Liv Ferracchiati
La tragedia è finita, Platonov è l’ultimo lavoro firmato dal regista umbro Liv Ferracchiati, premiato con una menzione speciale alla Biennale Teatro 2020. Dopo Trilogia sull’identità, Ferracchiati si è imposto nel panorama della nuova drammaturgia. Con Platonov di Čechov si confronta in modo diretto, convincente e toccante, con il protagonista di un testo classico. La sua visione contemporaena del ruolo dei personaggi è anche un’interrogazione sul ruolo dei testi classici nel teatro di oggi.
«Platonov, inteso come testo drammaturgico, sempre e solo letto, mai pensato da rappresentarsi, per me è stato un incontro.» – afferma Ferracchiati – «Trovavo rifugio nell’inazione di Platonov, nella sua paralisi tra attrazione e repulsione, tra paura e eccitazione, nel suo non agire e nel suo sottrarsi. Nel non scegliere tra le quattro donne che gli si offrono, come se ognuna potesse dare una soluzione alla sua esistenza. Non sceglie perché, alla fine, non si può. Come si può scegliere solo una possibilità?». Nello spettacolo Ferracchiati è anche interprete come Lettore del testo, in un dialogo ironico e illuminante tra sè stesso e l’autore russo che fa da contrappunto a quanto accade in scena.
DI
Liv Ferracchiati
CON SCENE DAL PLATONOV DI
Anton Čechov
CON (IN ORDINE ALFABETICO)
Francesca Fatichenti, Liv Ferracchiati, Riccardo Goretti, Alice Spisa, Petra Valentini, Matilde Vigna
aiuto regia Anna Zanetti
COSTUMI
Francesca Pieroni
IDEAZIONE E REALIZZAZIONE COSTUMI IN CARTA E COSTUMISTA ASSISTENTE
Lucia Menegazzo
LUCI
Emiliano Austeri
SUONO
Giacomo Agnifili
lettore collaboratore Emilia Soldati
Produzione Teatro Stabile dell’Umbria
in collaborazione con Spoleto Festival dei Due Mondi
Durata: 1 ora, 30 minuti
Come può un’opera d’arte influenzare una vita?
Platonov, inteso come testo drammaturgico, sempre e solo letto, mai pensato da rappresentarsi, per me è stato un incontro.
Negli anni ho continuato a pensare al suo personaggio principale, alle sue fragilità, al suo fascino che è una voragine e alle altre figure che ruotano intorno a lui. Figure che, in qualche modo, sono entrate a far parte del mio immaginario. Il confronto con la tipologia umana di Platonov è stato un dialogo con una una vera e propria materia organica.
Insomma, una lettura ha influenzato una vita, la mia.
Trovavo rifugio nell’inazione di Platonov, nella sua paralisi tra attrazione e repulsione, tra paura e eccitazione, nel suo non agire e nel suo sottrarsi. Nel non scegliere tra le quattro donne che gli si offrono, come se ognuna potesse dare una soluzione alla sua esistenza. Non sceglie perché, alla fine, non si può. Come si può scegliere solo una possibilità?
Una definizione identitaria non fluida?
E come si argina, allora, il Caos liberato se questo può portare, come accade a Platonov, all’autodistruzione?
Tutto è confuso, imbrogliato, forse conviene osservare con indulgenza Platonov, perché nei suoi slanci, nelle sue miserie, nelle sue paure e nei suoi inconsolabili dolori, ritroviamo i nostri.
Liv Ferracchiati
Autore e regista italiano. Debutta nel 2016 con la sua prima scrittura e regia, Todi is a small town in the center of Italy. Nel 2015 fonda la compagnia teatrale The Baby Walk e inizia a scrivere e dirigere la Trilogia sull’Identità, esplorando il tema della strutturazione del genere: Peter Pan guarda sotto le gonne (Capitolo I, 2015), spettacolo premiato al Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro, Stabat Mater (Capitolo II, 2017) con cui vince il Premio Hystrio Nuove scritture di Scena 2017, Un eschimese in Amazzonia (Capitolo III, 2017), vincitore del Premio Scenario 2017. Nel 2017 Antonio Latella seleziona tre suoi lavori alla Biennale di Teatro. Ancora alla Biennale di Teatro 2020, una menzione speciale è stata attribuita dalla giuria a La tragedia è finita, Platonov, sua riscrittura dell’omonimo testo di Anton Čechov. È tra gli autori selezionati a partecipare all’edizione speciale École des Maîtres 2020, dedicata ai drammaturghi europei. È attualmente artista associato presso il Piccolo Teatro di Milano, per il quale ha realizzato Hedda. Gabler. Come una pistola carica (2022) da Ibsen e Come tremano le cose riflesse nell’acqua (2024), tratto dal Gabbiano di Čechov. Nel 2021 Marsilio Editori ha pubblicato il suo esordio nella narrativa: Sarà solo la fine del mondo. Con la produzione di MARCHE TEATRO, CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia, Teatro Metastasio di Prato ha messo in scena nel 2022 il testo Uno spettacolo di fantascienza _quante ne sanno i trichechi.
Lucia Calamaro
Accademia Nazionale
d'Arte Drammatica Silvio d'Amico
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d'Arte Drammatica Silvio d'Amico
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