PATRIA E MITO
Marilù Prati e Renato Nicolini, con la tromba di Mauro Maur ed il pianoforte di Françoise de Clossey, ripercorrono la storia del Risorgimento allo specchio del Mito, diretti da Ugo Gregoretti. Anita muore a 28 anni, Goffredo Mameli a 21. La giovinezza e la passione di quegli anni si contrappongono - non senza ironia - al cinismo del presente.
In Svizzera, sul Monte Verità il Mito incontra la nostra Patria, l′Italia, sgomenta e afflitta alla vigilia del suo 150° compleanno. Patria e Mito sono strettamente legati: la Patria è una delle forme del Mito, ed è stato il Mito della Patria a dar vita alla Patria. Tra Inni (Novaro, Verdi, E. A. Mario) e poesie (Goffredo Mameli, Giovanni Berchet, Giovanni Prati, Giosuè Carducci, Aleardo Aleardi), ricordando le storie di Mameli, Anita, Margaret Fuller, la Repubblica Romana; il ′48 da Reggio Calabria a Curtatone e Montanara alle Cinque Giornate di Milano, si percorrono i miti del Risorgimento: l′Eroe, il Poeta, i caduti, Satana cioè il Progresso. Con entusiasmo ma non senza ironia, spesso con visioni duplici. Il piccolo grillo ("son piccin, cornuto e bruno") si accompagna al canto di guerra nel Prati, nel Carducci la Donna si scinde nell′"eterno feminino regale" della Regina Margherita e nella disinvolta intraprendenza di Annie Vivanti.
testo di Renato Nicolini
regia di Ugo Gregoretti
con Renato Nicolini Il Mito e Marilù Prati La Patria
Françoise de Clossey pianoforte
Mauro Maur tromba
scene e costumi di Aldo Zucco e Grazia Bono
musiche a cura di Mauro Maur
progetto luci di Lillo Monachesi
organizzazione generale Francesco Spinelli
aiuto regia Alfonso Pontillo
produzione Teatro stabile di Calabria - Teatro Quirino "Vittorio Gassman"