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63

L´ORFEO

CLAUDIO MONTEVERDI

PIER LUIGI PIZZI

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Thursday
20
August
2020
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20:30
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Teatro

Sinossi

L’Orfeo di Claudio Monteverdi è considerata la prima espressione compiuta del melodramma, nel tentativo di far convergere e fondere forme diverse di rappresentazione.

Dopo più di quattro secoli quest’opera è rimasta sempre un punto di riferimento per chi come noi continua a credere nel valore culturale e spirituale di questo genere musicale.

In tale convinzione, mi è parso di capire, che nell’invito del Direttore Giorgio Ferrara, sta la ragione di questa scelta, per l’apertura del Festival, oltre alla sua indiscutibile attualità.

Il luogo destinato alla rappresentazione sarà lo spazio antistante il Duomo di Spoleto, il che implica un uso degli stereotipi culturali e sociali propri della piazza, come luogo di incontro e di spettacolo, tra il Teatro e la Chiesa.

La narrazione parte proprio dal Teatro e si svolge sul dispositivo scenico in stretto rapporto con gli strumenti barocchi dell’Accademia Bizantina, diretti da Ottavio Dantone, nel rispetto del tessuto musicale Monteverdiano e in perfetta unione con la drammaturgia.

Il mito sta alla base della nostra cultura e i suoi segni sono facilmente accessibili a tutti.

Per questo ho scelto di raccontarlo con la massima semplicità e in perfetta sintonia con questo momento particolarmente sconsolato, nella più assoluta austerità.

La favola di Orfeo, come l’ha pensata Poliziano, tocca temi universali, ai quali Monteverdi fa dono di una unità musicale interiore. Si passa attraverso la morte, in un tempo così rapido e breve, che neppure si riesce a realizzare, dalla felicità assoluta al dolore straziante del distacco e della solitudine. La morale insegna che da ogni dura prova si esce rafforzati.

È ciò che abbiamo appena vissuto, e che ha duramente colpito e segnato tanta parte dell’umanità.

Riviviamo attraverso il teatro questa esperienza drammatica, cercando di capirne il mistero e di raccoglierne un insegnamento, che ci renda migliori.

Pier Luigi Pizzi

La Musica introduce la vicenda, illustrando l’argomento e chiedendo silenzio.

I pastori si raccolgono festosi attorno a Orfeo ed Euridice, che stanno per celebrare le loro nozze. Vengono intonate preghiere propiziatorie ed eseguite gioiose danze corali. Orfeo chiama gli astri a testimone della sua felicità, ed Euridice gli fa eco. Poi tutti si avviano al tempio in cui si compirà il rito.

Orfeo ritorna ai suoi boschi, al culmine della felicità, mentre i pastori continuano a intonare lieti canti. Orfeo si esibisce in una canzone strofica. Quell’atmosfera gioiosa è però turbata dai gemiti di Silvia che informa dell’improvvisa morte di Euridice: mentre raccoglieva fiori, Euridice è stata morsa da un serpente ed è spirata invocando il nome dell’amato Orfeo. Tutti sono sconvolti: Orfeo si propone di scendere nell’oltretomba per cercare di riportare Euridice alla vita. Un generale compianto accompagna la sua disperazione.

Orfeo penetra nel regno degli inferi guidato dalla Speranza. Lasciato solo, Orfeo s’imbatte in Caronte che gli si para davanti impedendogli l’accesso. Orfeo tenta vanamente d’impietosirlo: decide allora di provocarne il sonno, intonando una melodia sulla sua lira, per poi attraversare il fiume infernale. Il coro addita quest’azione come caso esemplare di ardimento umano.

