Torna in scena la Compagnia #SIneNOmine alla Casa di Reclusione di Maiano di Spoleto
Continua anche nel 2024 il progetto della compagnia #SIneNOmine: giovedì 4 e venerdì 5 luglio alle ore 21, all’interno della Casa di Reclusione di Maiano va in scena lo spettacolo CRETA, frutto del laboratorio di teatro realizzato nella stessa Casa di Reclusione e finalizzato alla conoscenza della complessità compositiva del linguaggio teatrale. I detenuti sono attori e danzatori dello spettacolo ideato e diretto da Giorgio Flamini, Sara Ragni e Pina Segoni, la coreografia è realizzata da Laura Bassetta, Mariolina Maconio, Serena Perna e Lorenza Salis, con Lucia Napoli come mezzosoprano, mentre le musiche e la direzione del coro sono di Francesco Corrias. Sabato 6 luglio (ore 11 e ore 16:30) è in programma la nuova edizione del progetto La cultura rompe del sbarre a cura di Rai Per la Sostenibilità – ESG. Con il titolo Un due tre, la cultura libera tutti: scuola, teatro, cucina, racconti, alla sala Pegasus è in programma una giornata di eventi in collaborazione con Rai Fiction, Rai Kids, TGR Umbria, Rai Umbria e con la partecipazione di Marina Tagliaferri e Paolo Romano del cast di Un Posto al Sole e di Antonio Milo del cast di Clan – Scegli il tuo destino (programma completo sul sito www.festivaldispoleto.com)
Strumento di crescita e inclusione della persona, il teatro in carcere elaborato da Giorgio Flamini si permette uno sguardo positivo: come esistono delle esperienze che distruggono e delle azioni irrimediabili, ne esistono altrettante che aiutano l’uomo ad accettare la natura e a trasformarla in qualcosa di prezioso. Il progetto #SIneNOmine nasce come laboratorio teatrale per la messa in scena di Sorveglianza speciale di Jean Genet, a trent’anni dall’esperienza di Marco Gagliardo al 25° Festival dei Due Mondi. Dal 2016 al 2023, il Festival di Spoleto ha ospitato ogni anno una nuova produzione: in ciascun progetto, la Compagnia #SIneNomine viene affiancata da artisti professionisti, collabora con attori e allievi della scuola di teatro Teodelapio, si avvale dei contributi professionali di Euno Terni per il movimento e le coreografie, del Coro AdCantus Ensemble Vocale per le parti musicali e di canto, di Studio Flamenco Roma e dei rispettivi direttori artistici. La Compagnia è supportata dalla generosità di numerosi artisti e sostenuta dalla Casa di Reclusione, dal Festival dei Due Mondi, dalla Fondazione Francesca, Valentina e Luigi Antonini, da altre realtà del territorio. Il mito, tema centrale della sessantasettesima edizione del Festival dei Due Mondi, è protagonista anche nello spettacolo CRETA, dove si cammina a ritroso verso il vuoto primigenio, la dimensione delle divinità ancestrali Nyx, le Parche, Tartaro, Gaia, Urano. Flamini associa il detenuto al Minotauro, che si muove in un labirinto spazio-temporale, «al quale non si permette altra azione se non quella dell’uniformità, della ripetizione. Un Minotauro che non fa che specchiarsi in un’immagine che gli rimanda sé stesso, dove i suoi movimenti sono gli stessi degli altri e sono gli stessi ogni giorno. Una sorta di rito ripetitivo dove ogni eccezione rimane appunto tale». Continua a raccontare Flamini: «Ma proprio come nel rito, il concetto di ripetizione portato alla sua esasperazione può essere squarciato dall’ebbrezza dionisiaca. Quale strada prenderà questo sfociare di primordiale vitalità? La strada della distruzione, della violenza non consapevole come per Minotauro o quella della purificazione tramite l’espressione più autentica del sé?». “Creta” non è solo l’isola della nascita di Zeus, dell’arrivo di Europa e della nascita poi di Minosse, creatore con Dedalo del labirinto del Minotauro: è anche un materiale che può essere modellato, ma non è indistruttibile, «è come la natura umana in cui i colpi e gli urti possono provocare graffi, spaccatura, addirittura farci andare a pezzi».