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58

FUMO BLU

LA MAMA SPOLETO OPEN 2015

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July
2015
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Teatro

Sinossi

Uno spaccato nelle vite di due trentenni, alle prese con lavori poco concreti e difficoltà quotidiane. Per raccontare la nostra epoca, Fumo Blu intreccia il passato e il presente di Paolo e Claudia, che provano a vivere di giornalismo e di danza ma sognano maggiori stabilità in casa e sul lavoro. Cresciuti con grandi modelli e ambizioni, ora si scontrano con la realtà e ripensano al loro percorso. Riuscendo a capire qualcosa in più della propria natura. Intrecciando dialoghi e narrazione, il testo fotografa diversi momenti della vita dei due protagonisti. Attimi di leggerezza si alternano con momenti di riflessione, mentre le tragicomiche esperienze del quotidiano lasciano il posto a un sogno ricorrente. Sembra un incubo, ma ha un che di piacevole e invitante, come la vita in cui sono immersi Claudia e Paolo. I due si muovono in una scenografia evocativa, mentre le videoproiezioni che prendono forma su una grande vetrata contribuiscono a suggerire spazi e atmosfere, scandite da musiche e suoni che trasportano i personaggi e il pubblico attraverso i tempi e luoghi dello spettacolo. _Fumo Blu _si è sviluppato grazie a un progetto di Residenza Artistica presso La MaMa Umbria International con serie di letture sceniche presentate a Spoleto, Firenze e New York (in inglese).

Fumo Blu è un pericoloso stato di piacevole confusione. Una nebbia immaginaria che patina lo sguardo e lo spirito, nasconde l’orizzonte e non permette di capire dove si sta andando. Emerge nel ripetersi scontato del quotidiano, familiare e rassicurante. Lentamente ci soffoca, ci addormenta, ci disorienta.

Claudia, 35 anni, Paolo, poco più di 30. Due non-più-giovani che non riescono a dare una svolta alla loro vita, né alla loro relazione, tantomeno al lavoro. Tra ambizioni, insicurezze, frustrazioni, paure, sogni ed opportunità deluse, il quotidiano va avanti con inerzia alienante. I momenti belli, divertenti e allegri affogano nell’incertezza e nella graduale perdita di senso e sentimento. Una vita confusa, ordinaria, comune, a tratti perfino comica. Il problema non è la mancanza di consapevolezza, ma l’incapacità mentale di trovare, dentro e fuori di sé, gli strumenti per operare il cambiamento. Come se quell’intuito animale che scatta di fronte alle occasioni o alle emergenze, quell’istinto di sopravvivenza che ha spinto l’evoluzione, si fosse irrimediabilmente addormentato o estinto.

Non c’è nulla di originale nella storia di questi due personaggi. Sono esattamente come molti non-più-giovani della loro generazione. L’eccezionalità risiede proprio nella loro normalità, nell’essere comuni, nell’essere il perfetto esempio di una generazione un po’ smarrita, nata agli albori dell’era digitale, globalizzata e fin troppo liquida, per dirla con Baumann. In questo senso Claudia e Paolo diventano il ritratto della società e attraverso di loro si possono vedere i riflessi del passato, del presente e forse anche del futuro.

Andrea Paciotto

_Fumo Blu _è nato dalle ceneri di un altro testo, Solo andata per Hong Kong. Lì c’era un imprenditore, che da piccolo aveva sofferto per la crisi del ‘73, e ora, adulto, si ritrovava a fronteggiare quella del 2012. Di questa storia è rimasto ben poco, ma l’indagine di fondo rimane la stessa. Volevo capire in che modo la "crisi" si interpone in una storia di coppia, come entra nel presente di due persone "normali". Che non sono due vittime esemplari: vivono agiatamente, lavorano nel mondo culturale, sono in qualche modo privilegiati. Ma proprio questo mi interessava: evitare casi estremi e provare a raccontare le vite di molti trentenni di oggi. A partire dall’instabilità. Che dal lavoro si propaga sulla vita affettiva, generando ansie e insicurezze, ma che può essere anche sinonimo di libertà, di possibilità di cambiare. Si è sparsa la voce che in cinese l’ideogramma che indica la "crisi" sia composto da due parti, che significano rispettivamente "pericolo" e "opportunità". Purtroppo non è vero, ma forse è vero che nella crisi si incrociano questi due aspetti. Davanti agli scogli, i due protagonisti sono costretti a riflettere, a ripensarsi. Immersi in questa situazione, non priva di aspetti piacevoli e confortanti, rischierebbero di andare avanti per inerzia, soffocando una parte importante di se stessi. Ora, dovranno mettere in discussione scelte fatte quasi per caso, o perché troppo condizionati dall’esterno. E magari costruirsi la loro serenità. Dipende da come risponderanno a quel telefono che non smette di squillare.

Gherardo Vitali Rosati

Crediti

Programma

di Gherardo Vitali Rosati

con

Daniele Bonaiuti

Silvia Frasson

regia Andrea Paciotto

scenografia Lorenzo Banci

costumi Aurora Damanti

luci Roberto Innocenti

aiuto regista, design video e suono Francesco Domenico D’Auria

assistente alla regia Lisa Lim

traduzione in inglese e sottotitoli Nerina Cocchi

produzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana

prima rappresentazione assoluta Prato, Teatro Magnolfi Nuovo, 7 maggio 2015

progetto sostenuto - tramite una Residenza Artistica - da La MaMa Umbria International (2013-14).

