Berlioz
Poulenc
Schönberg
Unica protagonista di Erwartung è una donna che, in preda al terrore nell’oscurità della notte, attende invano e disperatamente cerca, al limitare di un bosco, il suo amato, per trovarlo infine cadavere. Dall’angosciosa ricerca dell’uomo scaturisce un delirante e frammentato monologo senza interruzione che rivela un susseguirsi di emozioni contrapposte - odio, bramosia, gelosia, perdono - e di memorie, presagi, allucinazioni e manifestazioni di sgomento fino al culmine drammatico raggiunto con la raccapricciante scoperta dell’uomo senza vita. La dimensione psicoanalitica di matrice freudiana emerge in modo spiccato in questo "flusso di coscienza", in questa "istantanea della vita" che si proietta nell’arco di mezz’ora, da immagine a immagine, e della cui convulsa drammaticità la musica si fa magistralmente carico.
Amo l’opera. È un’arte unica che ha il potere di trasformare lo spazio e il tempo e che ci mette in contatto con la nostra parte più intima, con le nostre emozioni più recondite e segrete.
Berlioz, Poulenc e Schönberg hanno composto tre opere brevi, tre condensati d’umanità. Quando le ho ascoltate per la prima volta una di seguito all’altra, ero in stato di choc, di allucinazione. Ero senza voce.
Cléopâtre la signora di Montecarlo e la donna di Erwartung sono tre eroine tragiche; sono sul baratro, vacillano, davanti all’abisso.
Ma sono molto diverse fra loro.
Le immagino come le tre età della donna, la maturità, la vecchiaia e la giovinezza, vissute in tre epoche e tre territori diversi.
La mort de Cléopâtre racconta gli ultimi minuti della vita di una regina. Una donna che aveva saputo resistere all’invasore usando la sua bellezza, facendo dell’amore un’arma. Ora, per la prima volta, un uomo è rimasto insensibile; il suo fascino è scomparso, è sconfitta e muore.
Nel passaggio verso la morte dovrà confrontarsi con le sue azioni passate. Per la sua meditazione Berlioz ha creato una musica struggente, intensa e profonda, che rompe completamente con il fulgore della prima metà della cantata.
Voglio mettere in scena l’attimo di questa trasformazione. Il momento in cui la donna che incarna il potere, dopo essersi offerta un’ultima volta al suo popolo, entra nel regno delle ombre. Sola, con il ricordo dei suoi antenati morti, la tragedia penetra al cuore e soffriamo con lei; la regina in quel momento altro non è che una donna davanti alla morte.
La dame de Montecarlo è stata composta da Poulenc da una canzone scritta da Cocteau per il cabaret. È una donna che la vita non ha risparmiato. Ha goduto molto, prima di essere abbandonata, tradita dai suoi amanti e dalla fortuna. Ormai sfiorita, ha trovato rifugio nell’ebrezza del gioco.
Stasera ha toccato il fondo, ha perduto tutto. Vaga raminga e disperata nella notte di Montecarle o Montecarlo.
Ho scelto di mostrare questa donna come se fosse il numero di una rivista musicale. La signora del passato, in equilibrio fra l’orchestra e gli spettatori, diventa una funambola. Canta, parla con gli abitanti della notte, gli spazzini, i barboni, una coppia di innamorati. Delira, non ne può più di se stessa. Il mare Mediterraneo è vicinissimo: lì potrà trovare finalmente l’anelato riposo.
Con Erwartung, Schönberg proietta la musica verso la modernità. È un’opera che inaugura la musica del 20° secolo. Basata sul libretto delirante di una giovane studentessa di medicina, Marie Pappenheim, si tratta di un vero e proprio monologo teatrale.
Una giovane donna attende nel bosco, di notte.
