Mostre Musei Civici di Spoleto
In occasione della 67ma edizione del Festival dei Due Mondi, i Musei Civici di Spoleto ospitano una serie di interventi di artisti contemporanei in sedi diverse in un circuito d'arte all'interno della città.
Dal 28 giugno h 17:00 | Palazzo Collicola
Concerto
mostra personale di Roberto Fassone
a cura di Saverio Verini
Il piano terra accoglie Concerto, la prima mostra personale in un museo pubblico di Roberto Fassone (Savigliano, 1986). L’esposizione, a cura di Saverio Verini, direttore dei Musei Civici di Spoleto, presenta una serie di opere realizzate dall’artista nel corso della sua carriera. La spiccata dimensione concettuale della pratica di Fassone, da sempre orientata alla riflessione sullo statuto dell’opera d’arte, si esprime attraverso lavori dotati di un carattere ludico e sperimentale, con i quali l’artista tenta di espandere il potenziale immaginativo dell’osservatore. Il progetto espositivo costituisce una prima e ampia lettura dell’intera opera di Fassone, attivo da oltre un decennio nell’ambito dell’arte contemporanea italiana e internazionale, recentemente insignito del prestigioso MAXXI BULGARI PRIZE for Digital Art.
Inizio fine.
Rotondo.
Tutte le cose del mondo.
mostra personale di Chiara Camoni
a cura di Saverio Verini
Gli spazi del Piano Nobile ospitano una mostra personale dell’artista Chiara Camoni (Piacenza, 1974), a cura di Saverio Verini, dal titolo Inizio fine. Rotondo. Tutte le cose del mondo. Le opere dell’artista dialogano con le stanze del palazzo e le sue preesistenze – gli arredi, i dipinti, le decorazioni –, creando un percorso espositivo che si snoda attraverso tutti gli ambienti: richiami al mondo naturale e vegetale, fortemente presenti nella pratica di Camoni, si incontrano con il fasto delle sale di Palazzo Collicola, in un confronto inedito che vede anche la presenza di opere realizzate appositamente per l’occasione. La mostra nasce grazie alla collaborazione con il Festival dei Due Mondi: Chiara Camoni, infatti, è anche autrice del manifesto di Spoleto67, aggiungendo il suo nome a una lunga lista di artisti di fama internazionale.
My End Is My Beginning
installazione di Lulù Nuti
a cura di Spazio Taverna
con Osservatorio Gravitazionale Europeo
La stanza adiacente alla Biblioteca Carandente, al primo piano di Palazzo Collicola, ospita un intervento inedito dell’artista Lulù Nuti (Parigi, 1988), My End Is My Beginning. Il progetto, a cura di Spazio Taverna, è il frutto di una collaborazione dell’artista con l’Osservatorio Gravitazionale Europeo (EGO), il laboratorio CAOS dell’Università degli Studi di Perugia e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). L’opera nasce infatti a margine di una residenza che Nuti ha svolto nella sede dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo di Cascina (PI): l’incontro tra l’artista e i ricercatori ha portato alla realizzazione di una scultura di grande formato, che richiama un movimento di espansione e contrazione, la simmetria di un campo gravitazionale a riposo e la vertigine che l’immaginazione prova quando si raffigura la curvatura dello spaziotempo. Con l’opera di Lulù Nuti, questo spazio del museo intende caratterizzarsi sempre più come una vetrina per artisti emergenti, invitati a presentarsi con un “atto unico” che investe l’intera stanza.
