Ballet Preljocaj
Dopo Blanche Neige e Roméo et Juliette, Angelin Preljocaj torna al balletto narrativo, ambito in cui eccelle, e si accosta al capolavoro musicale di Čajkovskij affiancandogli arrangiamenti più contemporanei. Pur restando fedele alla struttura drammaturgica del celebre balletto, Preljocaj porta in scena la sua versione del mito del danzatore-cigno focalizzandosi sugli impulsi di ciascun personaggio.
Il coreografo esplora la profondità di un lago che deve ancora svelare tutti i suoi segreti, riconnettendosi con la cultura russa a lui particolarmente cara.
Con Le Lac des cygnes, Preljocaj prosegue il suo studio, iniziato nel 2018 con Ghost, dell’immaginario del coreografo Marius Petipa che, a fine ’800, conquistò il pubblico facendo di Le Lac des Cygnes un classico del balletto.
COREOGRAFIA
Angelin Preljocaj
MUSICA
Pëtr Il'ič Čajkovskij
MUSICHE AGGIUNTIVE
79D
VIDEO
Boris Labbé
COSTUMI
Igor Chapurin
LUCI
Éric Soyer
assistente alla direzione artistica Youri Aharon Van den Bosch
assistente prove Cécile Médour
coreologo Dany Lévêque
DANZATORI
ODETTE – ODILE
Théa Martin
SIEGFRIED
Laurent Le Gall
MADRE DI SIEGFRIED
Mirea Delogu
PADRE DI SIEGFRIED
Simon Ripert
ROTHBART
Antoine Dubois
E
Lucile Boulay, Celian Bruni, Elliot Bussinet, Zoé Charpentier, Lucia Deville, Clara Freschel, Jack Gibbs, Mar Gómez Ballester, Naïse Hagneré, Verity Jacobsen, Jordan Kindell, Beatrice La Fata, Víctor Martínez Cáliz, Florine Pegat-Toquet, Agathe Peluso, Emma Perez Sequeda, Mireia Reyes Valenciano, Khevyn Sigismondi, Manuela Spera, Micol Taiana, Anna Tatarova
direzione tecnica Luc Corazza
coordinamento tecnico / suono Mathieu Viallon
tecnico luci Bertrand Blayo
direttore di scena Rémy Leblond
macchinista Juliette Corazza
tecnico video Fabrice Duhamel
costumista Nina Langhammer
produzione Ballet Preljocaj
coproduzione Chaillot – Théâtre national de la Danse, Biennale de la danse de Lyon 2021, Pôle européen de création – Ministère de la Culture / Maison de la Danse, La Comédie de Clermont-Ferrand, Festspielhaus St Pölten (Autriche), Les Théâtres – Grand Théâtre de Provence, Théâtres de Compiègne
working residence Grand Théâtre de Provence
Durata: 1 ora, 30 minuti
Sulla riva di un lago, Rothbart vuole sfruttare un giacimento di energia fossile. Una giovane donna, Odette, manda a monte i suoi piani, lui la trasforma in cigno. Altrove, a una festa, Siegfried si oppone al padre che intende affiliarsi a Rothbart per costruire un una fabbrica sulla riva del lago dei cigni.
Come coreografo contemporaneo, cosa rappresenta per lei il Lago dei cigni?
Per me è un Everest, un monumento della danza. Affrontarlo è già di per sé una sfida, viverlo in modo del tutto inaspettato, in pieno COVID, aggiunge ulteriore stress a questa creazione.
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Cosa conserva del balletto originale di Marius Petipa, Lev Ivanov su musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij?
Conservo la storia d’amore, la favola ammaliante, legata alla trasformazione di una donna in cigno, mentre modifico completamente il ruolo dei genitori. Nella maggior parte delle versioni del Lago dei cigni sono più che altro dei personaggi di facciata, ballano poco o per nulla, interpretano un ruolo formale. Nella mia versione, al contrario, sono molto importanti, hanno parecchie parti danzate, perché incidono sui rapporti fra i protagonisti. Il padre di Siegfried è un uomo piuttosto tiranno, incline all’abuso di potere. Sua madre è protettiva, richiamando in qualche modo l’universo di Proust. A proposito, è piuttosto divertente vedere che in A la Recherche du temps perdu ritroviamo Swan e la sua amante Odette! Ho l’impressione che fosse abbastanza vicino al Lago dei cigni… Rothbart è sempre là, è un mago quando vuole, un personaggio molto ambiguo. Oltre ad essere un mago, ha anche altre funzioni sociali. Può rappresentare uomini d’affari o industriali sfruttatori, che possono essere dannosi per le nostre società. Il padre di Siegfried ricopre in qualche modo lo stesso ruolo senza essere un mago. Si potrebbe dire che ci sia una sorta di piano, un complotto fra loro.
