Queen Elizabeth Hall (Londra), la Salle Gaveau (Parigi), il Teatro alla Scala (Milano), il Ravenna Festival, l’Opera House (Sidney), la Suntory Hall (Tokyo). Dal 2010 Sollima insegna presso l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dove è stato insignito del titolo di Accademico. Nel 2012 ha fondato, insieme a Enrico Melozzi, i 100 Cellos. Giovanni Sollima suona un violoncello Francesco Ruggeri (Cremona, 1679).
Enrico Melozzi dopo il diploma in violoncello è diventato assistente di Michael Riessler. Successivamente si è avvicinato alla musica contemporanea lavorando con importanti musicisti come Sabine Meyer, Vinko Globokar e Jean Pierre Drouet.
Nel 2002 ha debuttato come direttore d’orchestra all’Auditorium Parco della Musica di Roma con la sua opera su Oliver Twist. Dopo questa esperienza Enrico Melozzi ha iniziato a collaborare con vari registi e ha composto musiche per cortometraggi, lungometraggi e spettacoli teatrali.
Nel 2011 ha lanciato la Vertenza Musica alla quale hanno aderito tra gli altri Stefano Bollani, Subsonica e Giovanni Sollima. Con quest’ultimo nel 2012 ha fondato il gruppo “100 Cellos”.
In teatro ha collaborato a lungo con il regista Fausto Paravidino e con Roberta Torre. Per il cinema ha scritto colonne sonore premiate in festival nazionali e internazionali.
Nel 2017 ha presentato al Teatro Regio di Parma la sua opera “Il Piccolo Principe”. Nel 2020 ha debuttato al Teatro Sociale di Como con “Opera Crime”. Nel 2021 è nominato Maestro Concertatore della Notte della Taranta. Nel 2022 ha collaborato con il cantautore Niccolò Fabi come arrangiatore e orchestratore.
Dal 2012 Enrico Melozzi partecipa al Festival di Sanremo. Nel 2021 ha diretto i Maneskin con il brano “Zitti e buoni”, del quale ha curato gli arrangiamenti orchestrali, e con il quale hanno ottenuto la vittoria al festival. Nel 2023, alla sua settima partecipazione, dirige tra gli altri Mr.Rain, classificatosi al terzo posto, e Gianluca Grignani con il brano “Quando ti manca il fiato”, del quale è coautore e arrangiatore.
Ensemble di violoncellisti nato nel 2012 da una idea di Giovanni Sollima ed Enrico Melozzi, 100 Cellos è un gruppo collettivo formato da una base di partecipanti storici che si arricchisce di nuovi membri convocati e arruolati in ogni nuova località raggiunta. Il repertorio spazia attraverso tutte le epoche e gli stili, nelle composizioni, arrangiamenti e nella direzione a quattro mani di Sollima e Melozzi che si alternano sapientemente tra i ruoli di solista e direttore. Il gruppo, eterogeneo per età e provenienza, si costituisce di volta in volta con una “chiamata alle arti”, come ama definirla Giovanni Sollima, tramite call internazionale durante la quale le candidature consentono di selezionare un gruppo di musicisti tra i migliori al mondo. 100 Cellos è una celebrazione della gioia del fare musica insieme, che unisce generazioni diverse e costruisce ponti fra repertorio colto e tradizione popolare.
