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ATTI OSCENI

I TRE PROCESSI DI OSCAR WILDE

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Friday
14
July
2017
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theater

Synopsis

"La pièce di Moises Kaufman mi ha colpito per il suo essere qualcosa di assolutamente nuovo, pur riconoscendo il suo debito col teatro di Brecht e di Piscator. Quello che trovo elettrizzante in Atti osceni è la dialettica fra carnalità e intelletto/storia/politica. Basta guardare, per esempio, la scena terrificante, divertente e sensuale in cui gli ex compagni di bagordi di Wilde, le sue marchette, lo tradiscono per riuscire a salvarsi. Nel suo intreccio di avidità, intelligenza, brillante dialettica, hubris, conflitto di classe, tragedia e commedia il testo qui raggiunge una dimensione shakespeariana, il che non significa una posizione di retroguardia, dal momento che in questi tempi di drammaturgia cauta, modesta e circospetta nell’allontanarsi dai confini del quotidiano, gli scrittori più genuinamente radicali della nostra epoca sono impegnati a (ri)scoprire l’inesauribile vitalità di Shakespeare". Così si esprime entusiasticamente uno dei più grandi autori teatrali dei nostri tempi, Tony Kushner, il cui lavoro potente – Angels in America - ha accompagnato il Teatro dell’Elfo in alcune fra le più belle stagioni della sua storia. E in effetti il testo di Moises Kaufman travalica i confini di una pur appassionante ricostruzione dei tre processi subiti da Oscar Wilde nel 1895 - processi che lo portarono alla durissima condanna a due anni di lavori forzati e alla morte civile e artistica - per trasformarsi in un rito teatrale in cui si parla di arte, di libertà, di teatro, di sesso, di passione. Il processo allo scrittore irlandese diventa il processo a qualunque artista proclami con forza l’assoluta anarchia della creazione. Dopo il Wilde doloroso de La ballata del carcere di Reading di Elio De Capitani, quello sensuale e "trasgressivo" della Salomè tutta maschile di Bruni/Frongia e quello ironico e satirico de Il Fantasma di Canterville di Ferdinando Bruni, Bruni e Frongia aggiungono un nuovo tassello alla ricognizione nell’opera di questo scrittore notissimo e, proprio per questo, ancora tutto da scoprire. Atti osceni mette al centro della scena un’aula di tribunale in cui a tratti nel serrato dibattito si aprono squarci poetici e incursioni commoventi nell’opera del poeta, facendo emergere la figura stessa di Wilde, artista e soave, impietoso fustigatore di tutte le ipocrisie di una società come quella vittoriana, epitome di tutte le società ipocrite. I nove interpreti provenienti da diverse esperienze teatrali compongono il cast di questa nuova produzione, che debutta al Festival di Spoleto in un allestimento scenico che si adatta allo spazio peculiare dell’Auditorium della Stella, per poi replicare in autunno all’Elfo Puccini di Milano: Giovanni Franzoni nel ruolo di Oscar Wilde, Giusto Cucchiarini, Giuseppe Lanino, Ciro Masella, Nicola Stravalaci e i giovani under 30 Riccardo Buffonini, Edoardo Chiabolotti, Ludovico D’agostino, Filippo Quezel. Il testo, con la sua struttura che chiede agli attori la capacità di farsi "narratori" e nel breve volgere di qualche battuta "personaggi", di passare da un rapporto diretto col pubblico alla ricostruzione di un altro luogo e di un’altra epoca, ci permette di proseguire la nostra fruttuosa ricerca nel teatro neo-brechtiano di matrice anglosassone, il cui più recente e felice risultato è stato Frost/Nixon di Peter Morgan. Dice Moises Kaufman: "Nel lavoro di costruzione di Atti osceni – I Tre Processi di Oscar Wilde erano due le cose che mi interessavano: primo, volevo raccontare la storia – una possibile storia – di questi processi. E secondo, ero interessato a usare questa storia per continuare il mio lavoro di esplorazione sulla forma e il linguaggio teatrale. Più precisamente: come può il teatro raccontare la Storia? Man mano che procedevo nel lavoro, mi accorgevo che esistono varie versioni di quello che era successo durante quei processi, a seconda delle persone coinvolte: George Bernard Shaw, Lord Alfred Douglas, Frank Harris, Oscar Wilde, ognuno raccontava una sua personale, e a volte molto diversa, storia di quanto era accaduto. Mi sembrava che ogni tentativo serio di ricostruire questa vicenda doveva dare conto, in un modo o nell’altro, di questi differenti punti di vista. Tutto questo mi metteva di fronte a un problema molto stimolante: come creare una pièce che contenesse tutta la molteplicità di queste storie e nello stesso tempo conservasse una linea drammaturgica coerente. Come regista, poi, mi sono reso conto che una ricostruzione di questo tipo poneva numerose altre questioni. Non appena gli attori cominciavano il lavoro di interpretazione di questi personaggi storici, inevitabilmente aggiungevano ai loro ritratti qualcosa che aveva a che fare con le loro storie personali, con la loro "versione"di chi erano questi personaggi e di cos’era al centro dei loro conflitti. Mi sono reso conto che la pièce doveva rendere visibile questa "presenza", la presenza degli attori che raccontano la storia. Il testo che alla fine ne è uscito rappresenta un tentativo di elaborare tutte questi temi".

