La rappresentazione dell’archivio di Mario d’Urso, costituito da faldoni giganti aperti, prevede la suddivisione dello spazio all’interno di ogni singolo faldone, ricavando una serie di scomparti in cui oggetti valorizzati al meglio si affiancano a immagini, memorabilia e cimeli. Un percorso scandito da una serie di _wunderkammer _che svelano uno stile di vita in cui l’eleganza e la bellezza sono malie sapientemente studiate per sedurre donne e uomini di potere di tutto il mondo.
Come cassetti segreti di un criptico secretaire settecentesco questi ciclopici faldoni, rivelano le innumerevoli sfaccettature persino dei momenti più privati della vita di Mario.
Il visitatore, sorpreso dall’effetto estraniante della perdita di proporzioni derivante dalla dimensione dei faldoni, si sentirà come un microscopico investigatore che può accedere ai segreti del mago della finanza e del jet set, confidente delle donne più desiderate del mondo, fiduciario degli uomini più potenti.
Il percorso ha elementi di continuità: la vita sociale e le feste (inviti, menù, fotografie, lettere); le amicizie altolocate, prevalentemente donne, che sono sempre presenti in ogni faldone, ossia le muse ritratte con Mario nei tabloid scandalistici o nelle riviste patinate; le copertine, gli articoli: quanto una frase a effetto pronunciata da Mario su Mario o scritta da qualcun altro su Mario abbia segnato un percorso di vita scandito dalla costante spettacolarizzazione sia del privato che del pubblico.
Le frasi diventeranno esse stesse oggetti, epigrafi, icastiche istantanee che, come immagini fissano molti momenti chiave della vita di Mario.
La discontinuità è invece rappresentata dai due periodi della vita di Mario d’Urso: protagonista del mondo finanziario prima e politico italiano poi.
L’idea della mostra è svelare i contenuti dell’archivio di Mario d’Urso come sono stati trovati, quasi fosse uno scoop. Un uomo pubblico per antonomasia può, nel riordinare la propria memoria, rivelare storie inedite dai risvolti inimmaginabili.
L’obiettivo è mettere al centro la figura di Mario d’Urso, i suoi riferimenti e la sua capacità di visione.
Essere partenopeo su scala planetaria quale fondamento di una personalità dalla carica umana prorompente.
Nell’archivio svelato questo elemento sarà centrale.
Roberto Lucifero
mostra e progetto a cura di** Roberto Lucifero**
con Francesco Serra di Cassano e Graziella Falconi
archivio documenti **"Associazione amici di Mario d’Urso" **
archivio fotografico Umberto Pizzi