Tutto è familiare ma proprio per questo appare minaccioso. Ciò che un tempo era rassicurante, ora improvvisamente la spaventa. La donna parla alla luna, al grillo e all’uomo che ritroverà morto. Il bosco sembra quello di un terrificante racconto per bambini dove l’inconscio dei sogni e degli incubi si intrecciano alla realtà, deformando la percezione delle cose fino a renderle mostruose.
Schönberg ha cercato di raccontare in trenta minuti i pochi secondi successivi ad un evento traumatizzante. Molti raccontano che dopo aver vissuto un incidente hanno visto la propria vita scorrere davanti ai propri occhi. Come se quell’istante avesse il potere di tendersi fino a poter comprendere tutta una vita.
Questo è il punto di partenza della rappresentazione di Erwartung. C’è stato un incidente, una donna vaga nel bosco, quando la musica comincia tutto è già successo.
Come in un film di Lynch o di Cronenberg, c’è la carcassa della macchina ancora fumante, ma lei non la vede. È occupata altrove, nella sua testa, nel suo cuore, a cacciar via quel che è successo.
Sta già riscrivendo la storia? Cerca di dimenticare quel che è appena accaduto?
Una discussione fra due innamorati al volante, un gesto involontario troppo brusco e la macchina esce di strada? O c’era forse la volontà premeditata di uccidere l’amante che l’ha tradita?
Non daremo risposte a queste domande. L’importante è l’emozione trasmessa da questa giovane donna in crisi, alle prese con l’insopportabile, che tenta di gestire come può. È sull’orlo della follia e della morte, sospesa sul baratro.
Con Laurent P. Berger abbiamo scelto di evidenziare l’arco scenico del Teatro Nuovo. Diventa la soglia della tomba di Cléopâtre e la tomba stessa è appiattita, ricorda un bassorilievo strappato dal muro di un tempio.
Diventa uno schermo, un fondale astratto, sul quale si staglia la signora di Poulenc nel suo numero di funambola.
È la finestra attraverso la quale gli spettatori vedono il bosco e possono spiare la donna di Erwartung.
Luisa Spinatelli ha concepito i costumi delle varie epoche, nel tentativo di collocare queste donne in una visione contemporanea.
L’unione dei tre brani musicali è bella e coraggiosa. Desidero ringraziare il Festival di Spoleto ed in particolare Giorgio Ferrara, per la fiducia che mi ha accordato chiedendomi di mettere in scena questo passaggio intenso e sottile, attraverso la storia della musica del 19° secolo e dell’inizio del 20° secolo.
Frédéric Fisbach
con
Ketevan Kemoklidze
Kathryn Harries
Nadja Michael
direttore John Axelrod
regia Frédéric Fisbach
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
scenografia e luci Laurent P. Berger
costumi Luisa Spinatelli
produzione Spoleto 57 Festival dei 2Mondi
mimi
Cecilia Andreasi
Ketty Panarotto
Lapo Sintoni
Matteo Morigi
Stefano Spadin
Francesco Marchesi
direttore tecnico Ottorino Neri
assistente alla regia Solène Souriau
assistente costumista Monia Torchia
maestro al pianoforte **Eugenio Krizanovski **
maestro al palcoscenico Roberta Mori
maestro alle luci Ermelinda Suella
direttore di produzione Maya Dimova
coordinamento direzione tecnica Daniele Di Battista
segreteria tecnica Silvia Preda
assistenti al direttore tecnico **Alessia Forcina, Giulia Chiapparelli **
direttore di scena Fabrizio Pisaneschi
responsabile luci Graziano Albertella
responsabile settore macchinisti Paolo Zappelli
capo macchinista Michele Colella
macchinisti Leonardo Bellini, Generoso Ciociola, Alessandro Gobbi, Massimiliano Marotta, Fabio Pibiri
capo elettricista Simone De Angelis
operatore consolle luci Francesco Vignati
elettricista Umberto Giorgi
fonico Luca Starpi
capo attrezzista Patrizia Valentini
attrezzista Maurizio Salvatori
responsabile sartoria Chiara Crisolini Malatesta
sarte Claudia Zampolini, Serenella Orti, Marian Osman Mohamed, Giuliana Rossi
sartoria Brancato Sartoria Milano
calzature Calzature Epoca
trucco e parrucche Roberto Maria Paglialunga
elementi scenografici Laboratorio di Scenotecnica e pittura del Festival dei 2Mondi di Spoleto, Tecnoscena s.r.l
scenografia Staff Tecnico Festival dei Due Mondi
responsabile Claudio Balducci
macchinista costruttore Enrico Calabresi
pittori scenografi Moreno Bizzarri, Silvana Luti
scultore Massimiano Albanese
assistente **Edoardo Marcolini **
servizio audio/video Sound Store di Luca Starpi – Spoleto
luci Luce E’ S.r.l Firenze
strutture e servizi per spettacolo Atmo Divisione Gioform srl
pianoforti Angelo Fabbrini
trasporti GBANG S.r.l.
