ROMEO CASTELLUCCI
Cerco una palestra. Una grande camera presa a prestito per fare delle prove. Un posto trovato, senza riscaldamento, cui si accede attraverso la puzza degli spogliatoi; un posto “sbagliato” per il teatro. E invece no. Una palestra, ora, come luogo esatto, come compimento dell’eresia e della bellezza inattuale di Hölderlin. La poesia di Hölderlin sarà proferita in una palestra in forma clandestina, fuori dai cablaggi ortodossi del teatro istituzionale. È esercizio, disciplina, lavoro sul presente.
Assistere alla sequenza astratta di un esercizio, all’ellittica di un gesto silenzioso che fende l’aria, o ascoltare l’articolazione di un verso come affermazione, significherà contemplare uno spazio vuoto, preparato proprio attraverso le cose viste e udite; conseguire uno spazio senza contenuto come luogo di rivelazione. Rinunciare al discorso; cercare l’eleganza assoluta e inumata nella forma; cercare la precisione glaciale di un’estetica sorvegliata.
Nella luce figurativa dello sguardo dello spettatore tutto sarà giudizio, possibilità, essere, secondo le stesse parole del Poeta. Nell’Antica Grecia - cui Hölderlin si è rivolto per tutta la vita - il Ginnasio era il luogo della preparazione dei giovani in vista delle gare atletiche. I giovani, solo dopo il Ginnasio, inauguravano la vita adulta potendo affrontare la guerra. Nella prosa di Hölderlin ci si riferisce continuamente alla giovinezza, ma non in termini anagrafici. E allora chi è questo adolescente, cosa vuole e cosa rappresenta? Il giovane è l’inattuale, colui che non vive nel suo tempo, colui che per contrarium, è il contemporaneo e per il quale tutto è sempre nuovo. Colui al quale sarà affidato il compito di parlare a questa epoca dal tempo differito di una rappresentazione. Sarà l’Empedocle, l’eretico che abbandona la città per salire la montagna e gettarsi nel fuoco dell’essere.
In palestra, accolti provvisoriamente sui cuscini del salto in alto o della ginnastica artistica, si potrà assistere a una partitura testuale – quasi niente di più - legata strettamente a La morte di Empedocle di Hölderlin. Il gruppo dei personaggi della tragedia sarà interpretato da una compagnia di giovani donne. Sono studentesse di una scuola ?- o forse membri di una qualche comunità femminile? Stanno provando uno spettacolo a porte chiuse? Una cosa sola sembra certa: entrando attraverso la porta sbagliata, gli spettatori sorprendono un’azione di teatro che ha tutta l’aria di essere una prova tra adolescenti prive di mezzi, ma che di queste contiene tutta la caparbia determinazione a consacrare la poesia al teatro.
Romeo Castellucci
_Esercizi di ginnastica _
_su _La morte di Empedocle _di Friedrich Hölderlin _
da eseguire in una palestra.
di Romeo Castellucci
con Silvia Costa, Laura Dondoli, Irene Petris, Alice Torriani
e con **Vittoria Chiacchella, Federica Crispini, Evelin Facchini, Caterina Fiocchetti, Viviana Mancini, Maria Irene Minelli, Daphne Morelli, Elisa Turco Liveri, Cecilia Ventriglia, Giulia Zeetti **
produzione Socìetas
traduzione **Cesare Lievi **
Regista, creatore di scene, luci e costumi, Romeo Castellucci è conosciuto in tutto il mondo per aver dato vita a un teatro fondato sulla totalità delle arti e rivolto a una percezione integrale dell’opera. Ha inoltre scritto numerosi saggi teorici sulla regia. Il suo teatro propone una drammaturgia che ribalta il primato della letteratura, facendo del suo teatro una complessa forma d’arte; un teatro fatto di immagini straordinariamente ricche espresso in un linguaggio comprensibile come la musica, la scultura, la pittura o l´architettura. La Socìetas Raffaello Sanzio, la compagnia teatrale creata nel 1981, è oggi riconosciuta internazionalmente come una delle più importanti per la sua radicale posizione estetica e la profondità umana delle sue creazioni. Dal 2006, dopo le undici rappresentazioni del ciclo della Tragedia Endogonidia, una monumentale ricapitolazione della tragedia nell´Europa contemporanea, Romeo Castellucci lavora anche su progetti individuali, in particolare nel mondo operistico. Le sue messe in scena sono regolarmente invitate e prodotte dai più prestigiosi teatri internazionali, festival e teatri dell’opera, in oltre cinquanta paesi che coprono tutti i continenti. Tra le sue creazioni più recenti: Sul Concetto di Volto nel figlio di Dio (2011), _Parsifal _di Richard Wagner (2011), The Four Seasons Restaurant (2012), _Hyperion _basato su Friedrich Hölderlin (2013), Orfeo ed Euridice di Christoph W. Gluck (2014), Neither di Morton Feldman (2014), _Le Sacre du Printemps _di Igor Stravinsky (2014), Ödipus der Tyrann di Friedrich Hölderlin (2015), e all´Opéra Bastille Moses und Aron di Arnold Schönberg (2015) Democracy in America (2017). Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Nel 1996, gli è stato consegnato il Premio Europa Nuove Realtà teatrali, e nel 2002 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere delle Arti e delle Lettere dal Ministero della Cultura della Repubblica francese. Nel 2005, è stato incaricato della Direzione della sezione Teatro della Biennale di Venezia. Nel 2008, è stato nominato "artista associato" da parte della direzione artistica del Festival d´Avignon per la sua 62a edizione. Nel 2010, Le Monde ha scelto come miglior spettacolo la sua trilogia Inferno. Purgatorio. Paradiso, l´unica opera teatrale inclusa tra i più significativi eventi culturali del decennio 2000 - 2010. Nel 2013 la Biennale di Venezia gli ha assegnato il prestigioso Leone d´oro alla carriera. Nel 2014, l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna gli ha conferito la Laurea honoris causa in Discipline della Musica e del Teatro. Opernwelt, il principale periodico tedesco nel campo della lirica, ha assegnato a Romeo Castellucci il Premio per la miglior regia del 2014. Il Festival d´Automne à Paris, presentando in ognuna delle stagioni 2014-2015 e 2015-2016 tre dei suoi lavori nell´ambito del “Portrait Biennale”, lo ha consacrato in via definitiva come uno dei maggiori artisti del nostro tempo.
Originaria di Treviso studia Arti Visive e dello Spettacolo all’Università IUAV di Venezia. Nel 2006 inizia a lavorare con la Compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio fondata da Romeo Castellucci e fino al 2020 Costa lavora come attrice e collaboratrice artistica alla maggior parte delle creazioni teatrali e operitiche del regista cesenate. Parallelamente porta avanti propri progetti artistici, sviluppando dal 2007 un tipo di teatro visivo e poetico, nutrito da una profonda riflessione intorno al ruolo delle immagini, al loro senso e potere sullo spettatore. Di volta in volta autrice, regista, interprete e scenografa, Silvia Costa è un’artista proteiforme che utilizza questi diversi ambiti estetici per approfondire la sua ricerca teatrale. Le sue creazioni vengono rappresentate regolarmente nei principali festival italiani e internazionali. Dal 2019 Costa inizia a creare le proprie proprie regie anche per il mondo dell’opera, in particolare alla Staatsoper di Stoccarda, Opera di Lille, Opera National de Lorraine, Philharmonie di Parigi. Dal 2020, è parte dell’ensemble artistique della Comédie de Valence.