Fotografie e video installazione di Patrizia Bonanzinga
La fotografia invita ad un dialogo nel silenzio. Le donne cercate, incontrate da Patrizia Bonanzinga durante i suoi progetti nell’Africa sub-sahariana e rappresentate nel loro silenzio vitale, concreto e quotidiano, sono qui collocate nel silenzio spirituale del chiostro del convento di San Nicolò, che rimanda a una realtà femminile lontana e isolata, in contatto con il divino. L’incontro tra i due mondi è potente quando la fotografia restituisce un archetipo femminile che si fa colonna, cariatide, sostegno del mondo: “Se l’Africa cammina è anche grazie alla donna africana, che è il vero motore di questo cammino. È l’archetipo africano perché l’Africa è femmina e come una madre dona la vita”, sottolinea l’autrice. Mostrando, attraverso posture e sguardi, identità comuni e individualità con cui consapevolmente gioca, avvicinandosi con empatia e rispetto, pronta a specchiarsi attraverso l’atto fotografico. Perché “la rappresentazione della quotidianità, ossia i gesti, le attività, le preoccupazioni e le gioie non si discostano da quelli delle donne e degli uomini del resto del mondo”. The Spring of African Women idealmente dialoga con l’espressività della danza di Pina Bausch The Rite of Spring, rivisitata in questa edizione del festival dall’École des Sables (Senegal).
Il silenzio fotografico viene interrotto da suoni quotidiani e naturali, le immagini cercano il movimento e si animano in una video installazione che ci invita a superare lo spazio claustrale per immergerci in una diversità reciproca, “nostra” verso di loro, non solo “loro” verso di noi, nell’intento di incontrare, o meglio avvicinare, culture differenti attraverso il mistero del femminile.
Patrizia Bonanzinga, matematica e fotografa, sviluppa il suo lavoro su due ricerche distinte: da un lato indaga la relazione tra fotografia e realtà costruendo medi formati digitali di visioni plausibili, surreali e oniriche; dall’altro affronta il reportage impegnato nella sua accezione più classica, anche utilizzando la pellicola come nel caso di The Spring of African Women. Si reca per la prima volta in Mozambico nel 2006 per conto dell’UNICRI (ONU) e della Cooperazione italiana per un progetto di comunicazione sulla giustizia minorile. Vi tornerà regolarmente fino al 2012.
FOTOGRAFIE
Patrizia Bonanzinga
VIDEO INSTALLAZIONE
Davide Giorni
A CURA DI
Manuela Fugenzi