Piero Maccarinelli
Piero Maccarinelli porta in scena la Parola del Sommo Poeta, affrontando il testo nel rispetto più totale e rigoroso dell’endecasillabo dantesco, Dante nella lettera a Cangrande della Scala scrive della Commedia «Prima la litterale sentenza e appresso a quella la sua allegoria cioè la nascosta verità».
La prima giornata simboleggia “il presente” di una umanità che privata delle sue guide si aggira nella selva oscura del peccato. Luca Lazzareschi è Dante, Massimo De Francovich è Virgilio, Manuela Mandracchia è Beatrice e Francesca, mentre Fausto Cabra è Minosse, Paolo, Ciacco e Pluto.
Nulla è affrontato con toni “realistici”, gli stessi personaggi sono privi di dati fisiognomici, semplici portatori di versi e di parole.
«L’attenzione sarà concentrata sul tessuto linguistico» – afferma Maccarinelli – «ancor prima che su quello allegorico per consentire un ascolto esaustivo della lingua dantesca, cercando di superare tutti gli ostacoli semantici o lessicali per una comprensione totale del testo letto nella sua dimensione di Commedia ricordandoci che per secoli la parola di Dante è stata tramandata oralmente».
Al centro c’è la prima giornata del viaggio nell’Inferno, nei canti dal I al VII di cui scriveva Benedetto Croce «ci si ritrova in una selva che non è una selva, e si vede un colle che non è un colle e si mira un sole che non è il sole e si incontrano tre fiere che sono e non sono tre fiere». La dimensione visiva è una esperienza immersiva curata da Fabiana Piccioli e Sander Loonen, con i suoni di Franco Visioli, ispirata agli artisti informali e astratti nostri contemporanei che supera gli stereotipi illustrativi scandendo le tappe più rilevanti del viaggio.
REGIA E CURA
Piero Maccarinelli
CON
Massimo De Francovich, Luca Lazzareschi, Manuela Mandracchia, Fausto Cabra
ABITI
Giorgio Armani
SUONO
Franco Visioli
LUCI E VIDEO
Sander Loonen
IN COLLABORAZIONE CON
Fabiana Piccioli
PROGRAMMATORE MAX FOR LIVE
Andrea Spontoni
Produzione Spoleto Festival dei Due Mondi
Durata: 1 ora, 30 minuti
«Prima la litterale sentenza e appresso a quella la sua allegoria cioè la nascosta verità».
Dalla 13a lettera di Dante a Cangrande della Scala
Nella prima giornata del viaggio di Dante nell’Inferno, come diceva Benedetto Croce, ci si ritrova «in una selva che non è una selva, e si vede un colle che non è un colle e si mira un sole che non è il sole, e si incontrano tre fiere che sono e non sono tre fiere». Questa dimensione del percepire e non percepire è rappresentata da due “percorsi”, uno visivo e uno sonoro, che accompagnano la parola Dantesca di queste prime sette cantiche che dall’alba al tramonto costituiscono la prima giornata del suo viaggio. Ovviamente nulla di realistico nella realizzazione scenica, e poi quale realismo sarebbe possibile di fronte alla grandezza di questo linguaggio? Gli stessi interpreti principali della parola Dantesca, Dante, Virgilio, Beatrice, Francesca non possono vestire che in modo allusivo e non temporalmente riconoscibile o riconducibile ad iconografie – ecco perchè la scelta dell’eleganza senza tempo degli abiti di Giorgio Armani – così come i personaggi minori, Caronte, Paolo, Ciacco, Minosse, Cerbero e Pluto, sono privi di dati fisiognomici, ma identificati come semplici portatori di versi e di parole. L’attenzione è estrema per il dato linguistico ancor prima che quello allegorico per consentire un ascolto esaustivo della lingua dantesca, cercando di superare tutti gli ostacoli semantici o lessicali per una comprensione del testo, letto nella sua dimensione di “commedia”, ricordandoci che per secoli la parola di Dante è stata tramandata oralmente.