Giunto al cospetto delle divinità infere, Orfeo espone il suo caso. Trova una sostenitrice in Proserpina che prega Plutone di accontentare Orfeo. Plutone acconsente, stabilendo però che Orfeo non dovrà mai guardare Euridice prima di aver lasciato l’oltretomba. Orfeo canta raggiante per il successo, ma poi inizia a essere roso dal dubbio che Euridice lo segua davvero nel cammino di ritorno sulla terra. Spaventato da strani rumori, si volta per vedere se Euridice è con lui, infrangendo così la clausola dettata da Plutone e perdendola per sempre. Il coro sottolinea il paradosso: Orfeo, che l’aveva spuntata contro la legge di natura, non è riuscito a vincere sé stesso e le sue passioni.

Crediti

Programma

direttore Ottavio Dantone

Accademia Bizantina

Coro Costanzo Porta

maestro del coro Antonio Greco

regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi

coreografo Gino Potente

lighting designer e regista collaboratore Massimo Gasparon

assistente costumista Lorena Marin

personaggi e interpreti

Orfeo Giovanni Sala

La Musica Martina Cenere

Messaggera Alice Grasso

Pastore I Luca Mazzamurro

Pastore II Kevin Magrì

Proserpina Delphine Galou

Speranza Maria Luisa Zaltron

Caronte Mirco Palazzi

Plutone Paolo Gatti

Euridice Eleonora Pace

La Ninfa Arianna Talè

Coro di Ninfe e Pastori Anna Bessi, Alessandro Ravasio, Roberto Rilievi, Enrico Torre

Coro di Spiriti Roberto Rilievi, Marco Saccardin

danzatori

Elvira Elisa Ambruoso, Amedeo Angelone, Alessio Castrigiano, Pierpaolo Di Carlo, Giampaolo Gobbi, Marta Negrini, Anna Occelli, Lilia Santarossa, Alessandro Trazzera, Federica Vinario, Giulia Vinario

produzione Spoleto63 Festival dei 2Mondi

direttore allestimenti scenici Ottorino Neri

direttori di scena Fabrizio Pisaneschi, Rodolfo Santoni

maestri di palcoscenico Edina Bak, Rosangela Flotta

maestro alle luci Carmine Diodoro

maestro alla fonica Marco Giustini

macchinisti Paolo Zappelli, Massimiliano Marotta

operatore console luci moving light Roberto Gelmetti

capo elettricista Gerardo Buzzanca

elettricisti Davide Baldoni, Christian Sorci

responsabile luci Graziano Albertella

tecnico del suono Beppe Andolina

fonici Matteo Andolina, Andrea Bisaccioni, Gianluca Costanzi, Laura Romeo, Filippo Panella, Andrea Patarini

attrezzisti Alessandro Canessa, Andrea Codini, Gabriele Donati, Michele Mosca, Giulia Musci, Andrea Musco, Eugenio Patrizi, Francesca Quarsiti

sarte Serenella Crisantemi, Serenella Orti, Francesca Persichini, Giuliana Rossi, Marian Osman

trucco e parrucco Lucia Cingolani, Elisa Bocchi, Maddalena De Vito, Luna Silva Rosati

costumi Tirelli Costumi

calzature Pedrazzoli Calzature e PKM Srls

noleggio audio Opera26 Group

k-Array system Arcadia Digital S.r.l.

noleggio illuminotecnica Spanensemble

strutture e servizi per spettacolo Atmo Divisione Gioform srl

clavicembalo, organo e regale Zanotto Strumenti

pianoforti Angelo Fabbrini

accordatore Luigi Fusco

trasporti S.I.C.A.F. Spoleto

computer regolazione luci E.T.C. Italia www.etcconnect.com

Programma di Sala

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Date & Biglietti

INFO BIGLIETTERIA
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2020
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20:30
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29 Giugno
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Biografie

