Vittoria Ottolenghi, scomparsa nel dicembre scorso, era molto più che un critico di danza (la più nota, lodata o discussa negli ultimi 40 anni). Le apparizioni in televisione, nella sua "mitica" Maratona di Danza su RaiUno che ha convertito al balletto intere generazioni di Italiani, avevano fatto di lei una vera star. Ma non sarebbe bastato, senza una personalità specialissima, un’autorevolezza indiscutibile, un’originalità d’idee spesso affermate con passione partigiana.Aveva contribuito alla rinascita della danza in Italia negli anni ‘80, col suo lavoro divulgativo e anche organizzativo, fondato sull’attenzione a ogni genere coreografico e sull’affermazione orgogliosa del valore della danza e della sua dignità culturale, misconosciuti o negati all’epoca, che aveva saputo imporre anche in televisione e nei festival o teatri dei quali era stata in vario modo collaboratrice. Tra questi, il Festival di Spoleto, che oggi la ricorda.
incontro con proiezioni video
madrina Alessandra Ferri
moderatore Alfio Agostini
ospiti Vittoria Cappelli, Roberto Giovanardi, Elisabetta Terabust, Amedeo Amodio
Enrico Medioli