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E lei vede una forma di mercificazione dei corpi? Perché in un certo senso, già nel libretto originale, Rothbart usa sua figlia per fini deleteri…
È esattamente questo! In realtà il padre e Rothbart concordano il matrimonio fra il figlio e la figlia, per far aumentare il proprio patrimonio.
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«Il miglior tributo da rendere a Marius Petipa è entrare nel suo processo creativo, reinventare le cose». È rimasto fedele alla partitura di Ciajkovskij?
Ho conservato il 90% di Čajkovskij, di cui il 90% dal Lago dei cigni, e il 10% da altre opere dello stesso compositore. Ho scelto di non utilizzare tutta la musica del Lago dei cigni, che dura tre ore, volendo raccontare cose che non si trovano nel libretto originale, ho cercato altri elementi fra le sue composizioni e ho riscoperto Čajkovskij. Ho così esplorato le sinfonie, i concerti per orchestra. La base, il fondamento musicale, rimane Le Lac, completata da estratti dal concerto per violino, ouverture, sinfonie…
Troveremo elementi tratti dalla coreografia di Petipa/Ivanov?
Ho trovato interessante fare affidamento su alcune caratteristiche coreografiche, come una scaletta. Come se fossi arrivato a un Oppidum e, sulle fondamenta di vecchi edifici, avessi costruito una nuova città. Per alcune parti, soprattutto nell’atto bianco, mi sono molto divertito. Sono momenti assolutamente esaltanti, che ho custodito e che ho tentato di recuperare. In verità, la coreografia non segue affatto quella di Marius Petipa, perché l’ho riscritta interamente. Quindi non è una rielaborazione, strutturalmente e fondamentalmente è una coreografia originale. E questo è forse il miglior tributo da rendere a Marius Petipa, entrare nel suo processo creativo, reinventare le cose.
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Odette/Odile, ossia il cigno bianco e il cigno nero, saranno uniti in un unico ruolo come nell’attuale versione classica?
È un ruolo difficile che richiede qualità opposte, in termini di virtuosismo, di interpretazione, va fatto un lavoro particolarmente intenso per trovare un equilibrio nei due personaggi, senza rinunciare ai requisiti necessari.
Angelin Preljocaj
Intervistato da Agnès Izrine
Angelin Preljocaj si forma in danza classica prima di dedicarsi alla contemporanea, che studia con Karin Waehner, Zena Rommett, Merce Cunningham e, in seguito, con Viola Farber e Quentin Rouillier. Lavora con Dominique Bagouet prima di fondare una propria compagnia nel dicembre 1984. Preljocaj ha creato oltre cinquanta coreografie, che spaziano da pezzi per solisti a lavori per formazioni più ampie. Collabora regolarmente con altri artisti tra cui Enki Bilal, Goran Vejvoda, Air, Granular Synthesis, Fabrice Hyber, Karlheinz Stockhausen, Jean Paul Gaultier, Laurent Mauvignier, Natacha Atlas e Azzedine Alaïa. Le sue produzioni fanno ormai parte del repertorio di svariate compagnie, molte delle quali gli commissionano lavori originali (fra questi il New York City Ballet, lo Staatsoper Berlin e il Paris National Opera Ballet). Ha diretto e collaborato a diversi film dedicati al suo lavoro come coreografo. Preljocaj, nel corso della sua carriera, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Benois de la danse nel 1995, il Bessie Award nel 1997, Les Victoires de la musique nel 1997, il Globe de Cristal per Biancaneve nel 2009 e il Samuel H. Scripps Price nel 2014. Nell'aprile 2019 ha ricevuto l’incarico dall’Academy of Fine Arts per la nuova sezione «coreografia».
Fondata nel dicembre 1984, la compagnia Preljocaj nel 1989 diventa il Centro Coreografico Nazionale di Champigny-sur-Marne e Val-de-Marne. Nel 1996, la compagnia viene accolta dalla Cité du Livre di Aix-en-Provence e diventa il Ballet Preljocaj - Centro Coreografico Nazionale della regione Provence-Alpes-Côte-d’Azur, del dipartimento di Bouches-du-Rhône, del territorio dei Pays d’Aix e della città di Aix-en-Provence. Attualmente, il Ballet Preljocaj esegue circa centodieci date all'anno, in tournée sia in Francia che all'estero, ma opera attivamente anche sul territorio di Aix-en-Provence con l’obiettivo di avvicinare alla danza un pubblico sempre più ampio, attraverso cicli di videodance, prove pubbliche, laboratori, etc. Dal 2006, la compagnia ha sede presso il Pavillon Noir di Aix-en-Provence, progettato dall'architetto Rudy Ricciotti per essere il primo centro di produzione costruito ad hoc per la danza, uno spazio che permetta agli artisti di concentrarsi sull’intero processo creativo, dalle prove alla messa in scena. Il Pavillon Noir ospita, per tutto l’anno, sia creazioni di Angelin Preljocaj sia di compagnie ospiti.
Circa
Mourad Merzouki
Alexandros Stavropoulos
Jonas & Lander