IL FESTIVAL PER GIAN CARLO MENOTTI
NEL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO
di GIAN CARLO MENOTTI
introduce VALERIO CAPPELLI
giornalista - Corriere della Sera
con la partecipazione di RAINA KABAIVANSKA
Raina Kabaivanska è al Festival dei Due Mondi per presentare l’esecuzione in forma di concerto dell’opera drammatica in due atti_ The Medium_ che Gian Carlo Menotti compose nel 1946. Il celebre soprano porta in scena tutti giovani cantanti provenienti dai suoi master di formazione. Raina Kabaivanska, dopo oltre 55 anni di straordinaria carriera nei principali teatri del mondo, si dedica ormai da circa 20 anni all’insegnamento, con corsi e masterclasses in tutto il mondo. Classi nelle quali si sono formati alcuni degli artisti oggi più affermati a livello internazionale.
Dopo aver assistito nel 1936 a una seduta spiritica, negli anni seguenti Menotti pensò di far rivivere questa esperienza in un’opera: il progetto si realizzò nel 1946 - con la prima rappresentazione al Brander Matthews Theater di New York, l’8 maggio di quell’anno - grazie a una commissione della ‘Alice M. Ditson Fund’ della Columbia University di New York, quando ormai il compositore si era già cimentato nel genere buffo con Amelia al ballo e The old Maid and the Thief (Filadelfia 1941). Con The Medium ottenne il successo anche nel genere tragico e, in seguito, ne preparò anche una seconda versione, lievemente ampliata, che venne presentata nella stagione 1947-48 all’Ethel Barrymore Theater di Broadway. Al successo americano si affiancò la diffusione europea: nel 1949 ebbe luogo a Genova la ‘prima’ italiana, con la regia del compositore, che ottenne un successo schietto, se pur non così clamoroso come negli Stati Uniti. Seguì, nel 1951, una versione cinematografica dell’opera (presentata anche al festival del cinema di Venezia), che l’autore-regista preferì realizzare in Italia dove, diversamente dagli Stati Uniti, «la macchina da presa è agli ordini indiscussi del regista», come ebbe a dire. Le riprese successive non si contano, sparse nei teatri di mezzo mondo: da Helsinki (1958) a Spoleto (1969, versione italiana di D’Amico, ripresa nel 1981), a Minsk (1989).
Atto primo. Monica e Toby stanno giocando quando sopraggiunge Baba: ora devono prepararsi a ricevere i clienti, per una seduta spiritica in cui collaboreranno a una finta evocazione degli spiriti. Arrivano Mrs. Nolan (per evocare la figlia Doodly) e i coniugi Gobineau (per il figlioletto Mickey): in realtà sarà Monica a parlare loro. Nel buio, però, Baba sente realmente una mano che la tocca e ne è sconvolta. Congedati i clienti, la finta medium comincia a sospettare di Toby, anche se Monica tenta di calmarla.
Atto secondo. Monica e Toby scherzano davanti al teatrino di marionette usato per le ‘messe in scena’ sovrannaturali: nella loro allegria c’è anche una grande tenerezza reciproca. Arriva Baba, semiubriaca, e cerca con finta dolcezza di capire se è stato il muto Toby a toccarla, mentre la sua agitazione aumenta fino a minacciarlo. Sopraggiungono i clienti per la seduta: Baba confessa i suoi imbrogli, ma questi rifiutano di crederle, finché ella li scaccia. Ormai vaneggiante, invoca perdono a Dio e si agita istericamente, mentre Toby tenta di sfuggirle nascondendosi dietro una tenda. Baba scorge il suo movimento e spara in quella direzione: appare una macchia di sangue sulla tenda bianca, mentre Monica invoca aiuto.
