Beckett-Wilson:L'ultimo nastro di Krapp
L’ultimo nastro di Krapp, atto unico di Samuel Beckett, debutta il 28 ottobre 1958 al Royal Court Theatre di Londra.
Krapp, un uomo anziano, è seduto da solo nella sua stanza a notte fonda. È il suo settantesimo compleanno. Si prepara a fare una registrazione su bobina delle sue considerazioni rispetto all’anno trascorso, così come ha fatto ogni anno il giorno del suo compleanno sin da quando era giovane. Gli eventi registrati su ciascun nastro sono annotati meticolosamente in un enorme registro, che gli consente di accedere facilmente ai ricordi del suo passato. Nel prepararsi alla nuova incisione, ascolta una registrazione che aveva inciso circa trenta anni prima. Sente la voce dell’uomo fiducioso e speranzoso nel fiore degli anni, e stenta a riconoscersi. Ride con ironia nel risentire le sue vecchie ambizioni e i suoi sogni di gioventù.
In particolare c’è un passaggio che riascolta più volte, nel quale il giovane Krapp parla in modo calmo e filosofico della fine della relazione con una donna che potrebbe chiamarsi Effi. Ai tempi della registrazione il giovane Krapp vedeva la rottura come inevitabile e pregustava nuove conquiste e trionfi. Ora, guardando indietro, si rende conto che quella donna è stata l’ultimo grande amore della sua vita, e nel rinunciare a lei ha perduto, tanti anni prima, la possibilità di essere felice.
Robert Wilson, oltre a firmare la regia e l’allestimento, recita sulla scena.
Questa è la sua più recente apparizione nei panni di attore dall’ultimo Hamlet: a monologue.
Questo lavoro regala un’opportunità unica per apprezzare le qualità interpretative dell’artista, offrendo una miscela del suo stile che integra con precisione e rigore movimento, luce e suono. All’interno di questa cornice si sviluppa una struttura che lascia spazio alla libera interpretazione del pubblico, cosa che rende emozionanti le sue rappresentazioni dal vivo.
Wilson è stato spesso paragonato a Beckett, essendo entrambi maestri della nuda semplicità che è uno dei risultati artistici più difficili da ottenere. Niente è inessenziale, non una parola, non un movimento.
Nella breve durata di un’ora e con poche pennellate Beckett e Wilson dipingono una visione del mondo estremamente particolare e allo stesso tempo universale.
Sue Jane Stoker
“Quando dirigo uno spettacolo creo una struttura nel tempo. Solo nel momento in cui tutti gli elementi visivi sono al loro posto viene creata una cornice che gli attori devono riempire.
Se la struttura è solida, allora si può essere liberi al suo interno.
In questo caso la struttura è data per la maggior parte dal testo e spetta a me trovare la mia libertà all’interno della struttura di Beckett. Egli descrive minuziosamente come appare la scenografia, quali sono i movimenti, ecc.
Tutto è scritto nero su bianco.”
Robert Wilson
Samuel Beckett
Nato a Dublino il 13 aprile 1906 e morto a Parigi il 22 dicembre 1989, scrittore, drammaturgo e regista irlandese. Studiò lingue e letterature romanze al Trinity College di Dublino, laureandosi con una tesi, successivamente pubblicata, su Proust. Trasferitosi a Parigi, fu nominato lettore d´inglese a l´Ecole Normale Supérieure divenendo il segretario di James Joyce. Frequentò gli ambienti dei surrealisti e pubblicò alcuni romanzi tra cui Molloy (1951), Malone muore (1951) e L´innominabile (1953). Secondo una felice intuizione di Martin Esslin, Beckett fu considerato fra i massimi esponenti del teatro dell´assurdo, insieme a Eugène Ionesco e a Arthur Adamov. Per il teatro scrisse Aspettando Godot nel 1952 (opera scritta prima in francese e poi tradotta da lui stesso in inglese) che venne rappresentata per la prima volta il 5 gennaio 1953 a Parigi, al Théâtre de Babylone. Di seguito scrisse Fin de partie (Finale di partita, 1957) e Oh les beaux jours (Giorni felici, 1960). Per il cinema scrisse nel 1963 la sceneggiatura di Film (distribuito nel 1965) con Buster Keaton. Per la TV tedesca realizzò come autore e regista cinque "teleplay", di notevole impatto visivo per la sperimentazione del linguaggio e l´ideazione registica (in particolare segnaliamo Quad (1981) e Nacht und Träume (1982). Nel 1969 ricevette il Premio Nobel per la letteratura, ma non si presentò per ritirarlo.