La nuova debolezza
fotografie della Collezione Attolico
a cura di Serena Schioppa, Saverio Verini
Tre stanze al centro del secondo piano di Palazzo Collicola, dove è esposta la collezione permanente di arte contemporanea del Museo, ospitano La nuova debolezza. Fotografie dalla Collezione Attolico, a cura di Serena Schioppa e Saverio Verini. Il titolo riprende una frase della collezionista Bianca Attolico, che definì il suo interesse per la fotografia, cresciuto nei primi anni del Duemila, una sua “nuova debolezza”. Basato su una selezione di opere, il progetto espositivo offre una panoramica di ampio respiro sulla fotografia contemporanea, attraverso temi e sguardi che spaziano dal paesaggio urbano a quello naturale, fino all’interesse per il ritratto e la figura umana. Tra i nomi figurano artisti contemporanei di fama internazionale: Regina Josè Galindo (Città del Guatemala, 1974), Thomas Ruff (Zell, 1958), Santiago Sierra (Madrid, 1966), Anri Sala (Tirana, 1974), Jonathan Monk (Leicester, 1969), Elisabetta Benassi (Roma, 1966), al fianco di autori italiani storicizzati come Mario Giacomelli (Senigallia, 1925 - 2000), Gabriele Basilico (Milano, 1944 - 2013) e Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930). La mostra intende sottolineare ancora una volta il legame tra Palazzo Collicola e la famiglia Attolico, da anni vicina al Museo e alle sue attività, non ultimo grazie all’impegno di Elena Attolico come presidente dell’associazione “Amici di Palazzo Collicola”.
Performing across frontiers
mostra documentaria sull'Atelier di Formia
a cura di Gertrude Gibbons, Giulio Pampiglione
Al piano terra, nella stanza adiacente alla biglietteria, è allestita Performing across Frontiers, a cura di Gertrude Gibbons e Giulio Pampiglione. Il progetto espositivo intende celebrare il 40° anniversario dello spettacolo finale della compagnia teatrale Atelier di Formia, ll Ballo dei Manichini di Bruno Jasieński, tenutosi proprio al Festival dei Due Mondi nel luglio 1984. La mostra include l’esposizione di materiale d'archivio del direttore dell'Atelier di Formia, Giovanni Pampiglione, caratterizzandosi come un omaggio alla storia della compagnia teatrale e, insieme, a quella del Festival.
Dal giorno alla Notte
installazione di Felice Levini
una collaborazione Musei Civici di Spoleto e Associazione Hypermaremma
con il supporto di Costa d'Oro
Gli spazi all’esterno del palazzo accolgono l’installazione Dal giorno alla Notte dell’artista Felice Levini (Roma, 1956), grazie a una collaborazione tra i Musei Civici di Spoleto e l’associazione Hypermaremma, da anni attiva nella promozione dell’arte contemporanea. L’opera di Levini, prodotta dall’associazione in occasione della scorsa edizione del festival di Hypermaremma, è formata da tre grandi frecce di colore rosso idealmente scoccate dall’alto che, unendo mitologia e simbolismo, si presentano come dei “segnali divini”, a indicare un luogo a suo modo sacro. La presenza delle frecce che compongono l’opera – insieme alla proiezione delle loro ombre – contribuirà a caratterizzare il cortile di Palazzo Collicola, diventando un nuovo elemento distintivo di quello spazio, liberamente accessibile al pubblico negli orari di apertura del museo. L’installazione di Felice Levini è possibile grazie al generoso sostegno dell’azienda Costa d’Oro.
Trace_001
mostra personale di gammatrace
Al piano seminterrato (ingresso da via Loreto Vittori) sarà presentata Trace_001, mostra di gammatrace, artista digitale che risponde al nome di Nicolò Marchi (Spoleto, 1990). L’esposizione, prima personale dell’artista, disegna una realtà perturbata e contaminata, in cui mente, corpo e spazio rompono i confini che li dividono dando vita a figure colte in uno stato sospeso, le cui forme appaiono compromesse, sul punto di disfarsi. Trace_001 è composta da opere realizzate in CGI (computer generated imagery) e raccoglie due cicli: Nebuxel, del 2021, e Phosphenesis, il più recente e parzialmente inedito, che ha visto la collaborazione con l’attore e artista britannico Laurence Fuller e il regista e attore statunitense Vincent D’Onofrio nella realizzazione di un’opera di questa serie.
