LA MAMA SPOLETO OPEN
LA FUGA
1 luglio ore 21.30
2 luglio ore 18.00
di e con Eden Wiseman
co-autore e compositore Ori Dvir
sviluppato presso La MaMa Umbria International 2016 "Next Generations"
Quando mi blocco, apro il mio armadio e indosso il mio "Abito killer"
Quando il silenzio ci spaventa, quando ci abbassiamo e sentiamo che il senso di quello che facciamo è inutile, senza senso e irrilevante. Non v’è alcuna ricompensa materiale, quello che facciamo è quasi impossibile. Abbiamo il corpo, il movimento, abbiamo colori e immagini, e abbiamo modi per coprire il nostro opposto, ma perché? La situazione è così caotica che sentiamo il bisogno di parlare chiaro, senza filtri, senza nascondersi. È questo il mio dovere? Come artista, come donna, come creatura, mi sento intrappolata, mi sento come se fossi in un ciclo senza fine, tutto si ripete, è inevitabile! Come se fossimo insonni, intrappolati dagli eventi che continuano a inseguirci senza sosta (gli stessi errori, gli stessi fallimenti, la stessa routine, le stesse scelte, le stesse paure, lo stesso dolore emotivo e fisico). Questa ripetizione ci fa sentire meccanici, come se fossimo semplici macchine che sono state programmate per ripetere sempre la stessa routine. Questo è seguito dal momento affascinante in cui mi concentro, il momento della violazione e della fuga, in cui solo azioni estreme ci possono consentire di sfuggire dalle catene della disperazione, impotenza e angoscia che ci legano. La questione principale è come questa ricorrenza traspare? E’ esterna a noi o si trova in profondità all’interno della nostra coscienza interna? Come la percepiamo e come e quando possiamo rompere il ciclo? Il tentativo di cambiare richiede l’uso della violenza e provocazione, o è la compassione, l’accettazione e la pazienza che è necessaria? Può essere semplicemente una potente passione che è informe e impossibile da imitare?
LIBERTÉ TOUJOURS
1 luglio ore 21.30
2 luglio ore 18.00
di e con** Jadd Tank **
progetto** Focus Young Arab Choreographers** / Italia 2017
Che cosa è la libertà e perché ne abbiamo bisogno? Da chi abbiamo bisogno di affrancarci? L’inseguimento è continuo, come il tentare di raggiungere una carota attaccata ad un bastone. Le nostre piccole vittorie vengono celebrate. Bandiere e statue vengono erette. Ma il ciclo non ha mai fine. Liberté Toujours è una perpetua e febbrile ricerca della libertà.
RESULT OF RESIDENCY
2 luglio ore 22.00
di Jadd Tank e Eden Weismann
Presentazione del nuovo lavoro coreografico preparato in residenza a La Mama Umbria.
GLOBAL PLAYERS 2017
5 luglio ore 21.30
Il Seoul Institute of the Arts è uno dei principali e più prestigiosi conservatori d’arte in Asia, precursore nella globalizzazione dell’arte coreana e nella creazione di nuove forme d’arte. Verrà presentata una produzione creata da un gruppo di studenti selezionati attraverso il programma di Global players. All’inizio del semestre gli studenti sono stati invitati a presentare una proposta per una performance non verbale, coniugando l’estetica coreana con musica dal vivo, uso di media e interattività. Il compito sarà quello di sperimentare nuove forme e contenuti per il teatro contemporaneo e proporre una performance interdisciplinare in grado di coinvolgere il pubblico indipendentemente dalla lingua e dal background culturale.
THE BOOK OF THEL
7 luglio ore 18.00 e 22.00
di William Blake
un’opera lirica di Rolando Macrini - Primo Studio
da un’idea di Peter Case
direttore musicale Claudio Scarabottini
fumetti di Jacopo Maran
produzione **La MaMa Ubria International **e La MaMa Experimental Theatre Club NY
Il libro di Thel è un poema di William Blake datato 1789 illustrato con incisioni e disegni fatti dallo stesso Blake, relativamente breve e di semplice comprensione rispetto alle sue ultime opere profetiche. William Blake, poeta, incisore, pittore (Londra 1757 - ivi 1827) spirito ribelle e visionario, considerò il mezzo verbale e quello visivo espressione unica del suo genio profetico.
