Fanny Ardant - Chants d’Est
Chants d’Est è un viaggio. Questo spettacolo è nato dal desiderio della violoncellista Sonia Wieder-Atherton di riunire le musiche di quell’Europa dell’Est che lei predilige – riuniti nel disco Chants d’Est, uscito all’inizio 2009 da Naïve – e i testi di grandi scrittori letti dalla voce vellutata e profonda di Fanny Ardant.
La prima di Chants d’Est ha avuto luogo in dicembre 2009 al Chapiteau Romanès di Paris. Tre serate in cui la musicista e l’attrice, accompagnate dai musicisti de l’Ensemble Niguna hanno trasportato il
pubblico del tendone come zingari in un universo fuori dal tempo, che supera le frontiere, attraversandole come il Danubio.
Programma
• Il mio Puskin, estratto (Marina Cvetaeva)
S. Rachmaninov Vespri Op. 37
• Diari (1915), estratto (F. Kafka)
E. Dohnany Ruralia Hungarica
Andante rubato, alla zingaresca – presto
Tradizionale Ebraico Canzone nel ricordo di Schubert
A. Tcherepnine Danza Tartara
B. Bartok Quattro duo - estratti da Mikrokosmos per oboe e violoncello
F. Krawczyk Sette giochi d’infanzia sulle melodie delle poesie di Janacek:
Gioco d’infanzia 1
• A P.E. (1914), estratto (Marina Cvetaeva)
Gioco d’infanzia 2 e 3
• L’anima in fiamme (1916), estratto (Marina Cvetaeva)
Gioco d’infanzia 4 e 5
• Tentativo di gelosia (1924), estratto (Marina Cvetaeva)
• L’Anima in Fiamme (1917), estratto (Marina Cvetaeva)
Gioco d’infanzia 6
• L’anima in fiamme (1913), estratto (Marina Cvetaeva)
Gioco d’infanzia 7
• L’anima in fiamme (1913), estratto (Marina Cvetaeva)
S. Prokofiev Il campo dei caduti
B. Martinu Variazioni su un tema slavo
• Elegie Duinesi – La prima Elegia, estratto (R. M. Rilke)
Malher Sono andato perduto al mondo
Mitteleuropa, centro dell’Europa, incrocio in cui si mescolano diverse culture. Sotto la sua ala protettrice, opprimente e affascinante al tempo stesso, il grande impero austro-ungarico raggruppa culture che lottano contro la perdita della loro identità. Questa resistenza passa attraverso l’amore per la lingua materna, proibita. Il suo ascolto, lo studio incessante dei temi del folclore, caratterizzano l’universo così particolare di compositori come Janácek, Mahler o Martinu. Interpretarli è prima di tutto lavorare sul loro rapporto con la lingua.
Più a Est, diventa una storia di trasmissione. La musica dice quello che è impossibile descrivere. Tra tutti i regimi che attraversano la Russia, c’è il terrore ma anche, aldilà di esso, una forza che a volte implode, a volte esplode. Quello che è detto è detto per tutti quelli che non hanno la parola. Attirata da questa doppia resistenza - una per il ricordo della propria lingua, l’altra per raccontare ciò che è proibito - calamitata da questo luogo del mondo da cui provengo, instancabilmente, ho riascoltato le opere che conoscevo e che amavo, ne ho scoperte altre, scritte per voce, coro, violino, orchestra, piano. Ho fatto appello a Franck Krawczyk affinché mi aiutasse a trovare una strada tra di esse, dove, come nel caso di Janácek, trova ispirazione. Ed ho fatto la scelta di un’orchestra a corde per trovare la profondità, la tensione nei Vêpres di Rachmaninov e l’intensità nell’ Alexandre Nevsky di Prokofiev, e per far esplodere
il virtuosismo della danze e dei pezzi molto ritmanti. Così, la strada che noi seguiremo ci porterà da una canto tragico ad una ninna nanna, da un lied che racconta di un sogno a una danza dagli accenti gitani, come se noi ci lasciassimo condurre tra i capitoli di uno stesso racconto.
Sonia Wieder-Atherton
Infinito potere di attrazione della Russia. meglio che la troika di Gogol, quello che permette di provarla è l’immagine di un grande fiume che estende a perdita d’occhio le sue acque gialle che mandano onde dappertutto, delle onde alte, ma senza eccessi. Sulle rive, terre selvagge e desolate, dei fili d’erba spezzati.
Franz Kafka
La vita musicale a Budapest oggi può essere riassunta in un solo nome: Dohnányi. [...] Spesso, dopo il
concerto, deve rientrare camminando almeno un’ora sotto la pioggia e la neve!
Béla Bartók
Per il compositore popolare, il suono musicale non è che questo suono raffinato che esce dallo strumento; è stravolto dai rumori, umido d’acqua viva o del Danubio, verde di boschi [...], tende le braccia verso le stelle.
Leoš Janácek
La mia musica è ceca, cosa che nessuno può negare, vero?
Bohuslav Martinu
Il Danubio: è il fiume lungo il quale si incontrano, si incrociano e si mescolano popoli diversi. E’ il fiume di Vienna e Bratislava, di Budapest, di Belgrado, è il nastro che attraversa e cinge l’Austria degli Asburgo, la cui mitologia e ideologia ne hanno fatto il simbolo di una koïnè plurale e sovra-nazionale, questo impero i cui sovrani si rivolgevano ai “miei popoli” e del quale l’inno era cantato in undici lingue. Il Danubio è la Mitteleuropa germanomagiara-slavo-giudaico-romana, un mondo “dietro alle nazioni”.
"Danubio", Claudio Magris
concetto e direzione musicale di Sonia Wieder-Atherton
con la complicità musicale di Frank Krawczyk
con Fanny Ardant
musicisti Sonia Wieder-Atherton,
Aurélie Saraf Arpa,
Ensemble da camera dell’Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli
direttore d’orchestra Gennaro Coppabianca
luci François Thouret
direttore di scena Daniel Eudes
coproduzione Théâtre de Caen, Instant Pluriel, SWA & CO
produzione sostenuta da Théâtre de Saint Quentin en Yveline Scène Nationale
con la partecipazione di Fonds d’Action Sacem
in collaborazione con Just in Time s.r.l. – Mauro Diazzi / Nuova Opera Festival
Il CD Chants d’Est, sur le Sentier Recouvert è disponibile presso Naϊve