Luca Lazzareschi è Dante, Massimo De Francovich è Virgilio, Manuela Mandracchia è Beatrice e Francesca, mentre Fausto Cabra è Minosse, Paolo, Ciacco e Pluto coscienti de «la litterale sentenza e la nascosta verità». L’edizione della Divina Commedia è quella curata da Giorgio Inglese sulla base della edizione Petrocchi che nella sua introduzione scrive «la santa settimana del 1300 – di cui noi affrontiamo la prima giornata – appunto simboleggia, riassume in sé il “presente” di una umanità che, privata delle sue guide (l’Impero è vacante, il soglio pontificio è usurpato), si aggira nella selva oscura del peccato soggiacendo al tristo dominio della cupidigia».
L’allestimento è accompagnato da un impianto visivo che, lontano da tutti gli stereotipi illustrativi della Commedia e curato da Loonen-Piccioli, immerge in una cornice visiva in bianco e nero con rare incursioni nel rosso ispirata ai grandi artisti informali ed astratti nostri contemporanei, affiancato da un tessuto sonoro a cura di Franco Visioli a sottolineare, o introdurre o scansionare, il percorso di Dante e le tappe più importanti del suo viaggio. Eterno Dante nella sua complessa e splendente lingua solo superficialmente oscura, in realtà fondante il nostro idioma.
Piero Maccarinelli
Following his studies at the acting school of the Piccolo Teatro in Milan and collaborations with Ermanno Olmi in cinema, Maurizio Scaparro in theatre and with the Biennale di Venezia and the Teatro alla Scala, Maccarinelli began his career as a director at the age of 22. He has worked with important Italian actors including Maddalena and Giovanni Crippa, Massimo De Francovich, Johnny Dorelli, Rossella Falk, Massimo Ghini, Remo Girone, Anna Maria Guarnieri, Alessandro Haber, Francesca Inaudi, Marina Malfatti, Mariangela Melato, Giovanna Mezzogiorno, Valeria Moriconi, Umberto Orsini, Ugo Pagliai, Maria Paiato, Giuseppe Pambieri, Massimo Popolizio, Elisabetta Pozzi, Anna Proclemer, Stefania Sandrelli, Gianrico Tedeschi and Pamela Villoresi. His over one hundred performances fall mainly into three categories: Italian and foreign contemporary theatre, adaptations of classical texts, and tragedies by Euripides, six of which he staged at the Greek Theatre of Syracuse and the Olimpico in Vicenza. He has directed many shows with young graduates of the Silvio d'Amico Academy and the Experimental Film Centre, including Romanzo di Ferrara, Troilo > Cressida and Esposizione universale. He is a consultant for Mikado film and director of the Massenzio Literature Festival. He founded Artisti Riuniti in 2004 and, as the company's artistic director, realises multidisciplinary projects exploring the intersections between theatre, cinema and literature. He has received numerous prestigious awards.
Dopo gli studi all’Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico, esordisce in teatro con Vittorio Gassman in Ornifle di Jean Anouilh. Nel corso della sua lunga carriera lavora con alcuni fra i più importanti nomi del panorama teatrale: Franco Zeffirelli, Edmo Fenoglio, Evi Maltagliati, Tino Buazzelli, Mila Vannucci, Lucia Catullo, Vittorio Sanipoli, Maria Fabbri, Carlo Bagno, Giancarlo Sepe, Giuseppe Patroni Griffi, Valeria Moriconi, Egisto Marcucci, Giancarlo Cobelli, Guido De Monticelli, Piero Maccarinelli, Carmelo Rifici, Serena Senigaglia, Furio Bordon, Giuliana Lojodice, Massimo Luconi, Luca Zingaretti, Piergiorgio Piccoli, Franco Branciaroli, Antonio Calenda, solo per citarne alcuni.