Ottavio Dantone

Dopo essersi diplomato al conservatorio G. Verdi di Milano in organo e clavicembalo, Ottavio Dantone ha intrapreso giovanissimo la carriera concertistica segnalandosi presto all’attenzione della critica come uno dei clavicembalisti più esperti e dotati della sua generazione. Nel 1985 ha ottenuto il premio di basso continuo al concorso internazionale di Parigi e nel 1986 è stato premiato al concorso internazionale di Bruges. È stato il primo italiano ad aver ottenuto tali riconoscimenti a livello internazionale in ambito clavicembalistico. Profondo conoscitore della prassi esecutiva del periodo Barocco, dal 1996 è il Direttore Musicale dell’Accademia Bizantina di Ravenna con la quale collabora dal 1989. Sotto la sua direzione l’Accademia Bizantina, nel giro di pochi anni, si afferma come uno degli Ensemble di musica barocca con strumenti antichi più noti ed accreditati nel panorama internazionale. Nel corso dell’ultimo ventennio, Ottavio Dantone ha gradualmente affiancato alla sua attività di solista e di leader di gruppi da camera, quella di Direttore d’Orchestra, estendendo il suo repertorio al periodo classico e romantico. Il suo debutto nella direzione di un’opera lirica risale al 1999 con la prima esecuzione in tempi moderni del Giulio Sabino di Giovanni Sarti al teatro Alighieri di Ravenna con la sua Accademia Bizantina. La sua carriera lo ha successivamente portato ad accostare al repertorio più conosciuto la riscoperta di titoli meno eseguiti o in prima esecuzione moderna nei festival e nei teatri più importanti del mondo tra cui Teatro alla Scala di Milano, Glyndebourne Festival Opera, Teatro Réal di Madrid, Opéra Royale Versailles, Opera Zurich ed London Proms. Ha inciso, sia come solista che come direttore, per le più importanti case discografiche: Decca, Deutsche Grammophon, Naïve e Harmonia Mundi ottenendo premi e riconoscimenti prestigiosi dalla critica internazionale.

Pier Luigi Pizzi

Nato a Milano nel 1930, Pier Luigi Pizzi ha ricevuto una formazione di architetto e a vent’anni ha iniziato una carriera di scenografo e costumista, poi di regista, in prosa e in lirica, nei più importanti teatri e festival di mezzo mondo. Centinaia di spettacoli. Parlano i numeri. In 50 anni 33 titoli alla Scala di Milano, 25 anni di sodalizio con la Compagnia dei giovani, 38 anni di presenze al Rossini Opera Festival, 6 anni di direzione artistica al Festival dello Sferisterio di Macerata, da lui fondato. Al 1951 risale il suo debutto alla Fenice per un rapporto che non si è mai interrotto. Pluridecennale la collaborazione col Maggio Musicale Fiorentino.

La lista è lunghissima e comprende una lunga attività anche nel cinema e in televisione.

A Spoleto fu invitato da Gian Carlo Menotti nell’anno dell’inaugurazione 1956 e vi tornò successivamente chiamato da Romolo Valli e da Giorgio Ferrara.

Appassionato di arte, si è molto dedicato alla curatela e all’allestimento di importanti mostre e musei.

Ha ricevuto numerosi riconoscimenti. È Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica italiana, Commandeur de la Legion d’Honneur e, ancora in Francia, Officier des Arts et des Lettres. Laurea Honoris Causa dall’Università di Macerata, 7 Premi Abbiati, per non nominare che i più significativi.