Le figlie di Mne Seraphim sono tutte pastorelle nella Valle di Har, tranne la più giovane, Thel, che passa il tempo vagando da sola, tormentata da una domanda: perché la primavera della vita deve per forza finire, e con lei tutte le cose? Incontra il Giglio della Valle che cerca di confortarla, ma invano, e pertanto la incoraggia a chiedere alla Nuvola. La Nuvola spiega che egli fa parte di un processo naturale e anche se talvolta scompare, non è mai per sempre. Thel replica che lei non è come la Nuvola, e quando scomparirà, non ritornerà più. Così la Nuvola suggerisce di fare la stessa domanda al Verme. Il Verme però, è ancora un infante, e non può rispondere; al suo posto, la Zolla d’Argilla risponde spiegando che non si vive per noi stessi, ma per gli altri ed invita Thel ad entrare nel suo regno sotterraneo a vedere la prigione dei morti in cui lei stessa riposerà un giorno. Tuttavia, la protagonista viene assalita da voci misteriose che le pongono domande ancora più terribili sull’esistenza; lanciando un grido, Thel torna indietro alla sua casa nella Valle di Har. La cava rappresenta la sessualità e la mortalità, mentre la Valle di Har rappresenta la verginità e l’eternità.
PRELUDES
Anatra Morte Tulipano
La Capra Ballerina Pappet Theatre
8 luglio ore 18.00 e 22.00
liberamente tratto dal libro L’Anatra, la Morte e il Tulipano di **Wolf Herlbruch **
adattamento Damiano Privitera e **Laura Bartolomei **
marionette, scene e costumi **Laura Bartolomei **
musica Slawek Kwi & Slobhàn Mcdonald, Shostakovich, Stefano Trevisi, Saule, Gavin Boyars, Kronos Quartet, Twine Recorder
regia, video e scelta musicale Damiano Privitera
con Laura Bartolomei
progetto sviluppato grazie alla residenza de **La MaMa Umbria International **(Spoleto, Italia), Can Pink Y Boogie Residency (Mataro, Spagna), **Teatro del Lavoro **(Pinerolo, Italia)
per un pubblico misto e bambini dagli 8 anni in su
Anatra si rende conto di essere seguita da un personaggio e quando scopre che è la Morte si impaurisce. La Morte la rassicura spiegandole che le è vicina da quando è nata, e che non c’è da preoccuparsi, è normale che lei sia presente, è la vita stessa. Il tempo passa e Anatra si abitua alla sua presenza e piano piano si avvicinano e si prendono cura una dell’altra, fino all’ultimo respiro. La scena è una stanza senza muri, un letto nudo ed un acquario. In scena ci sono una donna malata, una marionetta Anatra, la maschera della Morte. Impersonando la Morte e narrando la storia dell’Anatra, la donna malata può finalmente accettare la sua morte annunciata.
M2
9 luglio ore 16.00/18.00/21.30
performance partecipativa
ideazione e realizzazione Dynamis
La performance si interroga, attraverso un gioco con spettatori volontari, sull’uso dell’unità di misura metro quadro. Quale è il confine che intercorre tra umano e disumano nelle declinazioni della nostra quotidianità?
Partendo da alcuni casi di naufragio nel Mediterraneo la performance è costruita attorno ad una proporzione tra superficie e persone coinvolte. Le sequenze sceniche, sviluppate come le regole di un gioco, invitano le persone ad abitare lo spazio.
