Enzo Cucchi firma il manifesto della 66esima edizione del Festival dei Due Mondi
Considerato l’artista più visionario tra gli esponenti della Transavanguardia, Enzo Cucchi concepisce la pittura come un mezzo per riunire una serie di forme, concetti e materiali, attribuendo grande importanza al disegno, segno primario dell’energia con la quale si pone davanti all’opera. Straordinario inventore di immagini, Cucchi ingloba un’estetica che spazia tra il tempo e la storia, sintetizzando miti individuali e immaginario collettivo. Simboli disparati, di matrice classica o onirica, strappati all’attualità o alla memoria, si sovrappongono e dialogano sul tessuto cromatico da cui sembrano, in concomitanza, emergere.
Il manifesto della sessantaseiesima edizione del Festival dei Due Mondi mostra la parabola dell’umanità, sedotta dalla bellezza come un’attrazione fatale. L’immagine iconografica dell’asino che muore lavorando rappresenta simbolicamente l’idea che bellezza e fatica sono indissolubili, mentre la coda è il pennello cosmico che cinge l’universo, rappresentato dal teschio.
Enzo Cucchi ha realizzato numerose mostre personali, e ha preso parte a mostre collettive, nei più importanti spazi espositivi italiani e stranieri come la Kunsthalle di Basilea, il Solomon R. Guggenheim di New York, la Tate Gallery di Londra, il Centre Georges Pompidou di Parigi, il Castello di Rivoli, il Palazzo Reale di Milano, il Sezon Museum of Art di Tokyo, l’Accademia di Francia a Roma, il Musée d’art moderne di Saint-Étienne Metropole. Ha partecipato inoltre alle rassegne d’arte contemporanea più significative a livello internazionale tra cui la Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, Documenta a Kassel, la Quadriennale d’Arte di Roma. Le sue opere si trovano nelle maggiori collezioni museali del mondo e nelle più prestigiose collezioni private nazionali e internazionali.