Regista e autore, ha scritto e curato la regia di numerosi spettacoli teatrali fra cui Esercizi sulla tavola di Mendeleev, premio Opera Prima 1985; Elementi di struttura del sentimento, Premio UBU 1986; La Storia di Romeo e Giulietta, Premio UBU 1992; Il racconto del Vajont, Premio UBU 1994, da cui la trasmissione televisiva Serata Vajont, vincitrice di tre premi Oscar della televisione nel 1998. Nel 1996 vince il Premio per la regia dell’Associazione Critici Teatrali Italiani e nel 2011 il Premio Dioniso per l’innovazione della cultura Classica. È autore e protagonista di Totem, con Alessandro Baricco, trasmesso da Rai Due nel 1998. Nel 2000 conduce su Rai Uno il programma in trentasei puntate 42° parallelo. Ha curato la regia di numerose opere liriche. Nel 2006 cura la cerimonia d’apertura degli Olimpic Winter Games, e di “Bookstock”, cerimonia d’apertura di Torino Capitale del libro. Ha diretto il corso attori e il corso di regia alla Scuola "Paolo Grassi" di Milano e la Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino. Insegna Istituzioni di Regia all’Università Cattolica di Milano. Ha diretto il Progetto TAM, Scuola per attori del Palestinian National Theatre a Gerusalemme. Ha curato e pubblicato diverse traduzioni, adattamenti teatrali e saggi, tra cui AWARENESS, dieci giorni con Jerzy Grotowsky, Rizzoli 2001. Recentemente è uscito Intelletto d’amore scritto a quattro mani con Lella Costa. Dal 2002 al 2006 è regista stabile al Teatro Stabile di Torino per cui ha ideato Torino Spiritualità. Nel 2008 ha scritto e diretto il film Uno scampolo di paradiso, premio della Giuria al Festival di Annecy. Dal 2013 al 2017 è direttore artistico della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia. Nel 2017 ha fondato, per il Teatro Stabile di Torino, l’Istituto di pratiche teatrali per la cura della persona.
Regista di diversi cortometraggi come Buenos, documentario girato tra l’argentina e l’Italia presentato Torino film festival (2005), Osa, corto- presentato alla 71° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (2014) e al Bari international film festival-Bif&st (2015) e L’abbraccio, presentato al Bari international film festival-Bif&st (2016). Il suo cortometraggio intitolato The Dreamers' room è stato nominato da Vogue Italia tra i video di moda più belli della Milano Fashion Week 2021 e Vincitore del People’s choice award al Fashion Film Festival Milano - Fffm (2022). Be forward-Mechanic dream è il suo ultimo cortometraggio. É Direttore artistico di “OFFF- Otranto Film Fund Festival”. Attrice italiana con una carriera internazionale, elogiata dalla critica per la sua capacità di smentire luoghi comuni e stereotipi oltre a recitare in generi, lingue e ruoli sempre diversi. Ha studiato recitazione a Roma presso il Centro Sperimentale di Cinematografia e all'Actor's Studio di New York. Ad oggi ha ricevuto 8 nomination e vinto 5 premi tra cui Golden Globe, David di Donatello e Nastro d'Argento. Ottima interprete sia a teatro che per l’audiovisivo, ha partecipato a numerosi film italiani e produzioni internazionali.
Inizia a recitare a vent’anni. Il 2003 è l’anno in cui alle esperienze sul palcoscenico iniziano ad affiancarsi ruoli nel cinema: da Fame chimica a Che ne sarà di noi, La febbre, Valzer finoa Signorina Effe. Non abbandona mai il teatro, che coltiva contemporaneamente al cinema, lavorando con diversi registi: Malosti, Vacis, Avogadro e in opere importanti come Palamede-l’Eroe cancellato di Alessandro Baricco, Una giornata particolare, dal capolavoro di Ettore Scola, Il Misantropo, fino all’intenso monologo sull’identità di genere Gerico Innocenza Rosa e alla trasposizione teatrale di Perfetti Sconosciuti di Paolo Genovese. Valeria Solarino è nel cast di numerosi film di successo come Vallanzasca - Gli angeli del male diretta da Michele Placido, Era d'Estate, A casa tutti bene di Gabriele Muccino. E ancora_, Quanto Basta_ insieme a Vinicio Marchioni, i Moschettieri del Re di Giovanni Veronesi, Smetto quando voglio e Dolcissime. Diverse sono anche le serie tv: da Rocco Schiavone a Bosè, dove è nel ruolo dell’iconica Lucia Bosè, Anita Garibaldi, Maltese, romanzo di un commissario e L’Alligatore dai romanzi di Carlotto. Sempre in tv è stata la voce narrante di Danza con Me di Roberto Bolle.
Laetitia Casta
Olivier Messiaen
Silvia Costa