La MaMa Spoleto Open
C’era due volte
“L’uomo il cui nome viene pronunciato resta in vita!” Il racconto di Rodari comincia con Lamberto, un anziano barone ricchissimo e sempre malato, che tenta di allontanare la sua morte assumendo sei lavoratori che giorno e notte, rinchiusi in una soffitta, ripetono il suo nome ad alta voce. Il trucco funziona e il barone ringiovanisce a vista d'occhio fin quando Ottavio, unico suo nipote, dopo tre tentativi di omicidio ai danni dello zio nella speranza di riscuoterne l'eredità, scopre e interrompe il lavoro in soffitta, provocando la morte del barone. Proprio durante il funerale, però, il grande vociare dei presenti che pronunciano il nome del defunto, permette un colpo di scena finale: la rinascita di Lamberto. Lo studio di Palazzina Zero, ancora in fase di sviluppo, parte da qui. Un’attrice e due attori creano la drammaturgia originale tra favola e cruda realtà. A partire dai temi suggeriti dalla novella, come il desiderio d'immortalità, la paura dell’invecchiamento e della morte, che ancora oggi più che mai crea disorientamento, emergono questioni strettamente legate alla nostra contemporaneità. Tra queste colpisce una sorprendente somiglianza tra il Barone Lamberto e Jeff Bazos che investe miliardi di dollari sul ringiovanimento cellulare, o ancora, la questione dei cosiddetti account commemorativi: profili social di utenti deceduti ma che nel mondo virtuale continuano a vivere. L’intento è quello di mantenere un doppio canale di comunicazione: quello evocativo-sensoriale della favola e quello cognitivo-dialogico della realtà. Il lavoro si accende grazie alla multidisciplinarietà tra parola, corpo e musica che dialogano in simbiosi. Prendono vita immagini, quadri, scene per offrire a chi guarda sia un bagaglio di sensazioni istantaneo, attraverso coreografie di movimento, musica performata dal vivo e semplici quanto efficaci giochi di luci, che uno più intellettivo, carico di interrogativi e domande prive di risposta certa, con riflessioni da parte dei tre attori rivolte al pubblico senza filtri favolistici. Lo spazio prevede pochi elementi ma essenziali: una rella appendiabiti ed un tavolo. Entrambi hanno l’obiettivo di smascherare la finzione teatrale per annullare la distanza con chi guarda, rafforzando la trasparenza tra palco e pubblico, tra attori e personaggi, tra finzione e realtà. Sul tavolo una console luci, un pc ed un microfono. Tutto viene gestito in live dagli attori. Tutto accade nel qui ed ora ma anche in uno spazio ed un tempo lontano non ben definito.
studio liberamente ispirato a C’era due volte il Barone Lamberto di Gianni Rodari
concept, scrittura e regia Palazzina Zero
con Giorgia Fagotto Fiorentini, Davide Fasano, Gabriele Graham Gasco
progetto sonoro Gabriele Graham Gasco
con il sostegno di La MaMa Umbria International
Si avvisa che le date e gli orari potranno subire variazioni.
Per aggiornamenti consultare il sito www.festivaldispoleto.com
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