Maurizio Mochetti - L'uccello azzurro
Maurizio Mochetti è l’artista della nuova dimensione dell’arte, determinata dal suo confluire nel progresso scientifico e dal fatto che l’opera diventa un insospettato evento tecnologico.
La rivoluzione elettronica che a grandi passi ha conquistato l’etere dell’ultimo ventennio – telefonia cellulare, e-mail, raggi laser, comunicazioni lampo - non poteva lasciare indifferente il mondo dell’arte. Fin dal 1968, quarant’anni fa, Mochetti è in tal senso sulla breccia spesso con un risultato pressoché divinatorio. In quell’anno, nella sua prima mostra personale alla Galleria La Salita di Gian Tomasso Liverani egli presentò dieci progetti nei quali veniva affrontato per la prima volta l’analisi mentale di una esperienza visiva. A presentare quella mostra fu Marisa Volpi che scrisse il primo testo critico sul lavoro del giovane esordiente. Il cammino di Mochetti è stato da allora lucido e costantemente avveniristico. Alla Biennale del 1988, diretta da Giovanni Carandente, egli era presente con una spettacolare sala personale, accanto a quelle di Kounellis e di Marisa Merz. Sue personali si sono susseguite in tutto il mondo e l’ultima che ha prodotto un volume monografico con il bel testo critico di Germano Celant è stata lo scorso anno a Sassuolo in quel palazzo Ducale, ordinata dal Soprintendente Filippo Trevisani. Dal 2003 Mochetti insegna nella Facoltà di Architettura dell’Università di Roma.
La mostra a Spoleto, voluta da Giovanni Carandente, presenta un insieme cronologico dello sviluppo progettuale dell’opera dell’artista inserito nelle sale dell’appartamento nobile del Palazzo Collicola, una bella sfida tra antico storico e moderno elettronico.
Da sabato 27 giugno a domenica 4 ottobre
a cura di Giovanni Caradente
Incontro tra Arte, Fisica, Progresso Tecnologico e… Velocitá.
Promossa dal Comune di Spoleto
con il sostegno di Regione Umbria
e della Cassa di Risparmio di Spoleto
Un Maestro tra i più originali e sorprendenti dell’odierna ricerca artistica.