Convinto di doversi dedicare alla ricerca «dell’inevitabile, non del nuovo», Menotti adotta in questa opera da camera, come nelle altre sue produzioni, un linguaggio attento alle esigenze dell’ascoltatore medio e ampiamente debitore della tradizione verista; dedica inoltre grande attenzione all’efficacia delle parti melodiche. Gli interventi di Baba e ancor più di Monica sono trattati come vere e proprie arie; quest’ultima è partecipe, con Toby, di un mondo in cui i caratteri del sovrannaturale, del fiabesco e dell’infantile tendono a confondersi. Un vago impressionismo caratterizza la lirica iniziale e l’intervento di Doodly (“Mammy, you must not cry”, che ricorda taluni passi di Suor Angelica di Puccini), mentre echi popolari sono presenti nella ninna-nanna “O black swan” (di un particolare sapore modale e slavo). Baba interviene spesso con passi di declamato teatrale; anche le scene d’assieme presentano il concertato in forma di dialogo spesso recitato. A parte qualche tagliente passo in stile imitativo, prevale la melodia accompagnata, al fine di esaltare al massimo la linea del canto, secondo una consuetudine di ascendenza verista. L’orchestra, dalle dimensioni cameristiche, è sempre assai pronta a sottolineare con dissonanze o allucinati ritmi di danza lo sconfinamento dal reale al fantastico: caratteristici i nervosi interventi del pianoforte, mentre il vaneggiamento di Baba nel soliloquio finale è reso con le citazioni di frammenti di passi precedenti. Proprio l’abile scrittura dell’orchestra (che «ha valore determinante, non di commento», come ebbe a dire Menotti), unita a una drammaturgia semplice e concentrata (nel solco del verismo, così come l’elemento grottesco introdotto con il personaggio muto di Toby), nonché la facilità melodica, al servizio di una sceneggiatura che sottolinea gli aspetti emozionali, hanno portato al diffuso gradimento dell’opera presso il grande pubblico.
Fonte: Dizionario dell´Opera Baldini&Castoldi
esecuzione in forma di concerto
Monica Marily Santoro
Madame Flora (Baba) Julija Samsonova-Khayet
Mrs. Gobineau** Chiara Isotton**
Mr. Gobineau Lorenzo Grante
Mrs. Nolan Roxana Herrera Diaz
Una voce, fuori scena Arianna Manganello
pianoforte Paolo Andreoli
Raina Kabaivanska è una delle più celebri cantanti liriche degli ultimi cinquant’anni, vera e propria “eroina del melodramma”. Dopo gli studi e il debutto nel suo paese, la Bulgaria, debutta ufficialmente in Italia nel 1959 a Vercelli nel Tabarro. Nel 1961 il debutto alla Scala di Milano dà il via ad una carriera gloriosa sui palcoscenici di tutto il mondo: Metropolitan di New York, Covent Garden di Londra, Salisburgo, Roma, Tokyo, solo per citarne alcuni. Il suo repertorio abbraccia Verdi, Gluck, Donizetti, Puccini (con le quattrocento Tosca e quattrocento Butterfly), Britten e Shostakovic. È stata diretta da personalità come Karajan, Bernstein, Abbado, ha lavorato con registi come Ronconi, Bolognini, Pizzi, Zeffirelli e con partners come Del Monaco, Corelli, Pavarotti, Domingo. Da molti anni si dedica con instancabile passione all’insegnamento e alla divulgazione dell’opera: è docente del Biennio Superiore di Canto dell’Istituto “Vecchi-Tonelli” di Modena, sua città di residenza, e dell’Accademia Chigiana di Siena, senza contare le numerose masterclasses in Italia e nel mondo, primo fra tutti l’annuale appuntamento a Sofia. Ha ricevuto innumerevoli riconoscimenti: “Una vita per la musica”, “Viotti”, “Abbiati” “Lorenzo il Magnifico” e tanti altri. È insignita del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana per valore civile ed eccezionale contributo nel campo dell’arte, oltre alle numerose onorificenze conferite in Bulgaria.
Marily Santoro ha studiato con Liliana Marzano e si è diplomata al Conservatorio F. Cilea di Reggio Calabria. Perfezionatasi con il Tenore Antonello Palombi, studia attualmente con il soprano Raina Kabaivanska a Modena.
È stata finalista in vari concorsi, tra i quali “Concorso Internazionale Toti dal Monte”, ”Concorso Comunità Europea A.Belli di Spoleto”, e vincitrice del Primo Premio Assoluto “Terza Edizione Concorso Internazionale Santa Giovanna Beretta Molla”. Nel 2013, al Teatro Rendano in Cosenza, ha cantato nella Parisina di Mascagni in occasione delle celebrazioni mascagnane. Nel 2014, a Livorno, ha debuttato nel Don Giovanni per il "Mozart Project", rivolto a giovani cantanti lirici, e a Reggio Calabria ha eseguito il Requiem di Verdi per il Festival di Musica Sacra; ha preso parte inoltre alla Scuola dell´Opera Italiana al Teatro Comunale in Bologna per il ruolo di Violetta ne La traviata. Nel 2015, ha preso parte a un concerto con Daniela Dessì e Marco Armiliato a Brescia e ha eseguito Violetta ne La traviata al Teatro Goldoni di Livorno. Nel 2016, ha debuttato il ruolo di Turandot con il progetto Opera Domani di As.Li.Co., in tournée in tutta Italia; durante l´estate dello stesso anno ha seguito all´Accademia Chigiana la masterclass di Raina Kabaivanska e a dicembre ha eseguito Turandot alla National Opera and Ballet di Sofia. Nel 2017 ha debuttato Norma a Sofia ed eseguito Turandot in Oman. Nel 2018 debutta Leonora in Trovatore al Verdi di Trieste, Monica ne La Medium di Menotti a Modena.