La performance partecipativa _M2 _si interroga pragmaticamente sull’unità di misura da cui prende nome, il metro quadro, svelando alla fine le possibili sfumature, al limite tra umano e disumano, che quotidianamente assume. Il pubblico è l’essenza stessa della performance, la matrice dell’azione che si orchestra, attraverso semplici istruzioni veicolate da un’hostess e da uno steward, in un gioco collaborativo tra sconosciuti.
Partendo da stime dedotte da casi reali presi ad esempio la performance si sviluppa attorno ad una proporzione in scala, tra superficie circoscritta e persone coinvolte.
Il resoconto annuale dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur) del giugno 2015 attesta che nell’ultimo anno circa 60 milioni di persone sono state costrette a migrazione forzate per sfuggire a scenari di guerra. Dieci anni fa i migranti erano 22 milioni di meno. Di questi, circa 38,2 milioni sono sfollati interni, cioè persone che fuggono dalle proprie case, ma restano all’interno dei confini della loro nazione. Un milione e 800 mila sono i richiedenti asilo, coloro che presentano domanda per ottenere lo status di rifugiato, quasi 20 milioni i rifugiati in senso stretto (compresi i 5 milioni di palestinesi).
CHIEDI CHI ERA FRANCESCO
10 e 11 luglio ore 21.30
uno spettacolo di Andrea Adriatico
drammaturgia Grazia Verasani
con Olga Durano, Francesca Mazza, Gianluca Enria, Leonardo Bianconi
scene e costumi Andrea Barberini
cura scenotecnica Francesco Bonati, Michele Casale, Carlo Del Grosso, Giovanni Magaglio, Giovanni Santecchia, Carlo Strata
cura organizzativa Saverio Peschechera, Alberto Sarti
grazie a Stefano Casi, Franca Menneas, Beppe Ramina, Enrico Scuro
produzione** Teatri di Vita**
con il sostegno di Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
si ringrazia la presenza di Teatri di Vita a Spoleto, in quanto sensibili e vicini ai problemi della popolazione terremotata
Francesco lo studente, Francesco il militante, Francesco la vittima, Francesco l’eroe, Francesco il nome su una lapide.
L’11 marzo 1977 – esattamente quarant’anni fa – Francesco Lorusso, studente e militante di Lotta Continua, veniva ucciso a Bologna durante una manifestazione da un colpo d’arma da fuoco. Un colpo sparato da un carabiniere, che fu successivamente prosciolto.
Fu l’apice tragico della stagione del Movimento del ’77 e l’inizio di una guerriglia che mise a ferro e fuoco Bologna.
A Francesco Lorusso, all’interrogazione sulla sua memoria è dedicato il nuovo spettacolo diretto da Andrea Adriatico.
C’è il bisogno di andare oltre le parole sulla lapide di via Mascarella, il bisogno di ricordare e comprendere dalla prospettiva odierna un evento traumatico per la città e per l’Italia, il bisogno di aprire un confronto con la stagione complessa e contradditoria del Movimento del ’77, il bisogno di raccontare la storia di un ragazzo che a 25 anni, con la sua morte, è diventato suo malgrado l’icona di un’epoca.
SENZA TITOLO PER UNO SCONOSCIUTO
12 e 13 luglio ore 18.00 e 22.00
compagnia gruppo nanou
coreografia Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci
con Sissj Bassani, Rhuena Bracci, Marco Maretti
suono Roberto Rettura
assistenti alla coreografia Marta Bellu, Rachele Monti
prodotto da E / gruppo nanou
co-prodotto da L’Arboreto Teatro Dimora di Mondaino, Cie Twain
con il sostegno di La MaMa Umbria International, Cantieri
con il contributo di MIBACT, Regione Emilia-Romagna Assessorato alla Cultura
Senza titolo per uno sconosciuto è un lavoro sul corpo che innesca uno spaesamento (molecolare) dello spazio. Senza uno stato di perdita del corpo, senza lo smarrimento dato per assunto, l’innesco non è possibile. Il corpo si occupa dello spazio mantenendolo perennemente in moto, un moto deterritorializzato.
