Briganti emigranti
Concerto popolare
Eugenio Bennato e l´Orchestra Popolare del Sud
diretta da Erasmo Petringa
un progetto di Nunzio Areni
musiche di Eugenio Bennato e anonimi del ´500 e ´600 napoletano
regia di Bruno Colella
produzione CCTM - Circuito Campano Teatro Musica
in collaborazione con Just in Time srl - Mauro Diazzi
direttore tecnico Lucio Mazzoli
In programma villanelle 500esche, brani strumentali legati alla tradizione curativa della taranta e composizioni di Eugenio Bennato dai tempi di Brigante se more alle più recenti Taranta Power, Che il
Mediterraneo sia…, Grande Sud, alle ultime ballate dedicate ai due personaggi storici dell’epopea del brigantaggio: Ninco Nanco e Michelina De Cesare (La ballata di Michela).
Il percorso musicale che mi ha portato alla scoperta delle forme popolari delle regioni del sud e, che in seguito, si è allargato alle forme di tutto il bacino mediterraneo, e in definitiva di tutti i sud del mondo, è partito da Napoli, che è la città dei cinque Conservatori, la città di Roberto De Simone, Edoardo De Filippo, Roberto Murolo, Edoardo Caliendo, maestri d’arte e di vita per il tempo che li ho frequentati.
All’inizio di questo viaggio di scoperta artistica e musicale incontrai Nunzio Areni, col quale cominciammo tanti anni fa la storica esperienza della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Il mio cammino di
artista mi ha portato a incontrare nuovamente Nunzio e, su suo suggerimento, il grande organico di
voci e strumenti popolari che costituisce l’Orchestra Popolare del Sud. Il percorso che ho seguito contiene già naturalmente tutte le immagini di questa orchestra nuova e antica: Ecco la genesi di Briganti Emigranti.
Questo spettacolo con l’Orchestra Popolare del Sud nasce da uno specchio e una sintesi di questo percorso di strade e suoni che si dividono, sdoppiano, rincontrano e costituisce l’ordito sonoro
delle storie che vado raccontando con la voce e la chitarra. I componenti dell’orchestra appaiono a volte sullo sfondo come un tableau vivent musicale, a volte irrompono in primo piano, esprimendo con le voci e con gli sguardi l’esistenza di una terra di sogni ambiziosi e di alberi dalle profonde radici.
Eugenio Bennato