Robert Wilson
Il New York Times ha definito Robert Wilson “una pietra miliare del teatro sperimentale mondiale”. Il suo lavoro si serve di diverse tecniche artistiche integrando magistralmente movimento, danza, pittura, luce, design, scultura, musica e drammaturgia. I suoi spettacoli sono di un’altissima intensità estetica e di grande potenza emotiva e gli hanno procurato il consenso generale del pubblico e della critica in tutto il mondo.
Ha ricevuto numerosi premi e onorificenze, tra cui due premi Guggenheim Fellowship (1971, 1980), il premio Rockefeller Foundation Fellowship (1975), la nomination per il Premio Pulitzer (1986), il Leone d’Oro per la scultura alla Biennale di Venezia (1993), il premio Dorothy and Lillian Gish alla carriera (1996), il Premio Europa di Taormina Arte (1997), l’elezione all’American Academy of Arts and Letters (2000) e il premio del National Design alla carriera (2001). È stato nominato Commandeur des Arts et des Lettres (2002).
Nato a Waco, Texas, Wilson compie i suoi studi all’Università del Texas e nel 1963 arriva a New York per frequetare l’Istituto Pratt di Brooklyn. Nel 1968 fonda la Byrd Hoffman School of Byrds, dove ha ideato i suoi primi spettacoli. Nel 1969 Wilson presenta a New York due grandi produzioni: The King of Spain al Teatro Anderson e The Life and Times of Sigmund Freud che debutta alla Brooklyn Academy of Music. Nel 1971 ottiene il successo internazionale con il rivoluzionario Deafman Glance, opera creata in collaborazione con Raymond Andrews, un ragazzo sordomuto che Wilson ha adottato. Dopo il debutto parigino dell’opera, l’artista surrealista Louis Aragon ha scritto di Wilson: “Lui rappresenta ciò che noi speravamo venisse dopo e oltre noi, dal momento in cui il Surrealismo è nato”. Considerato come figura di spicco della nascente avanguardia newyorkese, Wilson si dedica a opere in grande scala e, con Philip Glass, crea la monumentale Einstein on the Beach, che diviene un successo planetario cambiando la concezione convenzionale dell’opera come forma artistica. L’opera è presentata al Festival d’Avignone e al Metropolitan di New York ed è quindi riproposta in due tour mondiali nel 1984 e nel 1992. Dopo Einstein, Wilson ha moltiplicato le collaborazioni con i teatri e gli enti lirici europei. Insieme a scrittori e performer di fama internazionale, Wilson ha creato lavori originali che sono diventati pietre miliari e sono stati presentati al Festival d´Automne a Parigi, alla Schaubühne a Berlino, al Thalia Theatre di Amburgo e al Festival di Salisburgo. Alla Schaubühne ha creato Death Destruction & Detroit (1979) e Death Destruction & Detroit II (1987); al Thalia ha presentato le pionieristiche/innovative opere musicali The Black Rider (1991) e Alice (1992). All’inizio degli anni Ottanta Wilson sviluppa quello che rimane il suo progetto più ambizioso: l’epico the CIVIL warS: a tree is best measured when it is down. Creato in collaborazione con un gruppo internazionale di artisti, Wilson l’ha concepito come opera centrale del 1984 Olympic Arts Festival a Los Angeles; sebbene non sia mai stato completata, singole parti sono state presentate negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone.