La relazione tra i corpi è per "onde gravitazionali": il corpo si assume lo spazio in atto per afferrarlo e restituirlo. Una continua azione transitiva / centrifuga che raccoglie l’esistente e lo rimette in circolo fuori da sé. Allora il corpo non trova più arresti, definisce il "punto" come "spirale", la sospensione del corpo è una riduzione del volume dell’azione, le linee sono oscillazioni vibratorie, il tempo si fa circolare, si perde la necessità di inizio e di fine.
LA CURA
14, 15 luglio ore 21.30
16 luglio ore 18.00
scritto e diretto da Gherardo Vitali Rosati
con Elena Arvigo, Alberto Giusta, Dalila Reas, Luca Tanganelli
illustrazioni Federica Rugnone
animazioni Arianna Bellucci
costumi Fedra Giuliani
musiche originali** Tommaso Tarani**
incise da** Tommaso Tarani (piano) e Mathilde Ecoiffier (oboe)**
disegno luci** Andrea Narese**
tecnico di allestimento** Brando Nencini**
produzione Il Teatro delle Donne Centro Nazionale di Drammaturgia
in collaborazione con Fondazione Istituto del Dramma Popolare di San Miniato
lo spettacolo è stato prodotto in prima assoluta per la Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato, nell’estate 2017, in occasione della LXXI Festa del Teatro. San Miniato, Festa del Dramma Popolare, 26-27 giugno 2017
Per Laura il lavoro è una missione. Impiegata da una vita in una casa farmaceutica, crede nel potere della scienza: la sua dedizione totale all’azienda non nasce da personali ambizioni egocentriche, ma dal sogno di realizzare qualcosa di utile. In questo turbine ha smarrito da lunghi anni un marito, e ha lasciato che i suoi due figli – Mathieu e Chiara, quasi trentenni – scivolassero tranquillamente a Parigi, con la scusa dello studio. Ma quando finalmente la sua equipe scopre un farmaco rivoluzionario, le viene diagnosticato un tumore. Inizierà così un percorso fra ospedali, esami, chirurghi e oncologi che la farà vagare fra varie città, allontanandola sempre più dalle sue mansioni. Ma intanto si riaffacceranno nella sua vita i figli, alternandosi per aiutarla, e in una sala d’attesa incontrerà anche Marco, un orchestrale torinese affetto dalla sua stessa malattia. Per modalità espressive e temi affrontati, La Cura si pone come secondo capitolo di Fumo Blu, il precedente lavoro di Gherardo Vitali Rosati, prodotto dal Teatro Metastasio e presentato al 58° Festival di Spoleto, incentrato sulle difficoltà quotidiane di una giovane coppia alle prese con lavori affascinanti ma poco remunerativi che sottraevano tempo ed energie alla vita familiare. Se il primo testo citava, nel titolo, un successo di Mina, qui ci si rifà a un celebre pezzo di Battiato. Per l’allestimento, lo spettacolo si avvale delle proiezioni di Stefano Fake, uno dei più noti video-maker italiani, che creano una vera e propria scenografia digitale, capace di ricreare spazi reali e immaginari.
ORO PURO
Mostra
dal 1 al 16 luglio
dalle ore 16.00 alle ore 22.30
mostra di Paolo Liberati a cura di Lorenzo Mango e **Moreno Cerquetelli **
dedicata al critico militante Beppe Bartolucci e a La Mama di N.Y. Ellen Stewart
È una ricapitolazione delle mie opere migliori ispirate dal magico realismo del Teatro d’Arte e di Poesia come comportamento tradotto in pitture e disegni con la mia compagnia Tradimenti Incidentali Imaginalis Teatro ( TIIT ) della post-avanguardia terza e quarta generazione dirette dal critico militante e poeta Giuseppe Bartolucci dal 1975-1996 e diffusa in Festival internazionali, Donazioni, Mostre e Video come La Mama dell’Avanguardia Ellen Stewart tra Spoleto e N.Y. realizzato con Moreno Cerquetelli.
_Paolo Liberati _