Promettente mezzosoprano di origini lituane, interprete di raffinata eleganza e di forte presenza scenica, possiede una voce calda dal timbro ambrato ed avvolgente. Nata nel 1982, consegue il diploma in direzione di coro, pianoforte e canto presso il Ginnasio delle Arti "M. K. Ciurlionis" a Vilnius Lituania. Inizialmente si dedica allo studio del canto jazz perfezionandosi ai corsi delle Berklee Summer School di Umbria Jazz Clinics dove ha la fortuna di conoscere Bobby McFerrin che la indirizza verso lo studio del canto lirico. In seguito studia presso il Conservatorio G. Rossini di Pesaro dove si laurea in Canto con 110 e lode sotto la guida del M° E.Dundekova e presso l’Accademia d’Arte Lirica a Osimo. Frequenta l’Accademia di Perfezionamento per i cantanti lirici al Teatro del Maggio Fiorentino e l’Accademia di Perfezionamento presso i Teatri S.P.A di Treviso in collaborazione con il Gran Teatro “la Fenice” di Venezia. Viene selezionata e invitata dal M° Dalton Baldwin a frequentare la prestigiosa Accademie Musical de Villecroze in Francia e riceve la borsa di studio di Raina Kabaivanska per studiare all’Accademia Chigiana di Siena. È vincitrice di numerosi concorsi nazionali e internazionali quali: Concorso As.Li.Co a Como nel 2005, Concorso di Musica Sacra nel 2006 a Roma - Primo premio assoluto, Concorso Vinas Barcelona nel 2007 - premio speciale, Concorso “ Segattini “ Venezia nel 2007 - secondo premio, Concorso “ Renata Tebaldi “ a San Marino nel 2007 - finalista e vincitrice del premio speciale, Concorso “Città di Bologna” nel 2009 - primo premio assoluto, premio del pubblico e della critica. Al debutto all’Opera de Lorraine di Nancy il suo talento viene riconosciuto e premiato da Nancy Opera Passion - Francia. Vince il terzo premio al Concorso Martinelli-Pertile nel novembre del 2016. Si è perfezionata con numerosi artisti di fama internazionale quali: Robert Kettelson, Giuseppe Sabbatini, Giulio Zappa, Tiziana Fabbricini, Ph.Gossett, Enzo Dara, B.Manca de Nissa, B.de Simone, A.Patalini, R.Gimenez, P. Coni, Josè Cura, D.Baldwin, L.Nubar, R.Barker, Dennis O’Neill, Regina Resnik, Italo Nunziata, F.Fussi, Roberto Servile, C.Morganti, Sylvia Sass, A.Bertacchi, B.Baglioni. Attualmente prosegue il suo perfezionamento con Raina Kabaivanska all’Istituto Superiore Vecchi-Tonelli di Modena. Ha lavorato con rinomati direttori e registi italiani e internazionali e ha cantato nei maggiori teatri e festival italiani e nel mondo. Nell’anno 2015 / 2016 è stata Direttrice del Coro lirico “Perla Verde” di Riccione. Nell’anno 2017 ha insegnato Canto e Musica d’Insieme presso il Liceo Artistico e Musicale G.Masini di Forlì. Nel 2017 ha firmato per la prima volta regia, costumi e luci della Traviata di G.Verdi al Teatro Regina di Cattolica, Teatro Comunale di Cagli e al Teatro Gentile di Fabriano, ottenendo grandissimo consenso da parte di pubblico e critica. È stata la regista e Suzuky nella Butterfly di G. Puccini a gennaio 2018 nei Teatri delle Marche e in aprile 2018 ha ricoperto il ruolo di Carmen. È la Presidente dell’Associazione Musicale e Culturale MusicArte con quale organizza e promuove la divulgazione dell’opera lirica nei teatri di Emilia Romagna e delle Marche. Ha scritto numerosi progetti rivolti ai ragazzi sull’approfondimento della conoscenza del Teatro e dell’Opera.