Divina Commedia: la prima giornata
«Prima la litterale sentenza e appresso a quella la sua allegoria cioè la nascosta verità».
Dalla 13a lettera di Dante a Cangrande della Scala
Nella prima giornata del viaggio di Dante nell’Inferno, come diceva Benedetto Croce, ci si ritrova «in una selva che non è una selva, e si vede un colle che non è un colle e si mira un sole che non è il sole, e si incontrano tre fiere che sono e non sono tre fiere». Questa dimensione del percepire e non percepire è rappresentata da due “percorsi”, uno visivo e uno sonoro, che accompagnano la parola Dantesca di queste prime sette cantiche che dall’alba al tramonto costituiscono la prima giornata del suo viaggio. Ovviamente nulla di realistico nella realizzazione scenica, e poi quale realismo sarebbe possibile di fronte alla grandezza di questo linguaggio? Gli stessi interpreti principali della parola Dantesca, Dante, Virgilio, Beatrice, Francesca non possono vestire che in modo allusivo e non temporalmente riconoscibile o riconducibile ad iconografie – ecco perchè la scelta dell’eleganza senza tempo degli abiti di Giorgio Armani – così come i personaggi minori, Caronte, Paolo, Ciacco, Minosse, Cerbero e Pluto, sono privi di dati fisiognomici, ma identificati come semplici portatori di versi e di parole. L’attenzione è estrema per il dato linguistico ancor prima che quello allegorico per consentire un ascolto esaustivo della lingua dantesca, cercando di superare tutti gli ostacoli semantici o lessicali per una comprensione del testo, letto nella sua dimensione di “commedia”, ricordandoci che per secoli la parola di Dante è stata tramandata oralmente.
Luca Lazzareschi è Dante, Massimo De Francovich è Virgilio, Manuela Mandracchia è Beatrice e Francesca, mentre Fausto Cabra è Minosse, Paolo, Ciacco e Pluto coscienti de «la litterale sentenza e la nascosta verità». L’edizione della Divina Commedia è quella curata da Giorgio Inglese sulla base della edizione Petrocchi che nella sua introduzione scrive «la santa settimana del 1300 – di cui noi affrontiamo la prima giornata – appunto simboleggia, riassume in sé il “presente” di una umanità che, privata delle sue guide (l’Impero è vacante, il soglio pontificio è usurpato), si aggira nella selva oscura del peccato soggiacendo al tristo dominio della cupidigia».
L’allestimento è accompagnato da un impianto visivo che, lontano da tutti gli stereotipi illustrativi della Commedia e curato da Loonen-Piccioli, immerge in una cornice visiva in bianco e nero con rare incursioni nel rosso ispirata ai grandi artisti informali ed astratti nostri contemporanei, affiancato da un tessuto sonoro a cura di Franco Visioli a sottolineare, o introdurre o scansionare, il percorso di Dante e le tappe più importanti del suo viaggio. Eterno Dante nella sua complessa e splendente lingua solo superficialmente oscura, in realtà fondante il nostro idioma.
Piero Maccarinelli