L'opera da tre soldi
Ambientata nei cosiddetti ‘bassifondi’, tra criminali, prostitute e poliziotti corrotti, l’opera è dotata di una vitalità inesauribile, fonde una morale amarissima e uno spassoso gioco di straniamento. La tesi dell’autore è che i metodi della malavita non si discostano da quelli dei gentiluomini e dei potenti, ma con l’ottica aggiuntiva della lotta di classe, per cui ladri e sfruttatori risultano alla fine anch’essi vittime del sistema. Famosa anche per alcuni suoi personaggi divenuti paradigmatici, e per le canzoni che, estrapolate, brillano di luce propria, L’opera da tre soldi ha la caratteristica d’essere estremamente scorrevole e godibile nella forma ma ricca di implicazioni e di riferimenti culturali e politici. Jonathan Peachum si occupa con successo del commercio di attrezzature per mendicanti. Gli affari con "i più poveri dei poveri" vanno a gonfie vele. Un giorno però viene a sapere che sua figlia Polly ha sposato segretamente il gangster Mackie Messer. Peachum è sconvolto. Nonostante gli avvertimenti di Polly il neomarito Mackie non fugge dalla città, al contrario, fa visita alle prostitute di Turnbridge e viene da loro tradito. La sua esecuzione appare inevitabile, quando interviene un “cavaliere” della Regina che ordina la liberazione di Mackie e la sua promozione nella nobiltà.
Un Brecht comico e sensuale, grottesco e perverso è quello rivelato da Wilson al Berliner Ensemble. Wilson ha usato la storia in tutte le sue facce, fili e spessori, rovesciando la sequenza: prima le immagini, i movimenti; poi come assoli d’attore i discorsi. Altra grande sorpresa sono le esecuzioni delle musiche di Kurt Weill: la nave pirata è trasformata in canzone di bambina sadica, strepitoso per energia è il "Kanonen-Song" tra gli ex commilitoni Macheath e il poliziotto Tiger Brown, balletto di marionette impazzite.
prima italiana
Berliner Ensemble
L´opera da tre soldi
di Bertolt Brecht
musiche di Kurt Weill
regia, scene e ideazione luci
Robert Wilson
costumi Jacques Reynaud
co-regia Ann-Christin Rommen
direzione musicale
Hans-Jörn Brandenburg
Stefan Rager
con la Compagnia dei Berliner Ensemble