Nel 1990 inizia il suo lungo rapporto artistico con Luca Ronconi, prima al Teatro Stabile di Torino, poi al Teatro di Roma e infine al Piccolo di Milano. Partecipa a molti suoi spettacoli fra i quali Strano interludio di O'Neill, Gli ultimi giorni dell'umanità di Kraus, L'uomo difficile di von Hofmannsthal, Re Lear di Shakespeare, verso Peer Gynt da Ibsen, I fratelli Karamazov di Dostoevskij, Candelaio di Giordano Bruno, Phoenix di Marina Cvetaeva, Baccanti di Euripide, Memoriale da Tucidide, Pericle e la peste di Enzo Siciliano, Professore Bernhardi di Schnitzler, Il ventaglio di Goldoni, Inventato di sana pianta di Broch, Lehman Trilogy di Massini. Per il grande schermo è stato interprete di Pasolini, un delitto italiano di Marco Tullio Giordana, Le mani forti di Franco Bernini,Onorevoli detenuti di Giancarlo Planta, La vita altrui di Michele Sordillo, Il manoscritto del principe di Roberto Andò, La Grande bellezza di Paolo Sorrentino. Nel 2004 fa parte del cast del film Ovunque sei accanto a Stefano Accorsi e Barbora Bobulova. Fra il 2008 e il 2010 interpreta il Vecchio in Romanzo criminale - La serie per la regia di Stefano Sollima e nel 2009 recita nella fiction Boris. Fra i numerosi riconoscimenti, il premio Armando Curcio nel 1990, i premio UBU e il premio Le Fenici nel 1991, il premio E. Flaiano e la Sacher d'oro di Nanni Moretti nel 1994, il premio Salvo Randone nel 2000 e nel 2006 ancora il premio UBU, il Premio della Critica Italiana, il Premio Veretium di Borgio Verezzi, il Premio Olimpici del Teatro. Nel 2019 gli viene conferito il premio Ennio Flaiano alla carriera.
Diplomato alla Bottega Teatrale di Firenze dove ha avuto come maestri Orazio Costa Giovangigli, Vittorio Gassman e Giorgio Albertazzi, ha affrontato un vasto repertorio di autori classici e contemporanei, italiani e stranieri, partecipando, ad oggi, ad oltre sessanta spettacoli prodotti dai maggiori teatri pubblici e privati italiani. È stato diretto tra gli altri da Vittorio Gassman, Luca Ronconi, Marco Tullio Giordana, Roberto Andò, Andrea De Rosa, Pietro Carriglio, Gabriele Lavia, Giuseppe Patroni Griffi, Mario Missiroli, Gianfranco De Bosio, Glauco Mauri, Piero Maccarinelli, Memè Perlini, Walter Pagliaro, Werner Schroeter, Saverio Marconi, Mauro Avogadro, Massimo Luconi, Cesare Lievi, Luca De Fusco, Leo Muscato, Antonio Calenda, Marco Sciaccaluga, Andreé Ruth Shammah, Pascal Rambert. Tra i numerosi ruoli interpretati spiccano Amleto, Antonio in Antonio e Cleopatra, Macbeth, Herzen ne La sponda dell’utopia di Stoppard, Oreste nell’Orestea di Euripide, Guglielmo da Baskerville nella riduzione teatrale de Il nome della rosa, il Maestro ne I promessi sposi alla prova di Testori. Più volte candidato ai premi Ubu e ai premi Olimpici/Le Maschere ha ricevuto il Premio Randone nel 1999, Premio della critica teatrale nel 2002, l’Eschilo d’oro nel 2008, il Premio Danzuso nel 2014, il Premio Veretium nel 2012, il Premio Franco Enriquez nel 2018. Dal 2011 al 2015 ha diretto il Festival della Versiliana.
Ensemble Micrologus
Leonardo Lidi
Massimo Recalcati
Lucia Calamaro
Accademia Nazionale
d'Arte Drammatica Silvio d'Amico