ACCADEMIA BIZANTINA

L’Accademia Bizantina nasce a Ravenna nel 1983 con l’intento programmatico di “fare musica come un grande quartetto”. Oggi come allora, il gruppo è gestito in modo autonomo dai propri componenti custodi e garanti di quell’approccio interpretativo cameristico che lo ha sempre contraddistinto. Questa filosofia unita a un profondo studio collettivo ha permesso all’Ensemble di specializzarsi nell’esecuzione del repertorio musicale del XVII, XVIII e XIX secolo suonando su strumenti originali. Nel corso degli anni ha saputo distinguersi e conquistare un posto di rilievo nelle preferenze del pubblico e della critica, adottando un proprio stile interpretativo che trae la ragion d’essere nella ricerca e nell’appropriazione di un linguaggio e di una prassi esecutiva “comune e condivisa” che presuppone una attenta lettura della partitura e predilige l’accuratezza stilistica dell’esecuzione, come nella più nobile tradizione cameristica italiana. Ottavio Dantone entra a far parte stabilmente del gruppo nel 1989 in qualità di clavicembalista e nel 1996 viene nominato direttore musicale e artistico divenendo il garante del prestigio e della qualità artistica dell’Ensemble. Sotto la sua guida esperta e in piena armonia col suo primo Violino Alessandro Tampieri, continua il percorso di focalizzazione e di specializzazione nell’ambito della musica antica con l’intento di coniugare ricerca filologica e studio della prassi estetica interpretativa ed esecutiva del Barocco. Come in un “mosaico bizantino”, la competenza, la fantasia e la raffinatezza di Dantone, sono andate fondendosi con l’entusiasmo e la complicità artistica di ogni singolo strumentista del gruppo dando corpo e sostanza ad interpretazioni che hanno permesso all’orchestra di essere accreditata come uno dei più prestigiosi Ensemble del panorama musicale internazionale. Dal 1999, anno di esecuzione della prima opera in forma scenica - il Giulio Sabino di G. Sarti - Accademia Bizantina si è specializzata nella riscoperta e nell’esecuzione sia del repertorio operistico che dell’Oratorio barocco, proponendo, oltre ai titoli di cartellone più importanti, titoli mai eseguiti in tempi moderni. L’ensemble si esibisce nelle sale da concerto e nei festival internazionali più prestigiosi. Le numerose incisioni per Decca, Harmonia Mundi e Naïve, oltre a una prestigiosa nomination al Grammy Music Award, hanno ottenuto premi e riconoscimenti come il Diapason d’Or, il Midem, “Prix Classica” e il Gramophone Award.

CORO COSTANZO PORTA

Fondato a Cremona nel 1993 da Antonio Greco, il Coro Costanzo Porta si è aggiudicato il I Premio al Concorso Nazionale Guido d´Arezzo nel 1998 e distinto in altre competizioni - inclusa la finale della I edizione della “London a Cappella Choir Competition”, promossa dai Tallis Scholars nel 2014, come unico rappresentante italiano. Ha partecipato a festival in Italia ed Europa, sia da solo che con l´orchestra Cremona Antiqua dello stesso Greco e altri gruppi di primo livello, quali Accademia Bizantina, Europa Galante, I Virtuosi Italiani, Orchestra Barocca di Venezia, I Pomeriggi Musicali. Ha inoltre cantato in concerto con i Tallis Scholars e partecipato con Sentieri Selvaggi di Carlo Boccadoro alla messa in scena dell´opera contemporanea Il sogno di una cosa di Mauro Montalbetti (2014). Insieme a La Risonanza ha portato in tour europeo Dido and Aeneas di Purcell (inciso per Challenge Classics, 2016) e con Accademia Bizantina ha cantato ne L´Orfeo di Claudio Monteverdi (2003-2017). Ha all´attivo incisioni di _Madrigali _di Personé (2007), Messa da Requiem di Mozart in trascrizione di Carl Czerny (Discantica, 2011), composizioni sacre di Tebaldini (Tactus, 2012), arrangiamenti sinfonici di canzoni di De André con la London Simphony Orchestra (Sony, 2011), il libro settimo dei madrigali di Biagio Marini (Tactus 2018). Su invito del M° Muti ha partecipato nel 2018 a concerti su estratti del Macbeth di Verdi per il Ravenna Festival e per un´esecuzione benefit in diretta TV nazionale a Norcia e - sempre con direzione di Muti - all´edizione 2019 de Le Vie dell´Amicizia a Ravenna ed Atene sulle note della Nona Sinfonia di Beethoven.

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