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Dal 29 giugno h 10.30 | Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo
Oggi
installazione di Luca Bertolo
a cura di Saverio Verini
La Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo ospita Oggi, un progetto espositivo dell’artista Luca Bertolo (Milano, 1968), a cura di Saverio Verini. L’installazione si compone di un’opera dalle grandi dimensioni, ispirata a una serie di dipinti dell’artista intitolati Veronica, in cui la lettura del potenziale soggetto, coperto da un velo, è resa problematica. L’identificazione del soggetto sottostante viene infatti sacrificata in luogo di un’immagine che, simultaneamente, afferma e nega l’idea stessa di rappresentazione. Il riferimento è alla tradizione figurativa cristiana: la “veronica” indica infatti il velo che contiene l’impronta del volto di Gesù. L’opera presentata, Senza titolo (2024), intrattiene un rapporto specifico con la chiesa, luogo per la quale è stata concepita, dove sono presenti numerosi affreschi realizzati tra XIII e XVI secolo, compromessi e “schermati” dal passare del tempo, ma ancora dotati di una magnifica eloquenza. Il progetto di Bertolo è completato da un piccolo blocco di marmo con incisa la parola “oggi”, dalla quale deriva il titolo della mostra: una dichiarazione di attualità, ma priva di reali riferimenti temporali (oggi, quando?); un “qui e ora” che interroga e sollecita l’osservatore sulla stratificazione di epoche e segni che si sovrappongono nella chiesa.
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Dal 29 giugno h 10.30 | Casa Romana
Paolina e il suo Doppio
installazione di Vettor Pisani
a cura di Pietro Tomassoni
La Casa Romana ospita l’allestimento di Paolina e il suo Doppio, con due opere di Vettor Pisani (Bari, 1934 - Roma, 2011) a cura di Piero Tomassoni. Refrattario alle poetiche in voga negli anni Settanta, Pisani ha elaborato una visione dell’arte ispirata al mito e alle credenze magiche e religiose dell’ermetismo e delle dottrine anteriori al cristianesimo. Artista profondamente colto, nel corso della sua carriera Pisani ha creato opere che affrontano i grandi temi dell’esistenza, manifestando un interesse per il rapporto con la storia e la mitologia greca e romana, oltre all’aver posto al centro della sua pratica il tema della “casa” come luogo simbolico e teatro di operazioni artistiche. Per questo la Casa Romana appare un luogo particolarmente adatto a ospitare le opere dell’artista. Edipo e la Medusa si collega all’ampia retrospettiva che il CIAC di Foligno dedica a Pisani tra giugno e settembre, creando una sinergia concreta e inedita tra le due realtà museali delle città di Spoleto e Foligno. Le opere presentate provengono dal Museo Vettor Pisani di Caggiano, parte della Fondazione Morra di Napoli, collezione di riferimento per Vettor Pisani oltre che una delle principali collezioni d’arte contemporanea al mondo.
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Dal 29 giugno h.10:30 | Museo del Tessuto e del Costume
Umru: racconti da un paesaggio idrosociale
mostra di Cecilia Ceccherini e Alberto Valz Gris
un progetto in collaborazione con Mahler & LeWitt Studios
a cura di Guy Robertson
Il Museo del Tessuto e del Costume ospita un progetto in collaborazione con Mahler & LeWitt Studios, a cura di Guy Robertson: Umru: racconti da un paesaggio idrosociale dell’artista Cecilia Ceccherini e del geografo Alberto Valz Gris. Con un arazzo di grandi dimensioni e un'installazione sonora, il progetto esplora il modo in cui le comunità sono definite dal loro accesso all'acqua. Prendendo Spoleto e i suoi dintorni come punto di partenza, Ceccherini e Valz Gris attingono a diversi episodi legati al territorio, tra cui la leggenda del drago di San Felice e Mauro – intesa come mitologia dell'acqua –, le fonti d'acqua contestate utilizzate per l'imbottigliamento commerciale e la sopravvivenza di un raro gambero di montagna nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Il progetto ha previsto la collaborazione di giulia deval, Henry Albert e Guglielmo Diana.
Si avvisa che le date e gli orari potranno subire variazioni.
Per aggiornamenti consultare il sito www.festivaldispoleto.com
Cecilia Ceccherini & Alberto Valz Gris
Stefano Di Stasio
Mahler & LeWitt Studios