Negli ultimi due decenni Wilson ha introdotto la sua specifica sensibilità per luci, senso dello spazio e del movimento nel repertorio teatrale tradizionale e operistico, ideando e dirigendo opere al Teatro alla Scala, al Metropolitan, all’Opéra Bastille di Parigi, all’Opera di Zurigo, alla State Opera di Amburgo, alla Lyric Opera di Chicago, e al Houston Grand Opera. Per citare solo alcuni titoli: Parsifal di Wagner (Amburgo, 1991); Il Flauto Magico di Mozart (Parigi, 1991-99); Lohengrin di Wagner (Zurigo, 1991; New York, 1998); Madama Butterfly di Puccini (Parigi,1993-98; Bologna, 1996; Hamamatsu, 1999; Amsterdam, 2003; Los Angeles, 2004); Pelléas et Mélisande di Debussy (Salisburgo, 1997; Parigi 2004). Ha inoltre portato in scena adattamenti innovativi di opere di scrittori quali Virginia Woolf, Henrik Ibsen e Gertrude Stein. Nella sua carriera Wilson ha collaborato con artisti come Heiner Müller, Tom Waits, William S. Burroghs, David Byrne, Lou Reed, Allen Ginsberg, Laurie Anderson, Jessye Norman e Susan Sontag.
Recentemente Wilson ha completato una produzione completamente nuova, basata su un poema epico dell’Indonesia, intitolata I La Galigo, che ha fatto un lungo tour ed è andata in scena al Lincoln Center Festival nell’estate 2005.
Wilson continua a dirigere riprese delle sue produzioni più celebrate, tra cui The Black Rider a Londra, San Francisco e Sydney; The Temptation of Saint Anthony a New York e Barcellona, Erwartung a Berlino, Madama Butterfly al Bolshoi Opera di Mosca, e The Ring di Wagner al Teatro Chatelet di Parigi.
Oltre a essere conosciuto e acclamato universalmente per le sue opere teatrali, il lavoro di Wilson continua a essere legato al mondo dell’arte contemporanea. Complete retrospettive sono state presentate al Museum of Fine Arts di Boston e al Centre Pompidou di Parigi. Ha curato installazioni al Stedelijk Museum di Amsterdam, al Clink Street Vaults di Londra e al Guggenheim di New York e Bilbao. Il suo straordinario tributo a Isamu Noguchi è stato recentemente in mostra al Seattle Art Museum e la sua installazione per il Guggenheim Giorgio Armani retrospective è stata allestita a Londra, Roma e Tokyo. Nel 2007 la Galleria Paula Cooper e Phillips de Pury & Co a New York hanno presentato la sua ultima avventura artistica, VOOM Portraits, ritratti che includono personggi come Gao Xingjian, Winona Ryder, Mikhail Baryshnikov e Brad Pitt. La mostra è stata poi presentata alla Galleria ACE di Los Angeles, a Napoli e Spoleto. I suoi disegni, i suoi video e le sue sculture sono conservate in collezioni private e musei in tutto il mondo. È rappresentato dalla Galleria Paula Cooper di New York.
Wilson è anche il fondatore e il direttore artistico del Watermill Center, che ogni estate ospita studenti e professionisti di diversi ambiti artistici da tutto il mondo, un laboratorio interdisciplinare per le arti. Nel luglio del 2006, il Watermill Center ha costruito un nuovo edificio con alloggi e spazi per le prove ed ha inaugurato un programma di studi della durata di un anno.
Prima assoluta
Robert Wilson
in
L’ULTIMO NASTRO DI KRAPP
Last Krapp´s Tape
di Samuel Beckett
Regia, scena e ideazione luci
Robert Wilson
Costumi e collaborazione alla scenografia Yashi Tabassomi
Disegno luci A.J. Weissbard
Disegno suono Peter Cerone / Jesse Ash
Assistente alla regia e direttore di scena Sue Jane Stoker
Aiuto regia Charles Chemin
Assistente alle luci Xavier Baron
Direttore tecnico Amerigo Varesi
Capo elettricista Aliberto Sagretti
Delegata di produzione Kristine Grazioli
Un progetto di
Change Performing Arts
commissionato da
Spoleto52 Festival dei 2Mondi e
Grand Théâtre de Luxembourg
prodotto da CRT Artificio, Milano
Spettacolo in inglese con sottotitoli in italiano