computer regolazione luci E.T.C. Italia www.etcconnect.com
spettacolo in lingua originale sottotitoli Prescott Studio, Firenze
si ringraziano gli allievi della Scuola del Teatro Musicale
LA MORT DE CLEOPATRE
scena lirica per soprano e orchestra
musica di Hector Berlioz
testo di Pierre-Ange Vieillard
con **Ketevan Kemoklidze **mezzo-soprano / Cléopâtre
Edizioni Breitkopf&Hartel – Wiesbaden - rappresentante per l’Italia Casa Ricordi, Milano
Cleopatra, sconfitta, umiliata e disperata, rievoca, negli ultimi drammatici attimi della sua esistenza, i giorni felici trascorsi con Cesare e poi con Antonio, paragonandoli alla desolazione di un presente in cui anche la sua leggendaria bellezza ha ormai perso ogni potere. Solo la morte potrà ridarle la dignità e l’onore, e invoca le ombre dei faraoni chiedendosi se potrà essere ammessa in una delle loro piramidi. La forza delle immagini e delle emozioni è tale da riuscire a dare evidenza descrittiva e teatrale ad ognuna delle parti del poema e a ogni pensiero di Cleopatra, ad ogni azione, gesto, parola: la visione delle Piramidi, il ricordo delle onde del mare di Azio, gli squilli della battaglia, lo scatto dello sdegno, il guizzo dell’aspide, l’affanno del soffocamento. Con questo brano, scritto in chiave romantica, Berlioz ci regala una delle sue più commoventi e struggenti pagine di musica, esprimendo inoltre il suo amore per Shakespeare e per l’antichità classica.
LA DAME DE MONTECARLO
monologo lirico per soprano e orchestra
musica di Francis Poulenc
testo di Jean Cocteau
con Kathryn Harries soprano / la dame de Montecarlo
Edizioni Ricordi Paris, Paris - rappresentante per l’Italia Casa Ricordi, Milano
Poulenc conclude i suoi Journal de mes Mélodies con questo monologo lirico, tratto da una delle poesie de Théâtre de poche di Jean Cocteau. Scritto per l’attrice e cantante Marianne Oswald, e da lei registrato nel 1936, è il ritratto di una donna d’un âge avancé, disperata e afflitta, dipendente dal gioco d’azzardo e tragicamente sfortunata. Il tempo è principalmente lento, triste e patetico. Quando anche l’ultima speranza di vincita è persa, la donna è stoicamente determinata al suicidio e la si può immaginare mentre si getta in mare, gridando quel nome "Montecarlo", sacro a tutti i giocatori, per l’ultima volta.
ERWARTUNG
monodramma in un atto per soprano e orchestra
musica di Arnold Schönberg
libretto di Marie Pappenheim
con **Nadja Michael **soprano / eine frau
Edizioni Universal Wien – rappresentante per l’Italia Casa Ricordi, Milano