Programma di Sala

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Date & Biglietti

INFO BIGLIETTERIA
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Biografie

GHERARDO VITALI ROSATI

Critico teatrale del Corriere Fiorentino, dorso locale del Corriere della Sera, collabora con varie testate in Italia, Stati Uniti, Canada, Russia e Francia. Fra queste: Theater Magazine, la rivista teatrale di Yale University, La Règle du Jeu, diretta da Bernard-Henry Lévy, e Liberté, il mensile di Montréal diretto da Philippe Gendreau. Per RAI 3, cura la rubrica Teatro Mondo, all’interno del programma teatrale del TG3, Chi è di scena, di Moreno Cerquetelli, condotto da Rosanna Cancellieri. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia dello Spettacolo presso l’Università di Firenze nel 2011, con il prof. Siro Ferrone, dopo una laurea specialistica alla Sorbonne Nouvelle di Parigi, con il prof. Georges Banu. Tiene corsi di Storia del teatro e Critica teatrale presso l’Università di Firenze e la Calenzano Teatro Formazione, diretta da Stefano Massini. È co-autore di Une Algérie 1830-1954, messo in scena in Francia dal Théâtre des Minuits (2007), e collaboratore alla drammaturgia di Discovering Pasolini, messo in scena alla Pergola dal teatro La MaMa di New York (2011). Ha curato la drammaturgia di The Medici Dynasty, un progetto di Giuseppe Arone sulla storia di Firenze. Fumo Blu è la prima opera che firma da solo.

ANDREA PACIOTTO

Regista nato a Spoleto. Inizia gli studi di teatro in Italia presso la Scuola del Centro Universitario Teatrale di Perugia e la Fondazione Pontedera Teatro. Nel 1990 inizia la sua esperienza internazionale, grazie all’incontro con Ellen Stewart, fondatrice e direttrice artistica del teatro La MaMa di New York. Dopo aver lavorato per qualche anno come attore, decide di dedicarsi alla regia. Continua la sua formazione a New York (City University of New York, Brooklyn College) e ad Amsterdam (DasArts, Advance Research Center in Theatre and Dance, Università di Amsterdam), specializzandosi nell’applicazione delle tecnologie digitali nel campo del teatro. Nel corso della sua carriera, ha collaborato con numerosi teatri e festival, presentando lavori in Italia, Olanda, Germania, Austria, Turchia, Serbia, Bosnia, Croazia, Svizzera, Polonia, Macedonia, Stati Uniti, Messico e Corea. Nel 2007 è invitato alla Biennale di Venezia, nell’ambito del progetto Goldoni e il teatro nuovo, portando in scena una originale rilettura del Servitore di due padroni, coprodotta con il BITEF Belgrade International Festival e il Teatro Nazionale di Uzice, in Serbia. L’anno successivo (2008) al Mittelfest di Cividale del Friuli presenta Alla fine l’inizio, uno spettacolo ispirato a_ Le Cosmicomiche _di Calvino. Dal 2009 si occupa della traduzione e messinscena italiana dei testi del drammaturgo e regista statunitense Israel Horovitz. Con lui ha fondato la Compagnia Horovitz-Paciotto, che ha prodotto diversi spettacoli e pubblicato due raccolte di testi _Trilogia Horovitz _e Suite Horovitz, con la casa editrice Editoria & Spettacolo. Nella stagione 2012-2013 il Teatro Stabile dell’Umbria ha prodotto lo spettacolo Tre Famiglie, presentato in diversi teatri italiani. Ha tenuto corsi e seminari su diversi aspetti dell’arte teatrale presso La MaMa, il Centro Universitario Teatrale di Viterbo, Accademia di Arte Drammatica di Maastricht, Scuola Nazionale di Danza di Città del Messico, Belgrade University, Teatro Nazionale di Belgrado, University of South Carolina, ed altri. Dal 2009 è membro del Comitato per la Formazione dell’Istituto Internazionale del Teatro (ITI-UNESCO). Andrea Paciotto è attualmente direttore della Residenza Artistica La MaMa Umbria International, con sede a Spoleto e docente presso il Seoul Institute of the Arts in Corea.

SILVIA FRASSON

Attiva per teatro, cinema e tv, ha recentemente partecipato a Meraviglioso Boccaccio, dei fratelli Taviani, nel ruolo della moglie di Calandrino, interpretato da Kim Rossi Stuart. In teatro, ha lavorato con Massimo Castri in Quando si è qualcuno (2003), con Giorgio Albertazzi, prodotto dal Teatro di Roma, ed_ Ecuba_ (2006), allestito per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa. Al Teatro Metastasio Stabile della Toscana ha recitato in Frankestein (2009), di Stefano Massini, e L’isola dei Pappagalli, di Sto, per la regia di Aldo Tarabella. Ha recitato con maestri come Gabriele Vacis (Macbeth), Peter Stein (Tatjiana) e Gigi Dall’Aglio (La crociata dei bambini). Molto attiva anche nel teatro di narrazione, sta attualmente portando in scena Amore e ginnastica, appositamente scritto da Stefano Massini, che ha adattato il racconto di Edmondo De Amicis. È autrice e interprete di spettacoli di narrazione fra cui Santa Giovanna dell’ImmaginazioneBrenduloQuando non avevamo niente (sulla Richard-Ginori) e La Regina Nera (su Caterina de’ Medici). Con Daniele Bonaiuti è protagonista di In nome del popolo italiano, di Matteo Bacchini. Si è formata alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, dove nel 2014 è tornata per insegnare il suo metodo di autrice e narratrice alla Summer School.

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