DUTCH NATIONAL BALLET
CAPOLAVORI DALL’OPERA DI HANS VAN MANEN
Annoverato da tempo fra i grandi maestri della coreografia mondiale, Hans Van Manen, ottantasei anni, è tuttora il più importante coreografo olandese e gode di una rinnovata ondata di riconoscimento internazionale. Un percorso artistico costellato da una diversità di eventi: cambi di passo e direzione, passioni fulminee per questo o quel soggetto sottoposto al suo acuto sguardo, successi e riconoscimenti. Ballerino, coreografo e apprezzato fotografo ha giocato incessantemente a scacchi con il proprio talento, mai bloccato in una sola casella. I suoi balletti, frutto di una sapiente combinazione di tecnica accademica e modern dance, di ironia e sensualità, sono in repertorio in più di cinquanta compagnie al mondo, fra le quali il Marijinski Ballet, il Bolsjoi Ballet e il Ballet de l´Opéra National de Paris. Oltre centoventi i titoli creati da quanto nel 1957 ha fatto il suo debutto autoriale con Feestgericht. Dal 1961 ha alternativamente lavorato con le due maggiori compagnie olandesi: il Nederlands Dans Theatre di cui è stato anche co-direttore, e il Dutch National Ballet di cui è attualmente coreografo residente. Compagnia dal 2003 diretta dall’olandese Ted Brandsen e nata nel 1961 dalla fusione dell’Amsterdam Ballet e del Nederlands Ballet, il Dutch National Ballet da allora ha attirato l’attenzione di numerosi coreografi e artisti ospiti. È una formazione dal repertorio imponente e raffinato, nel nome del balletto classico di ieri e di oggi. Fin dalla sua fondazione, infatti, ha aperto le sue porte ai massimi maestri del neoclassicismo (tanto da essere la compagnia europea con più titoli di Balanchine e Ashton in repertorio) ma ha anche e soprattutto fatto fiorire una generazione di autori olandesi che dagli anni Settanta ha trasformato l’estetica e il linguaggio del balletto europeo di oggi, dall’impegnato Rudy Van Dantzig al genio formalista di Hans Van Manen. Il suo palcoscenico ha la fortuna di essere il principale per la messa in scena delle opere di Van Manen e lo spettacolo, omaggio alla sua magistrale opera, presenta tre dei suoi capolavori: Adagio Hammerklavier, Kleines Requiem, 5 Tangos.
ADAGIO HAMMERKLAVIER
coreografia Hans Van Manen
musica Ludwig van Beethoven
costumi e scene Jean Paul Vroom
disegno luci Jan Hofstra
_Adagio Hammerklavier _è considerato, in tutto il mondo, un classico della danza del Ventesimo secolo. Hans Van Manen descrive questo balletto per tre coppie come "un’ode alla decelerazione". Ispiratosi a un adagio tratto da una sonata per pianoforte di Beethoven, il coreografo indaga sulle infinite possibilità che ha un movimento di essere lento. Lui stesso paragona l’effetto finale della sua creazione al "momento esatto in cui, a seguito di una spinta, una ruota si sta ancora muovendo, appena prima di cadere".
KLEINES REQUIEM
coreografia Hans Van Manen
musica Henryk Mikolaj Górecki
costumi e scene Keso Dekker
disegno luci Joop Caboort
Hans van Manen nel 1993 ha creato il suo Kleines Requiem sulla musica cupa e misteriosa della terza e quarta parte del _Requiem für eine Polka _di Górecki. La coreografia si apre con i ballerini che attraversano il palcoscenico incrociandosi, guizzando da un’estremità all’altra, per svilupparsi poi in una serie di duetti che dolcemente fluiscono e rifluiscono insieme. Le tonalità dell’opera sono allo stesso tempo tristi e consolatorie, e alludono ai temi della separazione, della morte e della solitudine. Le scene e i costumi sono di Keso Dekker, da lungo tempo partner artistico del maestro olandese.
5 TANGOS
coreografia Hans Van Manen
musica Astor Piazzolla
costumi e scenografia Jean Paul Vroom
disegno luci Jan Hofstra
Lo strepitoso _5 Tangos _è forse la più eseguita fra tutte le creazioni di Hans Van Manen. Con questo lavoro, nel 1977 il coreografo olandese ha introdotto i Paesi Bassi nel mondo del tango nuevo di Astor Piazzolla. Attraverso una sequenza di cinque composizioni uniche, la coreografia si rivela come un duetto sensuale tra la passione velata del tango e l’astrazione leggera del balletto classico.
Compagnia dal 2003 diretta dall’olandese Ted Brandsen e nata nel 1961 dalla fusione dell’Amsterdam Ballet e del Nederlands Ballet. Da allora ha attirato l’attenzione di numerosi coreografi ed artisti ospiti. Si tratta di una formazione dal repertorio imponente e raffinato, nel nome del balletto classico di ieri e di oggi. Fin dalla sua fondazione infatti l’Het Nationale Ballet ha aperto ai massimi maestri del neoclassicismo (tanto da essere la compagnia europea con più titoli di Balanchine e Ashton in repertorio) ma ha anche e soprattutto fatto fiorire una generazione di autori olandesi che dagli anni Settanta ha trasformato l’estetica e il linguaggio del balletto europeo di oggi dall’impegnato Rudy Van Dantzig al genio formalista di Hans Van Manen.
Ha compiuto ottantasei anni nel 2018 ed è tuttora in attività il più importante coreografo olandese. Un percorso artistico costellato da una diversità di eventi quello di Hans van Manen: cambi di passo e direzione, passioni fulminee per questo o quel soggetto sottoposto al suo acuto sguardo, successi e riconoscimenti. Ballerino, coreografo e apprezzato fotografo ha giocato incessantemente a scacchi con il proprio talento mai bloccato in una sola casella. I suoi balletti, frutto di una sapiente combinazione di tecnica accademica e modern dance, di ironia e sensualità, sono in repertorio in più di cinquanta compagnie al mondo. Oltre centoventi i titoli creati da quanto nel 1957 ha fatto il suo debutto autoriale con Feestgericht. Dal 1961 ha alternativamente lavorato con le due maggiori compagnie olandesi: il Nederlands Dans Theatre di cui è stato anche co-direttore, e il Dutch National Ballet di cui è attualmente ‘coreografo residente’.