Credits

Programma

by Moises Kaufman

translation Lucio De Capitani

direction, sets and costumes **Ferdinando Bruni **and Francesco Frongia

with Giovanni Franzoni, Riccardo Buffonini, Edoardo Chiabolotti, Giusto Cucchiarini, Ludovico D'agostino, Giuseppe Lanino, Ciro Masella, Filippo Quezel, Nicola Stravalaci

assistant director Giovanna Guida

assistant costumes Saverio Assumma

Dates & Tickets

TICKETing office
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Biographies

MOISÉS KAUFMAN

In September 2016 Moisés Kaufman was awarded the National Medal of Arts by President Barack Obama, the highest honor bestowed on an artist, and nominated for a Tony and Emmy Award for Best Director and Best Screenplay. Collaborate to numerous successful plays performed to Broadway, including: The Heiress with Jessica Chastain; 33 Variations (nominated to five Tony Awards) with Jane Fonda, for which he is also a writer; Bengal Tiger at the Baghdad Zoo by Pulitzer Prize finalist Rajiv Joseph, with Robin Williams; and_ I Am My Own Wife_ opera a Pulitzer and Tony Award winner. His plays Obscene Acts: The Three Trials of Oscar Wilde and The Laramie Project are among the most performed plays in America in the past decade. He wrote and directed the film adaptation of The Laramie Project for the television station HBO, which competed to two Emmy Awards for Best Director and Best Screenplay. Currently, he is writing and directing with composer Arturo O'Farrill (a Grammy Award winner) a new adaptation of Bizet's Carmen. Kaufman is artistic director of the Tectonic Theater Project and the recipient of a Guggenheim Fellowship in playwriting.

FERDINANDO BRUNI

He has been a protagonist in the history of the Elfo Theater since its founding, co-artistic director of the theater, actor and director of the most important productions. Able to move from classical roles par excellence - Hamlet, Shylock and Prospero - to the most transgressive contemporary characters, in the last two decades he has increasingly devoted himself to directing. From the Fassbinderian successes signed with Elio De Capitani, passing through Anton Chekhov, Tennessee Williams and the contemporary dramaturgy of Yukio Mishima, Mark Ravenhill and Alan Bennett to the more recent experiments of Rosso and the theatrical cartoon Alice Underground in which he has brought into play his skill and sensitivity as a painter, creating with Francesco Frongia an original short circuit between theater and images.

FRANCESCO FRONGIA

He began his career as a video-maker and then devoted himself increasingly to theatrical direction of prose and music, succeeding to in integrating these languages on stage in a personal way. Testori's SdisOrè in 2003, a monologue in which he directed Ferdinando Bruni, was his first success; then followed Shakespeare's The Tempest for actor, puppets, animated figures and music, Thomas Bernhard's _The Ignorant and the Mad _ to four hands with Bruni, Joyce Carol Oates's In the Darkness of America and The Eclipse, and Christa Wolf's _Cassandra _. In addition to the aforementioned _Rosso _and Alice, Mr. Pùntila and his servant Matti, applauded to Milan and Rome, touring since 2015. With his videos he transfigured the sets of _Angels in America _and _Afghanistan: the Great Game _evoking imaginary and distant worlds.

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