GIANNI GIANESE, LO SCULTORE DEI SOGNI
La mostra rende omaggio al Maestro Gianni Gianese, talento del Novecento italiano da poco scomparso, con una selezione di sculture e bozzetti realizzati per il cinema e il teatro.
La vicenda artistica di Gianese si snoda lungo il confine fragile che divide un artista da un artigiano, confine che, nel caso del Maestro, perde la ragione della sua stessa esistenza.
Per oltre sessant’anni ha modellato "i sogni" dei maggiori registi e scenografi del cinema e del teatro, sia italiano che internazionale, dando forma alle sculture diventate patrimonio condiviso di tutti quelli che amano il cinema, il sogno, il verosimile. Da Fellini a Pasolini, da Terry Gilliam a Martin Scorsese, Steven Spielberg, Luchino Visconti, Elio Petri, Lina Wertmüller, Franco Zeffirelli.
Nel teatro ha collaborato tra gli altri con Luca Ronconi, Carmelo Bene, Mauro Bolognini, Gabriele Lavia, Liliana Cavani, Giorgio Ferrara, Robert Carsen, Grahm Vik.
Intensa è stata anche la sua collaborazione con lo scenografo italiano Dante Ferretti.
Ha realizzato sculture per il Teatro Alla Scala di Milano, il Festival di Salisburgo, per l’Opéra di Parigi, di Nanterre, di Zurigo e per i principali teatri italiani. Oggi alcune sue maquettes di studio in sezione dell’Opéra Garnier di Parigi sono esposte stabilmente al Museo d’Orsay, altre al Louvre.
Gianese ha iniziato a lavorare per Cinecittà nel periodo delle grandi produzioni americane, quando si costruivano i colossi rimasti scolpiti nell’immaginario di molti e che realizzava utilizzando le tecniche della migliore tradizione artigiana italiana come il modellato in creta, il gesso, a volte la cartapesta, e sempre con risultati sorprendenti.
Ha scoperto poi il polistirolo sul set di un film di Fellini "questo materiale nuovo, sconosciuto, veniva lavorato in una stanza protetta agli occhi indiscreti di noi curiosi che cercavamo di capire chi fossero queste persone arrivate da fuori e, soprattutto, cosa stessero modellando. Ma io avevo scoperto una fessura dalla quale poter osservare le tecniche di lavorazione di questo nuovo materiale…".
E nell’arte di modellare il polistirolo divenne un maestro indiscusso al punto che i suoi modelli posseggono una drammaticità di rara bellezza, uguagliano la potenza del marmo, la sua consistenza.
La mostra celebra il Maestro Gianni Gianese attraverso l’esposizione di alcune opere realizzate nella sua lunga carriera, di alcuni bozzetti di lavoro e disegni autografi.
a cura di Riccardo Buzzanca
Nasce a Roma nel 1928 da famiglia di origine veneta. A causa del conflitto bellico, trascorre la sua giovinezza con le zie in Veneto, nella zona poverissima del Polesine . Durante questo periodo si appassiona all’osservazione della natura, con particolare interesse per gli animali, che inizia subito a rappresentare con disegni e pittura di rara bellezza e maturità malgrado la sua giovane età e mostrando un talento innato formidabile. Torna a Roma solo alla fine della Seconda Guerra Mondiale e la sua produzione artistica, realizzata durante il soggiorno nel Polesine, convince la famiglia a iscriverlo al liceo artistico di Via Ripetta a Roma che frequenta con enorme successo tanto da consentirgli poi di completare i suoi studi all’Accademia di Belle Arti. Inizia a lavorare giovanissimo nel campo della decorazione grazie alla stima del suo insegnante di ornato che, da subito, riconobbe lo straordinario talento del giovane Gianese. In questi stessi anni si diletta, inoltre, nell’ideazione di strisce di fumetto che all’epoca uscivano abitualmente sui periodici. Ed è proprio della seconda metà degli anni Quaranta l’invenzione del personaggio di Lindoro il castoro pubblicato su L’Ometto Pic edito dal tipografo romano Fausto Capriotti. Parallelamente alla sua attività di scultore per il cinema e il teatro, Gianese lavora anche alla realizzazione di fontane, monumenti e sculture sacre in bronzo. Numerose sue opere sono esposte, oltre che in Europa, anche a Sidney in Australia, negli Stati Uniti, in America Latina. GIANNI GIANESE